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Maria Pia Beltran (Dazn):«L’intento di Ribèry non è mettere in luce se stesso, lui vuole far brillare la Salernitana»

La giornalista di Dazn ha vissuto la gara tra Venezia e Salernitana a bordocampo, con emozione ed oggettività ha analizzato e raccontato i dettagli dello scontro diretto tra le due sfidanti.

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A Venezia la Salernitana è riuscita a conseguire una vittoria importantissima. Le emozioni della decima giornata di serie A – vissute allo Stadio Pierluigi Penzo – accompagneranno tutti gli appassionati dell’Ippocampo fino all’infuocato derby di domenica con l’irrefrenabile Napoli.

Per enfatizzare la prima vittoria esterna dei granata, la redazione di SOLOSALERNO ha intervistato la giornalista italo-argentina Maria Pia Beltran. La giornalista di Dazn – da sempre super sportiva – iniziò a sviluppare all’età di sette anni un’intensa passione, non solo per la pallavolo, ma, anche per il calcio. L’amore per il pallone si confermò e suggellò dal suo barbiere di fiducia, quando, per esaltare il valore del suo idolo, Ronaldo, chiese di frasi tagliare i lunghi boccoli castani come il suo campione.

Maria – presente durante l’incontro di martedì sera a Venezia, nelle vesti di bordocampista – ha catturato, raccontandoceli, i dettagli relativi allo scontro diretto tra i granata e gli arancio-nero-verde.

Quali sono state le prime sensazioni da bordo campo, c’era serenità e coesione sulla panchina granata?

Durante il riscaldamento la Salernitana era esattamente difronte a me. Sul versante granata c’era tantissima serietà, mentre, i ragazzi del Venezia alleggerivano il prepartita con sorrisini e battute varie. La squadra di Colantuono era, invece, concentratissima. Trapelava dalle espressioni di ognuno l’importanza del match che si sarebbe giocato di lì a poco. Gli allenatori, sin da subito, sono stati tesi come due corde di violino, soprattutto, durante le indicazioni che davano alle rispettive squadre. Prima della gara abbiamo intervistato sia Zanetti che Colantuono, entrambi erano consapevoli della delicatezza dell’incontro.

Quale elemento ha fatto la differenza durante il match del Penzo?

Ciò che è emerso – più di ogni altra cosa – è stato Frank Ribéry: la sua grandezza, la sua imponenza. Il francese ha preso per mano la squadra, passava tutto per i suoi piedi. All’ottantacinquesimo minuto di gara correva ancora come se fosse stato un ragazzo di vent’anni. Dava una mano in difesa, tornava in attacco… la grinta e l’espressività corporea incantavano, è stato infermabile. Si vedeva che ci teneva a dare il buon esempio, ha fatto tutto quanto era in suo possesso per coinvolgere i suoi compagni. Ha un carisma unico. È un campione genuino, non vuole mettere in luce se stesso, ma, il suo intento è far brillare i suoi compagni, la sua Salernitana. Ribéry è al servizio del gruppo: consapevole delle sue potenzialità e dei successi conseguiti in carriera, ha l’intento unico di restituire al calcio ciò che il calcio gli ha dato in tanti anni. Un’altra scena molto bella di Frank c’è stata quando ha abbracciato Henry, le immagini che abbiamo visto non sono così scontate e ricorrenti sui campi di calcio.

Il francese merita ampiamente e decisamente la fascia da capitano…

Prima dell’incontro c’è stata l’opportunità di parlare con Djuric, il bosniaco ha sottolineato che nello spogliato esistono due capitani, nonostante in campo ne scenda solo uno con la fascia ufficiale. Ribèry e Di Tacchio sono due uomini con caratteristiche e ruoli differenti, rappresentano una sorta di rafforzativo per tutti i membri della Salernitana, sono due punti di riferimento.

 Quali sono state le indicazioni vincenti che Colantuono ha trasmesso ai suoi ragazzi per ostacolare e battere il Venezia?

Nel primo tempo, Colantuono ha chiesto più volte di dare velocità al giro palla, in quanto, i padroni di casa sembrava avessero maggior controllo della partita, ma, la Salernitana non si è fatta schiacciare. I granata hanno tenuto la pressione alta, il baricentro è salito sempre più… Colantuono – durante la prima frazione di gioco – ha preso le misure. Ha insistito parecchio sulle sovrapposizioni dei giocatori. Non voleva dare troppi riferimenti e chiedeva un movimento maggiore a centrocampo. È stato molto lucido, anche dopo lo svantaggio iniziale, non ha avuto reazioni negative, non si è allarmato, ha continuato a dare suggerimenti dettagliati. Questa consapevolezza, questa sicurezza non può che fare bene alla squadra.

Quali sono state le reazione sulla panchina del Venezia dopo l’espulsione di Ampadu??

Zanetti ha imputato a quest’episodio il risultato finale, poi, è intervenuto anche il presidente del Venezia. Proprio Niederauer si è sfogato con toni molto accesi, ha detto che la sua squadra ha ricevuto un trattamento ingiusto. Inoltre, Colantuono ci ha riportato che, nonostante a fine gara abbia tentato di salutare il presidente del Venezia, quest’ultimo ha avuto uno “scattato”, una brutta reazione, lo ha risposto con toni molto accesi facendogli il segno della “L”. Essendo americano, si è pensato volesse riferirsi alla parola “loser”. Inoltre, anche Bonazzoli e Zanetti hanno avuto uno scambio di parole abbastanza forte durante la gara, ma allo scadere dei minuti di recupero il tutto si è sciolto in un abbraccio.

Come immagini il derby di domenica tra Salernitana e Napoli?

Il Napoli quest’anno sta disputando un campionato magistrale. Spalletti è tornato in Italia con una maturità calcistica ed emotiva che sta facendo la differenza. Sembra che il mister a Napoli abbia trovato la dimensione giusta. In un’intervista disse di avere una “simpatia selettiva”, una caratteristica che negli anni passati lo ha indotto ad innescare diversi scontri con alcuni calciatori in più squadre da lui allenate. Nel Napoli, invece, sembra avere sintonia con tutti, ciò depone a favore dell’intero contesto. Per quanto riguarda domenica, credo che il Napoli concederà poco, la posta in palio è troppo alta per permettersi passi falsi e cedere il passo alle dirette inseguitrici dello scudetto.

Al termine dell’intervista Maria Pia ci ha raccontato una parentesi simpatica, un episodio che ha vissuto durante il viaggio in treno prima di raggiungere Venezia…

Difronte a me c’erano seduti due signori tra i 50 e i 60 anni, erano originari di Salerno ma vivevano a Milano, ormai, da molto tempo. Mi hanno spiegato che la trasferta di martedì pomeriggio verso Venezia era il viaggio che sognavano di fare quando avevano 18 anni, avrebbero voluto abbinare la vista in laguna con una partita della Salernitana. A distanza di anni e con soddisfazione mi raccontavano di essere riusciti a realizzare – quel giorno – il loro desiderio. Indossavano con fierezza la sciarpa al collo, avevano lasciato a casa moglie e figli e fremevano dalla voglia di vivere insieme quel viaggio che avevano lasciato in sospeso, sognando di tornare a casa con una vittoria da poter raccontare.

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Sono Raffaella Palumbo, classe 1990, salernitana dalla nascita. Per varie vicissitudine, sono espatriata a Genova da quando avevo 21 anni, nel capoluogo ligure esercito la professione di insegnate. Amo la vita in tutte le sue sfaccettature, non trascuro i dettagli. L'ottimismo, la curiosità, la follia, l'intraprendenza ed il sorriso sono caratteristiche di cui non posso fare a meno. Tra le gioie più grandi della mia vita rientra mia figlia: Martina. La pallavolo, la scrittura, i viaggi e la Salernitana sono le mie principali passioni. La benzina delle mie giornate risiede in tre espressioni che non cesso mai di ripetere a me stessa e agli altri: " VOLERE è POTERE, CARPE DIEM e PER ASPERA AD ASTRA"!!!

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