Prima Squadra

L’analisi tattica di Chievo-Salernitana: i pro e i contro.

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CENTROCAMPO GRANATA PASSIVO, A FARE LA PARTITA E’ IL CHIEVO VERONA

Come era già capitato contro la Reggina, gli uomini di Castori hanno sofferto la circolazione di palla avversaria, soprattutto nella prima ora di gara. Salernitana troppo compassata e scolastica in fase difensiva, vittima di distanze lunghe tra i reparti, priva di aggressività sui costruttori di gioco clivensi, ma anche eccessivamente impegnata a stringere con gli esterni per compattare centralmente le due linee di centrocampo e difesa. Nella foto si può notare l’estrema libertà concessa ad Obi, il quale ha due opzioni disponibili: 1) attendere il tentativo di pressing di Tutino per realizzare un tre (Palmiero, Bertagnoli, Mogos) contro uno (Cicerelli) sul centrodestra, in quanto Lopez stringe al centro per non lasciare Gyomber e Aya in parità numerica contro Fabbro e Djordjevic; 2) con un semplice cambio di gioco, eseguito in piena tranquillità, pescare Mogos che ha davanti a sé un’autentica prateria. Infatti il cursore rumeno riceve indisturbato il pallone e con il piattone destro crossa di prima intenzione nell’area granata, non trovando per pochi centimetri la deviazione vincente dell’attaccante serbo. Lo stesso copione si è verificato diverse volte anche sulla corsia destra, con Kupisz e Casasola che, intenti a stringere al centro, hanno concesso agibilità a Renzetti e Garritano. Fortunatamente Aya e compagni hanno fornito una prova pregna di determinazione e concentrazione, riuscendo a respingere e ad intercettare i tanti spioventi provenienti dalle due fasce.

GLI SGANCIAMENTI DI LEVERBE ACCENTUANO IL CONTROLLO DELLE OPERAZIONI DEGLI UOMINI DI AGLIETT

Ad aumentare le difficoltà di Di Tacchio e compagni nel contrastare l’iniziativa dei gialloblù ci ha pensato il centrale difensivo Leverbe, molto tecnico, dotato di visione di gioco ed abile a sganciarsi dalle retrovie per supportare la proposta offensiva dei suoi. A favorirlo anche l’intelligenza tattica e il movimento senza palla di Obi e Palmiero, i quali rendono vano il sacrificio di Tutino e Djuric in fase di non possesso. Ad uscire in opposizione su Leverbe è Cicerelli, che viene superato mentre la squadra, rimanendo bassa e slegata, offre più soluzioni di passaggio. Nel fotogramma si vede chiaramente come il giovane centrale francese è nella condizione di servire verticalmente i due attaccanti (Fabbro e Djordjevic) in posizione centrale, ma anche di creare superiorità numerica a sinistra (Garritano e Renzetti) e a destra (Bertagnoli e Mogos) attivando la semplice sponda di una delle due punte.

CASTORI PASSA ALLA DIFESA A CINQUE E RIESCE A FRONTEGGIARE MEGLIO I CAMBI DI GIOCO DEL CHIEVO

Nella fase finale del match, Castori ha inserito Veseli per schierare i suoi uomini con la difesa a cinque. Partendo da destra: Casasola, Aya, Gyomber, Veseli e Lopez. Davanti al quintetto ha piazzato un centromediano (Di Tacchio) e due mezzali, per finire addirittura con una sorta di 5-4-1 dopo l’ingresso in campo di Lombardi e Curcio. La squadra granata, pur soffrendo i veementi ma sempre più confusi e scoraggiati tentativi dei padroni di casa di pareggiare il match, ha avuto maggiori riferimenti in marcatura e, soprattutto, è riuscita a difendersi più alta. Nell’immagine, infatti, si vede Lopez pressare alto l’esterno gialloblù, con Capezzi pronto a raddoppiare e Gondo in posizione arretrata per chiudere la linea di passaggio centrale. Più in basso, invece, Veseli è incollato su una delle due punte, Di Tacchio funge da schermo davanti alla difesa, mentre Gyomber -pur non essendo visibile)- è a ridosso dell’altro attaccante. Il giropalla veneto non riesce più a sfondare lungo le corsie laterali, gli ultimi fuochi dei calciatori di Aglietti sono frutto di qualche seconda palla conquistata e trasformata in concitate (e dubbie) richieste di rigori a favore.


IL 4-4-2 DELLA SALERNITANA NON OFFRE NULLA IN CHIAVE OFFENSIVA.LA VITTORIA E’ FIGLIA DELLE GIOCATE DI TUTINO E DJURIC E DELLA CORIACEA TENUTA DIFENSIVA DEL PACCHETTO ARRETRATO

E’stato il Chievo a condurre le danze per quasi tutto l’incontro, mostrando maggiore iniziativa e più soluzioni offensive. La Salernitana, schierata con il 4-4-2, non è mai riuscita ad esprimere il principio basilare di questo sistema tattico: tagli al centro degli esterni di centrocampo per liberare le fughe dei laterali bassi sulle due fasce.Il limite evidenziato dalla prestazione di ieri risiede nella difficoltà dei due centrocampisti centrali (Schiavone e Di Tacchio) a dettare i tempi di gioco e ad inibire i loro dirimpettai con un pressing alto capace di rubar palla e innescare insidiose azioni di rimessa. Anche gli esterni Kupisz e Cicerelli non hanno mai dettato il passaggio con un taglio tra le linee rivali, finendo per lasciare troppo isolati Djuric e Tutino. Ciò nonostante, le due punte granata, sfruttando le loro qualità tecniche ed acrobatiche, hanno regalato alla squadra tre punti tanto importanti quanto immeritati.Le criticità appena citate risultano evidenti, con Gyomber che si assume l’onere di fare gioco mentre Schiavone e Di Tacchio, statici e privi di iniziativa, si lasciano controllare agevolmente dai loro dirimpettai. L’immagine mostra anche la posizione sempre defilata degli esterni (Kupisz a destra e Cicerelli che, largo a sinistra, si appresta a ricevere il pallone partito dal piede del difensore slovacco), mentre a Tutino e Djuric, abbandonati al loro destino, spetta l’arduo compito di rendersi insidiosi con i rari palloni ‘sporchi’ transitati dalle loro parti. Due, a voler essere precisi, ma capitalizzati con il cinismo e la qualità dei calciatori capaci di fare la differenza. 

Maurizio Iuliano

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