Dopo una trattativa lunga e tormentata, caratterizzata dalle incertezze del ragazzo ingolosito probabilmente da altre prospettive professionali, la Salernitana riesce ad inserire Gennaro Tutino nel suo organico.
Si tratta sicuramente del calciatore più importante fuoriuscito dal mercato granata, che, al momento, non ha registrato fuochi d’artificio.
Mister Castori, infatti, spera che la qualità tecnica e l’imprevedibilità dell’estroso napoletano aiutino il gruppo ad alzare l’asticella delle ambizioni, al netto di un completamento dell’organico che denuncia lacune da colmare in fretta.
Il neo granata inizia il suo percorso calcistico nelle giovanili del Napoli, dove milita per tre stagioni (2011-2014) ed inizia a catturare l’attenzione di diversi operatori di mercato.
La sua prima esperienza nel calcio professionistico è tra le fila del Gubbio (2014-2015), condivisa con l’ex portiere granata Iannarilli. Non gioca moltissimo ma lascia intravedere un repertorio tecnico spigliato e incisivo.
Dopo un fugace ritorno nel settore giovanile indossando la maglia del Bari (2015-2016), Tutino ritrova il ‘pallone dei grandi’ con il trasferimento alla Carrarese (2016-2017). Anche in Toscana conferma doti tecniche interessanti, ma il totale delle partite giocate, come era già accaduto a Gubbio, resta poco significativo.
La carriera del neo granata imprime una decisa accelerata nella stagione 2017-2018, con l’approdo al Cosenza guidato dal sanguigno Piero Braglia. L’attaccante partenopeo veste i panni del trascinatore e contribuisce in maniera determinante alla promozione in B della formazione silana. Lo score finale è di 11 reti realizzate e 5 assist vincenti. Rendimento notevole che trova conferma, sempre con i rossoblu calabresi, nella prima stagione cadetta (2018-2019), conclusa con altri 10 palloni lasciati nelle porte avversarie e 5 passaggi decisivi regalati ai compagni.
Un biennio esaltante che spalanca a Tutino le porte della serie A, accolto a Verona dalle sbarazzine proposte calcistiche di mister Juric.
Dopo le due partite iniziali giocate da titolare, il ragazzo scivola gradualmente nelle retrovie, prima di ripartire, a gennaio e in serie B, con la maglia dell’Empoli. Esordio importante (3 reti in 5 gare), poi il suo rendimento non registra ascese significative, finendo nel capiente contenitore della delusione empolese.
Dal punto di vista tecnico-tattico, Tutino è un elemento abile nell’uno contro uno, dote che lo aiuta a creare superiorità numerica e ad essere in condizione di calciare a rete al termine di uno spunto personale. Coraggio e imprevedibilità della giocata sono le sue armi calcistiche più significative.
La consapevolezza nei propri mezzi rappresenta un fattore che accresce l’autostima e determina prestazioni ricche di personalità, al netto degli scivolamenti nei cali di tensione e nell’eccessiva sicurezza che degenera in presunzione.
La capacità di eseguire le giocate in rapidità negli spazi stretti e in velocità nelle fasi di ripartenza fa di lui un avversario temibile per le difese avversarie.
Calciatore duttile sul terreno della proposta offensiva, quindi facilmente collocabile in tutti i moduli calcistici. Esterno alto in un tridente d’attacco, con una preferenza ad agire a piede invertito sulla fascia sinistra, ma anche seconda punta in grado di sfruttare il lavoro di sponda e le ‘spizzate’ di Milan Djuric per diventare insidioso con gli inserimenti nel cuore delle difese avversarie. Infine il neo granata, sfruttando la rapidità di esecuzione tra le linee avversarie, può anche recitare da trequartista, sia in un modulo audace con due punte (4-3-1-2 e 3-4-1-2), sia all’interno di un assetto più equilibrato (4-4-1-1 e 3-5-1-1).