Nowhere significa, in inglese, “da nessuna parte”.
#Seneva, nei cori dei tifosi, è locuzione che si abbina a “capolista”.
Da Castori a Castori, dal 2008 al 2020 – lo sancirà il giudice sportivo – la capolista se ne va.
Passa, questo primato, attraverso la nebbia di Venezia con l’Empoli che stava comunque soccombendo.
Passa, soprattutto, attraverso un tempo malato, abitato da uomini di scarsa qualità.
Nowhere significa “da nessuna parte”. È il luogo dove abita la giustizia, in questa terra desolata dove la Ragione è di tutti.
Ben lontani come siamo dai titoli di coda, è però talmente sorprendente questo primato che conviene distribuire i meriti e ringraziare per il contributo.
Con il buonismo che si addice a momenti simili dirò: è merito di tutti.
Merito dei tifosi, sì, ché abbiamo preferito non vedere, ché abbiamo verniciato di bisogno di normalità nel tempo presente una situazione che – se raccontata due anni fa – sarebbe apparsa per quel che è: un romanzo di fantascienza di scarsa qualità.
E se la questione viene focalizzata nel nostro piccolo orticello, è giusto dire che le regole (le regole) sono state da tutti sottoscritte e condivise, e vanno rispettate ora che vanno a nostro vantaggio. Ineccepibile.
È merito degli avversari che soccombono. Conta poco se, invece di Tutino o Đurić, il marcatore decisivo ha la maglia numero 19 e si chiama Covid.
Il bonus era speso, le lamentele inutili.
Ed è merito soprattutto del management e della Società, non bisogna disconoscerlo. Disconoscerlo sarebbe intellettualmente disonesto.
Giusta la linea mediatica del “vorrei ma non posso”, giusto rispedire al mittente le dichiarazioni di Adriano Galliani, buone come il cavolo a merenda, credibili come Schettino che parla di sicurezza a bordo di una nave.
Nel rispetto delle regole quindi, dopo immemore tempo, la Salernitana torna in vetta da sola nel campionato cadetto.
Non lo farà accompagnata da sfilate di auto, clacson strombazzanti, fuochi d’artificio.
Le regole, nel vietare gli assembramenti, impediscono anche questo.
E, signori, siamo tutti per il rispetto delle regole.
Lo vieta – spero/auspico – forse anche un residuo senso di pudore nascosto dietro le nostre chirurgiche mascherine.