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INSIDE ZENA

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GENOVA e la sua Lanterna, simbolo della città

La Salernitana ieri 26/10/2020, alle ore 13.00 è atterrata all’aeroporto “Cristoforo Colombo” di Zena (nome con cui gli autoctoni definiscono l’amata città di Genova).

Per i granata un mordi e fuggi nel capoluogo Ligure, dall’albergo al campo d’allenamento.

Le prime impressioni del gruppo guidato dal Mister Castori sono state più che positive. Coesione, sorrisi nascosti dalle mascherine, ma, evidenziati dagli occhi “ più stretti” di ognuno di loro sin dalla discesa dal pullman, in più, i ragazzi del tecnico Fabrizio, hanno palesato una serena propensione al saluto e a brevi risposte nei riguardi di chi, con entusiasmo, ha atteso il loro arrivo dinanzi all’alloggio, prima che si dedicassero al ristoro personale al suo interno.

A disposizione della squadra del tecnico dell’ippocampo, è stato dato un manto erboso sulle alture di Genova, nella frazione di Begato, una struttura di recente costruzione, quindi, in ottime condizioni. Lì, si allenano diverse squadre del settore giovanile della città di Genova, inoltre, è lo stesso rettangolo di gioco in cui la primavera rosso-blu, disputa gli incontri calcistici in casa.

L’allenamento è durato circa un’ora e mezza, riscaldamento attento, seguito dalla “partitella” volta a migliorare, consolidare e confermare, gli schemi e la preparazione alla partita di questo pomeriggio contro la squadra capitanata dallo stacanovista Fabio Quagliarella.

Questa mattina post colazione, la Salernitana si è dedicata all’allenamento di rifinitura, prima di raggiungere il quartiere di Marassi ed accedere allo stadio “Luigi Ferraris“, attendendo il fischio d’inizio alle ore 14.00, per iniziare il match con i blu-cerchiati.

Troppo poco tempo, insomma, per vivere e capire, da parte della società granata, la città che li ha ospitati; dicono che non bastino anni, figuriamoci un numero esiguo di giorni.

Genova la “Superba”, è uno dei tanti appellativi che si attribuiscono alla città, significa grandiosa e imponente, ma anche orgogliosa e altera.

Il termine “superba” venne introdotto nel 1358 dal famoso poeta Toscano Francesco Petrarca, il quale dedicò ai visitatori della città la seguente espressione:

«Vedrai una città regale, addossata ad una collina alpestre, superba per uomini e per mura, il cui solo aspetto la indica signora del mare».

Quella di Genova è una realtà particolare, multiforme e con innumerevoli sfaccettature, con accezioni negative e positive. Una città da vivere, non semplice da capire.

Il primo impatto che si ha con il capoluogo Ligure sembra meno semplice rispetto a qualsivoglia altra zona d’Italia. Per chi arriva da altri contesti, inizialmente, Genova la subisce, ne viene investito, a primo acchito, passivamente dalla sua irruente e sfacciata freddezza, dal suo abituale distacco nei riguardi delle cose e delle persone.

Occorre del tempo prima di capire il metodo giusto per attivare un impianto di riscaldamento personale che, consenta, a chi non è nato nella città di Genova, di venirne alla lunga intiepidito e coccolato.

Ci si approccia con entusiasmo, con voglia di essere e di fare, ma irrimediabilmente, chi è migrato qui per viverci a tempo determinato e/o indeterminato viene, spesso, smontato, deluso e appesantito durante le battute iniziali di permanenza in città.

È necessario ed inevitabile questo passaggio, questo step, per poter nel tempo, con non poco impegno, limare la corteccia in cui è racchiusa o rinchiusa Genova ed, apprezzarne alla lunga, il frutto dolce che nasconde e riserva a pochi intimi “forestieri” .

Come si suole dire però, è dalla diversità che si posso attingere nuove risorse, è grazie a ciò che non è uguale a noi che, l’evoluzione personale può non cessare.

Se fossimo tutti uguali ci sarebbe un’omologazione disastrosa, una staticità ad ampio raggio. Gli opposti esistono affinché possa esserci la garanzia di continuare a crescere.

Se non esistesse il brutto, non apprezzeremmo il bello, se non esistesse la notte, non ammireremmo la luce, se non avessimo a che fare con il cattivo, non riconosceremmo il buono e così via… si potrebbe continuare ad oltranza.

Per cui a conclusione di quanto raccontato, Genova è tanto bella quanto complicata, ma, d’altronde a chi piacerebbe una strada totalmente priva di ostacoli e tornanti?

Come recita Luciano Ligabue in una sua canzone: “… quando la ferita brucia,
la tua pelle si farà”!!!

Raffaella Palumbo

Sono Raffaella Palumbo, classe 1990, salernitana dalla nascita. Per varie vicissitudine, sono espatriata a Genova da quando avevo 21 anni, nel capoluogo ligure esercito la professione di insegnate. Amo la vita in tutte le sue sfaccettature, non trascuro i dettagli. L'ottimismo, la curiosità, la follia, l'intraprendenza ed il sorriso sono caratteristiche di cui non posso fare a meno. Tra le gioie più grandi della mia vita rientra mia figlia: Martina. La pallavolo, la scrittura, i viaggi e la Salernitana sono le mie principali passioni. La benzina delle mie giornate risiede in tre espressioni che non cesso mai di ripetere a me stessa e agli altri: " VOLERE è POTERE, CARPE DIEM e PER ASPERA AD ASTRA"!!!

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