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Giorgio Cerizza: «Mondonico un maestro di calcio e di vita. Una fortuna averlo incontrato».

Un ritratto inedito dell'ex allenatore dell'Atalanta attraverso le prole del dott. Cerizza, con il quale ha collaborato per allontanare i ragazzi dal vortice delle dipendenze.

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Giorgio Cerizza è uno di quei dottori che ognuno di noi spera di incontrare nella propria vita. Un medico che ha dedicato la sua vita alla lotta contro le dipendenze di qualsiasi tipo. Fondatore nonché anima dell’associazione “L’approdo” che oltre venticinque anni si adopera per la prevenzione del disagio legato alla dipendenza da sostanze legali e illegali e nella riabilitazione degli alcolisti e delle dipendenze in genere, compreso il gioco d’azzardo.

Cerizza è autore di libri interessanti come “La paura oltre l’alcol” e “alcol, quando il limite diventa risorsa”, editi da Franco Angeli.

Voi direte che cosa c’entri questo con solosalerno.it che si occupa esclusivamente di questioni sportive, legate alla Salernitana ed al suo mondo? La risposta è semplice: il nome di Giorgio Cerizza è legato a doppio filo a quello di un grande allenatore scomparso, vale a dire Emiliano Mondonico, scomparso nel marzo del 2018. Alla vigilia della gara tra Salernitana ed Atalanta abbiamo voluto ricordare il “Mondo” attraverso le parole di chi lo ha conosciuto bene. Mondonico, infatti, non è stato solo un grande allenatore ma ha lavorato moltissimo nel sociale collaborando con il dott. Cerizza aiutando, attraverso il gioco del calcio, i ragazzi a riprendere in mano la propria vita devastata dalle dipendenze.

Dott. Cerizza, ci spieghi in breve cosa significa occuparsi di dipendenze?

«Attualmente sto avendo a che fare con i giovani dai 16 ai 30 anni. Cerco di accompagnarli da una dipendenza ad una loro autonomia. Dipendenza non significa soltanto da sostanze stupefacenti ma anche gioco d’azzardo e ludopatie di ogni genere»

La nostra curiosità, però, è legata al suo rapporto che ha avuto con Emiliano Mondonico. Per lei è stato un incontro importante?

«È stato un incontro fondamentale per me cominciato in modo del tutto occasionale, visto che lui è di Rivolta d’Adda, città nella quale abbiamo messo le basi per i nostri progetti. Lui pensava che lo sport fosse elemento utile e necessario nell’accompagnare questi ragazzi a riacquistare una propria autonomia non solo come atleti, ma soprattutto come persone. Lui vedeva che io, attraverso il nuoto, la corsa ed altre discipline, cercavo di arricchire la giornata di questi ragazzi. Un giorno si è presentato da me e mi ha chiesto di collaborare. A me è sembrato di toccare il cielo con un dito».

Giorgio Cerizza e Emiliano Mondonico

Da quel giorno è cominciato tutto

«Si. Ovviamente è stato il calcio il volano di tutto. Emiliano sapeva che il calcio poteva essere una evoluzione della vita. Segnare un gol significava attraversare tutte le difficoltà della vita. La tua squadra rappresentava le persone vicine che ti possono dare una mano, senza aiuto di sostanze esterne mentre la squadra avversaria rappresentava le difficoltà della vita stessa. Non pensare alla squadra avversaria come un nemico ma come mezzo per affrontare tutte le problematiche della vita. Più gli avversari sono forti e più saprai valutare le tue capacità. Emiliano era un maestro nel far capire ciò ai ragazzi. La partita è la vita e la nostra vita è un campionato. Si può vincere, si può perdere ma bisogna sempre credere in sé stessi e combattere».

Mondonico ha creduto in questo progetto fino alla sua scomparsa

«Tre giorni prima che lui morisse era con noi sul campo. Poche ore prima che lui chiudesse gli occhi definitivamente mi ha detto di proseguire e di non fermarmi. Mi ha detto io non potrò seguirti più ma tu devi andare avanti. Noi lo abbiamo fatto fino a quando il Covid non ce lo ha impedito. In tutto ciò, devo rimarcare la sensibilità dell’Atalanta che ci ha seguiti mandandoci Finardi al posto di Emiliano con l’obiettivo di non vanificare tutto il lavoro fatto. Adesso riprenderemo, perché Emiliano deve essere ricordato proprio per il contributo di esperienza che ci ha regalato. Adesso ci sta pensando la figlia Clara, attraverso l’associazione Emiliano Mondonico, a portare avanti le idee del papà».

Emiliano Mondonico, Giorgio Cerizza e “Ciccio” Valenti.

Che riscontri avete avuto in quel periodo da parte dei ragazzi che vi hanno seguito? Quali sono stati i risultati ottenuti?

«Dire che tutti hanno superato i loro problemi sarebbe un peccato di presunzione. Posso dire che il novanta per cento delle persone che abbiamo seguito ha ripreso in mano la propria vita. Sono proprio i ragazzi che hanno superato i problemi che ci aiutano con le loro testimonianze quando organizziamo eventi a nome di Emiliano».

Non posso esimermi dal farle una domanda di carattere sportivo. Domani si giocherà Salernitana-Atalanta. Come la vede?

«Io tifo Inter ma la mia seconda squadra è l’Atalanta perché è una società che ci sta vicino e perché il nome di Mondonico è strettamente legato all’Atalanta. Lui è stato legato a tutte le piazze in cui ha allenato. Posso dire solo vinca il migliore e spero che sia una partita combattuta ma corretta, sofferta ma nello stesso tempo divertente».