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Salernitana-Sampdoria, la doppia casacca – Francesco Palmieri

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Nel calcio moderno, il ruolo di seconda punta sembra essere oramai in via di estinzione. Il classico “numero 11”, capace di fare da spalla al centravanti, di inserirsi negli spazi stretti da questi creati e di garantire quella decina di reti a campionato necessariamente complementari alle 15-20 siglate dal bomber “principale”. Ebbene, Francesco Palmieri è stato nella sua carriera un buonissimo interprete del ruolo di seconda punta.

Nato a Bari il 24 settembre 1967, dopo tanta C con Centese, Francavilla, Baracca Lugo e Bologna e una puntata in B con il Cosenza nella stagione 1994/1995, nell’estate del 1995 passa al Lecce. Sotto la guida di Gian Piero Ventura, costituisce con Cosimo Francioso una coppia di veri e propri “gemelli del gol”. Il primo anno, i suoi 10 gol si affiancano ai 21 di Francioso e trascinano il Lecce in B. La stagione successiva Palmieri ne mette a referto 14 di reti che unite alle 15 di Francioso vogliono dire promozione in Serie A.

Nell’estate del 1997, la coppia si sfalda. Francioso viene ceduto al Genoa e Palmieri rimane “orfano”. Il suo primo campionato di Serie A della sua carriera va anche personalmente bene, dato che segna 10 reti, ma i vari Atelkin e Iannuzzi non possono compensare l’apporto del suo vecchio compagno d’attacco. Così il Lecce retrocede in B, ma Palmieri rimane in Serie A, approdando alla Sampdoria.

In blucerchiato trova la stella Ariel Ortega, numero 10 dell’Argentina prelevato dal Valencia, e Vincenzo Montella. Sulla carta, Palmieri parte indietro loro due nelle gerarchie. Ma Montella sta fuori a lungo per infortunio e quindi il barese diventa titolare. La stagione è simile a quella di Lecce dell’anno prima. Buona a livello personale, con 8 reti siglate, ma pessima a livello di squadra visto la retrocessione della Samp.

Palmieri rimane in blucerchiato anche in Serie B, dove ritrova Gian Piero Ventura in panchina, gli viene affidata come a Lecce la fascia di capitano e costituisce con Davide Dionigi una coppia offensiva di tutto rispetto. Nonostante queste premesse, la Sampdoria non riesce a centrare la promozione sebbene Palmieri metta a referto 6 reti.

Nella stagione successiva imbocca la parabola discendente della sua carriera. Palmieri passa al Piacenza ma in autunno, essendo chiuso da Caccia e Rastelli, decide di approdare al Pescara. In Abruzzo, sotto la guida di Giovanni Galeone le cose sembrerebbero andare bene (2 reti in 8 presenze). Ma Galeone viene esonerato e al suo posto approda in biancazzurro Tarcisio Burgnich che dà il benestare a uno scambio con la Salernitana. Vincenzo Chianese passa al Pescara, mentre in granata arriva proprio Francesco Palmieri.

I 6 mesi dell’attaccante barese a Salerno non sono certo indimenticabili. Sono appena 13 le presenze con un solo gol segnato, l’11 febbraio 2001 nel successo per 2-0 al Monza. Nel finale di stagione, lascia spazio al baby Fabio De Luca. A fine torneo, approda al Bari. Con la maglia della squadra della sua città disputa le ultime due stagioni della sua carriera, con 8 gol in 39 presenze totali. Attualmente, ricopre l’incarico di responsabile del settore giovanile del Sassuolo.

Non sappiamo se nel calcio moderno ci sarà ancora spazio per il ruolo di “seconda punta”. Certamente sappiamo che Francesco Palmieri ha saputo dare grande lustro e dignità al “numero 11”.

Amatino Grisi

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