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IL DOCUFILM DI GIACOMO TEDESCO: “MAI SOLO”!

Il titolo dell'opera prende spunto dal coro dedicato a Matteo Leone dai suoi amici

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Giacomo Tedesco il film
Giacomo Tedesco il film
Tempo di lettura: 3 minuti

Giacomo Tedesco riveste ancora un ruolo da protagonista, non solo nei ricordi degli appassionati dell’Ippocampo, ma anche e soprattutto nel Docufilm “Mai Solo” che, proprio domani, 28 Agosto, sarà possibile vedere integralmente attraverso YouTube. Il quarantacinquenne palermitano, infatti, ha sposato – sin da subito – il  progetto caldeggiato e fortemente voluto da Lorenzo Anfuso –  suo addetto stampa e– che lo vedrà principale interprete di un’iniziativa volta a ripercorrere le tappe fondamentali della sua esperienza a Salerno. Il titolo del Docufilm è nato proprio durante il viaggio a Salerno, dall’incontro con i tifosi avvenuto nel Centro Storico, ascoltando un coro dedicato ad un amico tragicamente scomparso. “You’ll never walk alone, Matteo!”.

L’ex centrocampista granata ha raccontato alla redazione di SoloSalerno la nascita e l’evoluzione di questo affascinante progetto.

Com’è nata l’idea di realizzare un docufilm?

L’idea di questo documentario mi è stata proposta da Lorenzo Anfuso, che con la sua agenzia di produzione OhMyGAD! ha voluto raccontare questo bel viaggio a Salerno in occasione del Camp organizzato a inizio giugno con Luca Fusco. Mi è sembrata una cosa interessante e ho accettato ben volentieri.

Come mai hai scelto proprio Salerno per sviluppare questa iniziativa, nonostante tu sia stato protagonista anche in altre realtà, altrettanto importanti?

Mi sono sentito apprezzato in tutte le piazze nelle quali ho avuto la fortuna di giocare. Salerno per me e la mia famiglia ha rappresentato la prima tappa fondamentale della mia crescita. Per me era la prima esperienza lontano da casa, insieme a mia moglie. A Salerno è nato il mio primogenito e mi sono sentito adottato dalla città e dai salernitani. Spero che col documentario si percepisca l’amore che provo per questa piazza splendida.

Quanto tempo hai impiegato per realizzare questo progetto?

In realtà è stato tutto molto naturale. Lorenzo aveva sempre la fotocamera in mano e mi ripeteva di non farci caso (ride, ndr). Come detto,mi faceva piacere far vedere ai salernitani quello che rappresentano per me direttamente dalla nostra prospettiva. Spero vi piacerà.

Quali sono i luoghi del cuore quando torni a Salerno? Hai delle tappe imprescindibili?

Sicuramente il lungomare, così come il porto. Il richiamo del mare è qualcosa che ho dentro da sempre e quando torno a Salerno non vedo l’ora di uscire col mio amico Giuseppe per una battuta di pesca, l’altra mia grande passione. Poi mi piace molto passeggiare per il centro storico, dove si sente  davvero battere il cuore di Salerno.

Che emozione ti suscita rivedere la Salernitana nel massimo campionato italiano?

Un’emozione immensa. Abbiamo tifato tutti per questa promozione. Lo ripeto sempre e non credo mi si possa dire di essere di parte: il tifo e la passione dei salernitani è da Serie A, a prescindere dalla categoria. Quello è il posto che merita questa piazza.

Volendo azzardare un pronostico, come credi possa svolgersi  la stagione di mister Castori e dei suoi ragazzi?

Io spero possa fare bene. La squadra, con gli ultimi arrivi dal mercato, sembra sempre più completa e già dal match contro il Bologna si è visto come questo gruppo sarà votato al sacrificio e alla ‘battaglia’ in campo. Per salvarsi servirà anche una buona dose di fortuna, quella purtroppo sarà una delle poche cose che non dipenderà dalla squadra di Castori. Speriamo bene, bisogna sempre crederci e non mollare mai. L’Arechi sarà fondamentale.

Avremo il piacere di vederti quanto prima – come anticipasti tempo fa – in curva sud assieme ai tifosi ?

L’ho promesso e lo farò. Lo scoprirete anche nel documentario. Non so ancora bene la data, ma spero nel periodo natalizio di tornare a Salerno e andare in curva, in mezzo si tifosi. Per vivere le emozioni dall’altro punto di vista.

Quanto ti manca uscire dal tunnel, pestare il manto verde dell’Arechi, voltarti verso la Sud, vedere il muro di supporters e sentire i loro cori a sostegno dell’Ippocampo ?

Moltissimo. Quella è davvero un’emozione unica. Il documentario si chiuderà proprio all’Arechi e la risposta a questa domanda credo l’avrete direttamente lì. È un qualcosa che è molto complicato da spiegare a parole. Adrenalina pura.

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Sono Raffaella Palumbo, classe 1990, salernitana dalla nascita. Per varie vicissitudine, sono espatriata a Genova da quando avevo 21 anni, nel capoluogo ligure esercito la professione di insegnate. Amo la vita in tutte le sue sfaccettature, non trascuro i dettagli. L'ottimismo, la curiosità, la follia, l'intraprendenza ed il sorriso sono caratteristiche di cui non posso fare a meno. Tra le gioie più grandi della mia vita rientra mia figlia: Martina. La pallavolo, la scrittura, i viaggi e la Salernitana sono le mie principali passioni. La benzina delle mie giornate risiede in tre espressioni che non cesso mai di ripetere a me stessa e agli altri: " VOLERE è POTERE, CARPE DIEM e PER ASPERA AD ASTRA"!!!