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Salernitana-Reggina, la doppia casacca – Ivan Franceschini

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Mirko Cudini, Ciro Ferrara, Luca Fusco. Nomi incastonati nella mente di ogni tifoso della Salernitana, poiché costituivano il reparto di difensori centrali della rosa agli ordini di Delio Rossi che 23 anni fa riportò la Bersagliera in Serie A dopo mezzo secolo di assenza.
Ma a quel terzetto di nomi ne manca uno. Uno che a Salerno scrisse la sua prima pagina importante della sua personale storia calcistica, per poi scriverne altre fondamentali nel calcio – e nella vita – a Reggio Calabria.

Ivan Franceschini, ecco il nome mancante. Parmense di Fornovo di Taro, Franceschini crebbe nel Parma ma all’età di 20 anni provò l’ebbrezza dell’esperienza all’estero, trasferendosi all’Olympique Marsiglia, in Francia. Una squadra nobile, ma che nella stagione 1996-1997 era una neopromossa in Division 1, poiché aveva dovuto riconquistare sul campo la massima categoria persa d’ufficio prima nel 1994 per lo scandalo a firma Bernard Tapie, ex patron dell’OM, che aveva organizzato la combine nella partita con il Valenciennes e poi nel 1995 per irregolarità finanziarie.

Benché debuttante, Franceschini si fece ben valere, collezionando 23 presenze. Un torneo che gli valse l’attenzione della Salernitana. Aliberti e Rossi lo vollero proprio per affiancare un giovane già temprato agli esperti Cudini e Ferrara in difesa. E così fu. Franceschini partì dietro nelle gerarchie, ma seppe sempre farsi trovare pronto. Alla fine collezionò 23 presenze segnando 1 rete alla penultima di campionato nella vittoria col Foggia per 3-2.

Purtroppo, non venne riconfermato in Serie A e la Salernitana lo cedette alla Lucchese. Dopo l’esperienza in Toscana, un anno al Genoa e nel 2000 l’approdo alla Reggina. I calabresi, al primo anno, lo mandarono in prestito al Chievo (squadra con cui Franceschini centrò la sua seconda promozione in A) e poi, nel 2001, tornò alla Reggina e fece tris di promozioni in massima serie. Fu la prima di cinque stagioni importanti in amaranto, con la già citata promozione e quattro salvezze consecutive in Serie A. Ma non solo calcio. Franceschini a Reggio Calabria trovò l’amore, sposandosi e avendo due figli: Carlotta ed Emanuele.

Nel 2006, venne acquistato dal Torino neopromosso in A. Con i granata del nord disputa tre campionati, l’ultimo dei quali però coincidente con la retrocessione in B. Nel novembre del 2009, svincolato, approdò al Cesena dove ottenne la sua quarta (e ultima) promozione in Serie A, sebbene vissuta da comprimario con 13 presenze.

L’anno successivo passò al Portogruaro, neopromosso in B, ma con sole 17 presenze all’attivo non riuscì a contribuire alla salvezza. Nel 2011, tornò a Reggio Calabria, ma in Serie D con l’Hinterreggio. Due stagioni, con la storica promozione in Lega Pro nella prima e una retrocessione giunta solo dopo playout con il Gavorrano nella seconda. Al termine di quest’ultima, appese le scarpette al chiodo. Attualmente, è allenatore svincolato dopo le esperienze con Cittanovese, Palmese e Castrovillari.

Amatino Grisi

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