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La Salernitana e il non presentarsi in campo…da Reggio a Reggio

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Come è oramai noto, la Reggiana non si è presentata quest’oggi all’Arechi di Salerno per disputare la partita contro la Salernitana valevole per la 6/a giornata di Serie B 2020/2021 avendo la rosa decimata a causa dei positivi al Covid-19.

Attualmente, avendo la Regia già utilizzato il bonus rinvio a disposizione sette giorni fa con il Cittadella, il regolamento consegna i tre punti a tavolino alla Salernitana. Spulciando nella storia della Bersagliera, vi è un episodio quasi similare con i granata protagonisti.

Correva la stagione 1974/1975 e la Salernitana disputava il torneo di Serie C girone C. Un campionato dove la tenuta societaria era a dir poco traballante. Il presidente granata, il farmacista Amerigo Vessa, ebbe a inizio stagione la mazzata della condanna a pagare un credito di 90 milioni all’ex patron della Salernitana Pasquale Gagliardi.

Una condanna che per forza di cose portò Vessa a ridurre il budget a disposizione per la costruzione della squadra, affidata alle cure tecniche di Ettore Recagni. La Salernitana però, nella prima parte di stagione, soffrì moltissimo le vicissitudini societarie. Dopo appena 5 punti in 9 giornate e una sola vittoria contro la Cynthia Genzano per 1-0 alla seconda giornata, Recagni rassegnò le dimissioni.

Vessa si affidò al “core de Roma” Giacomo Losi, che riuscì a risollevare le sorti della Salernitana e trovò una boccata di ossigeno in società in quanto venne affiancato da Giovanni Benvenuto e Cesare Trucillo. Nonostante questo, gli stipendi non venivano pagati ai calciatori. Attenzione, non erano certo stipendi da cifre da capogiro e parecchi giocatori versavano in chiare difficoltà economiche per affrontare la vita di tutti i giorni.

E alla fine, il gruppo decise per una protesta clamorosa alla vigilia della sfida di Reggio Calabria contro la Reggina del 20 aprile 1975, 30/a giornata di campionato. La Salernitana non sarebbe scesa in campo per sciopero e al suo posto avrebbero giocato i ragazzi della Berretti.

Uno sciopero che però non venne concretizzato. Il sindaco di Salerno, il Cavalier Alfonso Menna, divenne protagonista facendosi mediatore tra la società e la squadra, allo scopo di evitare alla città la brutta figura della mancata presenza della prima squadra cittadina in campo. Menna assicurò alla compagine di Losi che nella settimana successiva i calciatori avrebbero ricevuto uno stipendio (così accadde) per far fronte alle loro esigenze quotidiane.

La squadra così partì nella tarda serata di sabato 19 aprile, giungendo all’hotel Jolly di Reggio Calabria verso le 3 di notte. Una trasferta notturna che non poté non ripercuotersi nella prestazione del giorno dopo, che vide i granata soccombere agli amaranto per 3-1. Da Reggio Calabria a Reggio Emilia con la Reggiana che non si presenta all’Arechi. Per dare sempre di più ragione alla teoria vichiana dei “corsi e ricorsi” storici.

Amatino Grisi

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