Con l’Italia ferma, tra restrizioni e decreti più o meno rispettati, il teatro è uno dei settori che maggiormente soffre lo stato di “chiusura” quasi totale. Sipario calato fino a data da destinarsi, con festival, spettacoli e laboratori teatrali annullati in tutta la nazione. Chiusura forzata, dopo l’aumento esponenziale dei contagi, giunta, ironia della sorte, proprio nel momento clou dell’anno, ossia in piena composizione dei cartelloni invernali. Uno stop che renderà impossibile raggiungere il minimo di repliche, di numero di spettatori e di giornate lavorative. Questo, in soldoni, lo stato del Teatro al tempo del COVID-19, con il disagio, ormai sempre più crescente, di attori, registi, tecnici e delle varie maestranze dell’arte del palcoscenico. In più, è bene sottolineare che, a prescindere dai danni economici che gioco forza sarà costretto a fronteggiare, per un attore c’è da combattere anche la cosiddetta “astinenza” da palcoscenico. Il tutto, come se non bastasse, tra l’indifferenza generale di chi relega, consapevolmente o meno, qualsiasi forma di intrattenimento alla condizione di superflua, non essenziale.
Tra i vari artisti salernitani impossibilitati a svolgere il proprio lavoro c’è anche Ciro Girardi, attore di teatro e volto noto in città anche per le varie partecipazioni sul piccolo schermo “nostrano”… e non solo. Da sempre, per lui, l’amore per l’arte e per la Salernitana viaggiano di pari passo. Un filo conduttore che lega, in buona sostanza, le sue due passioni di una vita.
Ciao Ciro. Innanzitutto, come giudichi la Salernitana di quest’anno? Può essere l’anno giusto per “uscire dall’anonimato”?
«Pur non avendola mai vista dal vivo, ma soltanto in Tv, devo dire che a me piace come gioca. Più che uscire dall’anonimato, comunque, dovremmo uscire da altre situazioni. Io sono della generazione del “Quest’anno è Serie B”, e puntualmente non si riusciva. Dunque, pronunciare la prima lettera dell’alfabeto, per me, è uno “sforzo” troppo grande. Senz’altro, però, questa squadra può raggiungere tranquillamente i play-off. Ripeto, credo che principalmente dovremmo uscire da certe situazioni che non ci permettono di sognare.»
Di te, a Salerno, si ricordano anche le partecipazioni alle trasmissioni “C. N. P.” e “Zeresimo minuto”. Un filo conduttore, in buona sostanza, che ha sempre legato l’arte con la Salernitana…
«Quella è stata un’avventura bellissima. Il primo C.N.P nasce con la Salernitana del ’96, quando il compianto Masinga ci regalò la salvezza con il suo gol al Castel di Sangro. Noi prendevamo spunto dalla Salernitana, sostanzialmente, per divertirci. All’epoca era tutto diverso. Si parlava molto di più di Salernitana nelle Tv private rispetto ad oggi. Ora abbiamo altri mezzi. C’è internet, seguiamo i social. Prima le “voci” erano poche, e si cercava di “prendere in giro” gli allenatori e i calciatori dell’epoca che, onestamente, erano anche più particolari di quelli attuali.»
Tra l’altro, fin dalla nascita del club, hai fatto parte dei “Toi Fipao”, uno dei gruppi ultras più importanti della storia granata. Segno evidente che la Salernitana, per te, è ben più di una semplice passione…
«Beh sì, sono stato sempre tifoso della Salernitana. La prima partita che ho visto è stata, in occasione del cinquantesimo anniversario della squadra, Salernitana-Milan al Vestuti nel ’69. Fu un’amichevole organizzata in onore dei primi cinquant’anni di storia con il Milan che, all’epoca, veniva dalla vittoria della Coppa dei Campioni con Prati e Rivera. Avevo tre anni e ricordo che mi misi a piangere con mio padre perché volevo andare a vedere la partita a tutti i costi. Da quel momento non ho mai smesso di seguirla.»
Ritornando al tuo lavoro. Come stai vivendo questo difficile momento di chiusura forzata dei teatri?
«Male, soprattutto perchè ti viene la tentazione di fare altre cose e abbandonare questo lavoro perché è sempre meno sicuro. In realtà, il teatro è sempre stato in crisi, ma la chiusura ha spento anche il lumicino che ci permetteva di restare in vita. Questi sono momenti brutti, perché l’attore cerca di trovare strade diverse.»
Hai dei progetti in cantiere per il prossimo futuro?
«Andare a guardare i cantieri, anche perchè l’età avanza. Scherzi a parte, ultimamente ho realizzato uno spot istituzionale molto carino per il Comune di Rutino, intitolato “Rutino in Cilento”. Altri progetti, purtroppo, non ce ne sono. Sono in attesa che, finalmente, possano riaprire i teatri.»
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