Storytelling

Siamo tutti “Febbre a 90”

Tempo di lettura: 3 minuti

Ho cominciato a provare gusto nella sofferenza che il calcio procura.

Nick Hornby

Già questa frase del libro, che ha cambiato la vita di molti di noi, è una dichiarazione, di amore e di guerra nello stesso momento.

Perché il LIBRO “Febbre a 90” di Nick Hornby ci rispecchia.

Si, perché “Febbre a 90” è un libro prima di un film. (Warning: quando parlo del libro e mi guardano e mi chiedono: «Ah perché c’è pure il libro?» io entro in quello stato della mente che individuo in una frase, “MI SALE L’ISIS”).

Sapete cosa ho pensato quando ho finito di leggere questo libro? E che cazzo! Questo mi ha fregato l’idea!

Perché “Febbre a 90” lo poteva scrivere, almeno nella trama, chiunque passa i suoi sabati e domeniche a vedere il calcio.

Tutti noi grazie al calcio abbiamo imparato qualcosa.

Buona parte della mia conoscenza dei luoghi in Gran Bretagna e in Europa non deriva dalla scuola, ma dalle partite fuori casa o dalle pagine sportive, e il fenomeno degli hooligans mi ha fornito sia un certo gusto per la sociologia che un certo grado di esperienza sul campo.

Abbiamo imparato la geografia, la storia, sappiamo e abbiamo cominciato a leggere di politica per capire perché una tifoseria sia a destra o a sinistra, abbiamo imparato ad abbracciarci con persone che non avresti mai né visto né sentito abbiamo combattuto con la nostra timidezza e con le nostre paure.

Vi è mai capitato, quando viene a casa che so, un muratore o un fontaniere, e per combinazione o lo riconoscete perché l’avete visto allo stadio o perché…beh un tifoso della tua squadra lo riconosci dalla faccia.

Allora, mentre lui dipinge o vi stringe il tubo del lavandino, inizia a parlare del perché Đurić è fondamentale sui calci d’angolo o vi dice che siamo a corto di uomini a centrocampo.

E di colpo lui è ai vostri occhi un genio della pennellata o un maestro indiscusso dello spurgo. E dite alle vostre mogli «Oh, ci ha trattato», in realtà avete pagato il doppio della tariffa normale.

Altro paio di maniche è quando ti trovi un tifoso di un’altra squadra. Chiamate le associazioni dei consumatori per reclamare.

(True Story n. 1. A Milano una volta ho trovato uno che mi ha montato gli infissi tifoso di un’altra squadra, che di solito veste con la maglia verde. Ovviamente fece un lavoro di merda e le guarnizioni delle finestre durarono pochi mesi).

Mi innamorai del calcio come mi sarei poi innamorato delle donne: improvvisamente, inesplicabilmente, acriticamente, senza pensare al dolore e allo sconvolgimento che avrebbe portato con sé.

Purtroppo la nostra passione è osteggiata dalle persone che amiamo.
Alla fine per la legge dei grandi numeri qualcuno che ci piglia la troviamo. E nove volte su 10 odia il calcio e non ne capisce niente.

E nei rapporti di coppia dall’una e dall’altra parte viene fatto un errore tattico (tipo quelli che il maestro Maurizio Iuliano scrive nei suoi articoli).

Noi uomini cerchiamo di far capire che loro sono loro e il sabato e la domenica devono mettersi da parte e le donne invece sono convinte che noi dobbiamo fare una scelta o loro o la squadra per cui tifiamo. E loro, mogli fidanzate e compagne, continuano nello stesso errore: (True story n. 2. Quando fallì la Salernitana di Aliberti tornai a casa affranto e distrutto. Lei mi guardò e mi disse: «CI SONO DOLORI PIU’ IMPORTANTI NELLA VITA». Un avvocato deve tenere ancora da qualche parte in un cassetto una lettera in cui chiedevo la separazione per giusta causa per incompatibilità sportiva).

Come potevo battermi per l’emancipazione femminile, se non si poteva neanche contare che rimanessero in piedi negli ultimi minuti di una sfida all’ultimo sangue per la promozione?

È vero: le donne non sono programmate per tifare una squadra di calcio. Cercano di imparare ma non ce la fanno.
(True story n.3. Una sera mia moglie passò davanti alla televisione e chiese a mio figlio, un altro accecato dalla luce: «Ma è buono per la Salernitana che il Livorno sta battendo il Bari?» Dopo aver preso fiato, lui cominciò a sganasciarsi dal ridere e, con il rispetto che un figlio ha verso sua madre, le fece notare che la partita in questione era Liverpool-Barcellona di Champions. Lei aveva letto la grafica, LIV-BAR, e si era lanciata a chiedere).
E’ vero, ci sono delle meravigliose eccezioni che andrebbero protette e tenute in debito conto come si trattasse dell’Unicef o dell’Onu e andrebbero trattate e venerate come PU-YI.

Insomma sedetevi, prendete un whisky con acqua, un caffè , mettete una bella canzone e leggete questo libro.

Parla delle vostre vite.

n.d.r.: l’autore dell’articolo diffida la redazione di solosalerno.it dall’incorporare il trailer del film omonimo

Antonello Perna

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