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Il gruppo è compatto e le alternative non mancano. ‘Fattori imponderabili’ permettendo

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Dal match di Coppa Italia contro la Sampdoria, squadra di levatura tecnica superiore, Fabrizio Castori attendeva soprattutto una risposta delle cosiddette ‘seconde linee’ sul loro desiderio autentico di vivere un’esperienza intrigante all’interno di un gruppo che, molto unito e compatto, sembra già sintonizzato sulla stessa lunghezza d’onda emotiva.

Alcuni particolari lasciano pensare che nello spogliatoio, al netto delle inevitabili differenze caratteriali, regni l’armonia e tutti siano concentrati sull’obiettivo minimo di voler stupire addetti ai lavori e tifoseria. Gli abbracci dopo un gol, che coinvolgono i giocatori in campo e quelli seduti in panchina ad attendere pazientemente il loro turno, fanno ben sperare per il prosieguo della stagione.

Infatti, la compattezza di un team calcistico non può mai eludere la prova rappresentata dalla volontà di sfruttare l’opportunità concessa a chi viene impiegato meno.

E’ ancora troppo presto per ipotizzare esaltanti scenari futuri e il ruolo che la squadra potrà recitare nel sesto torneo cadetto dell’era Lotito-Mezzaroma. Anche perché la premessa del precedente quinquennio, intoccabile e strutturalmente demotivante per gli epiloghi stagionali forniti con puntualità nipponica, suggerisce a tutti di restare con entrambi i piedi saldamente ancorati nella realtà.

Però, ieri è stato bello ammirare il generoso e caparbio approccio al match di Giannetti, animato dal desiderio di ritagliarsi uno spazio e riscattare l’opaca stagione appena archiviata. Il ragazzo è sceso in campo con il piglio feroce del contradaiolo senese, lottando su ogni pallone, verticalizzando senza soluzione di continuità, svariando sulle corsie esterne e difendendo efficacemente in occasione dei calci da fermo doriani. Una partita di sostanza, nobilitata da un ottimo assist fornito a Casasola che ha sfiorato il gol del pari. La gestione maccheronica di un pallone in area ligure con le spalle rivolte alla porta, non può cancellare i settanta minuti intensi disputati dall’ex punta del Livorno.

Altre due prove attese erano quelle di Mantovani e Dziczek, entrambi assenti da tempo dal rettangolo di gioco. L’esame è stato superato in pieno, al netto di subentrate difficoltà atletiche a gara in corso.

L’ex virgulto della cantera torinista, nell’occasione promosso capitano, ha dato vita ad una prestazione essenziale ed ordinata, dimostrando di essere ormai sulla strada del pieno recupero. Una carta importante in più per Fabrizio Castori, che già può contare sulla crescita costante della coppia Aya-Gyomber. Mantovani, inoltre, alimenta le possibilità del trainer di optare per un solido 3-5-2 incardinato su un terzetto di centrali affidabile per la categoria.

Primo tempo di spessore anche per il giovane metronomo polacco, che sembra aver già accantonato le preoccupazioni legate al malore patito in allenamento alcune settimane fa. Sempre nel vivo dell’azione, ha recuperato importanti palloni a ridosso della difesa, prima di smistarli con ordinata rapidità ai compagni alternando gioco lungo e corto. Gara di grande temperamento, nel corso della quale non ha mai tirato indietro la gamba, sia in fase di contrasto, sia nel garantire un podismo teso a mantenere compatti i reparti.

La Salernitana cresce sotto tutti i punti di vista (classifica, morale, coesione e determinazione del gruppo, possibilità tecniche), bisogna solo sperare che i ‘fattori imponderabili’ non irrompano per l’ennesima volta sulla scena.

Maurizio Iuliano

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