Prima Squadra

Cedric Gondo, sospeso tra pazienza e voglia di spaccare il mondo

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Nella Salernitana post lockdown, a parole proiettata verso un finale di stagione ambizioso e denso di soddisfazioni, prima di naufragare alla prova del campo e confermare i fallimenti tecnici del precedente quadriennio, pochi elementi si sono resi protagonisti di prestazioni ricche di contenuti tecnici, atletici ed agonistici.
Un posto di rilievo in questa ristrettissima cerchia è stato meritatamente occupato da Cedric Gondo, riapparso rigenerato sul rettangolo verde dopo i tre mesi di sosta forzata imposti dall’emergenza pandemica.
Il ventitreenne attaccante ivoriano, approfittando di una forma fisica strepitosa, incoraggiato dalla consapevolezza di poter capitalizzare a livello personale le doti atletiche fornitegli da madre natura, ha dato vita ad un inatteso finale di torneo indossando i panni di unico e autentico trascinatore della squadra di Giampiero Ventura.
Inatteso perché il ragazzo ha mostrato, oltre alla generosità temperamentale evidenziata nella prima parte del campionato, spunti tecnici e una freddezza nel concepire ed eseguire le giocate che raramente aveva posto al servizio del gruppo nella fase iniziale e mediana dell’annata calcistica. 
Quattro reti e altrettanti assist, quasi predicati nel desertonon sono però serviti a scuotere una mediocrità tecnica di fondo del collettivo, con l’inevitabile conseguenza di dover registrare, per il quinto anno consecutivo, l’assenza della Salernitana nella griglia degli spareggi valevoli la promozione in massima serie.
Dieci partite, chiaramente, non possono rappresentare un banco di prova definitivo per sondare le potenzialità di un calciatore ancora giovane, soprattutto se le stesse sono state precedute da altrettante prestazioni connotate da scarsa incisività.
Pertanto, alla luce dell’ altalenante rendimento esibito lo scorso anno, considerata la giovane età che lascia spazio ad una “plasmatura” graduale del bagaglio temperamentale e calcistico, Gondo ha iniziato il torneo sapendo di giocarsi molto in ottica futura.
L’obiettivo di partenza è rappresentato dalla volontà di dare continuità all’ottimo epilogo del campionato appena archiviato e di ridurre al minimo le prove incolori e caotiche che hanno caratterizzato la prima parte del suo percorso con la maglia granata.
Per l’ex virgulto delle giovanili della Fiorentina non sarà facile rubare spazio alla coppia di attaccanti su cui Castori sta pianificando le sue strategie offensive. Djuric e il neo arrivato Tutino, al momento, sembrano partire con un discreto vantaggio rispetto allo scalpitante ivoriano.
Per Gondo, quindi, si tratta di una fase cruciale della carriera anche dal punto di vista della crescita psicologica ed emotiva. Dover mordere il freno inizialmente – senza però dimenticare che il campionato fitto di impegni gli garantirà più di un’opportunità per mettersi in mostra – accantonare l’iniziale delusione dettata dall’estromissione dalla formazione titolare contro la Reggina, continuare a lavorare durante la settimana prestando poco ascolto ai legittimi e intimi dubbi sul futuro tecnico e alla fretta di ritagliarsi nuovi spazi di visibilità. Questi rappresentano per il ragazzo passaggi fondamentali nella virtuale officina quotidiana impegnata a consolidare pazienza, personalità e disciplina comportamentale. Tre fattori di assoluta importanza per un calciatore, senza i quali gli stessi mezzi tecnici sono insufficienti a garantire un roseo futuro professionale.
La manciata di minuti finali che ha visto Gondo protagonista in campo contro gli amaranto calabresi, sufficiente per ciabattare una ghiotta occasione da rete scaturita da un preciso assist di Tutino e calciare maldestramente in porta da posizione impossibile, ha evidenziato piccoli segnali di nervosismo del ragazzo, intrisi di ansia da prestazione e voglia di spaccare il mondo.
Nulla di sorprendente o preoccupante, si tratta di step fisiologici comuni a tutti i professionisti del calcio. La loro incidenza, negativa o positiva in chiave futura, è strettamente correlata alla capacità gestionale del calciatore in questione.
Se Gondo saprà elaborare con intelligenza questa (passeggera?) precarietà tecnica, restando concentrato sul lavoro e non smarrendo la lucidità necessaria per imporsi durante gli allenamenti settimanali, potrà sperare di ritornare ad essere il protagonista delle ultime dieci gare della scorsa stagione.

Maurizio Iuliano

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