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Di Fiordi e di Eroi

Una storia di calcio. Il seguito a Salerno?

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Stamford Bridge, 25 settembre 1066

Lo scafo lungo e sottile sbatte senza paura in faccia agli infuriati Mari del Nord. La murata dribbla agile e sinuosa le montagne di ghiaccio semisommerse. Il pescaggio basso è preludio all’assalto di ogni riva. 

Se avessero chiesto, mille anni fa, del più fulgido esempio high-tech, avreste replicato senza remora: le imbarcazioni vichinghe. Leggere nella forma, spostano quintali di muscoli, barbe ed idromele: hanno determinato l’unificazione dei Clan Norreni ed hanno fame di nuove sponde. 

La Battaglia Di Stamford Bridge, Peter Nicolai Arbo

Dalle coste che oggi diremmo Norvegia, l’accozzaglia che si genuflette solo a Thor -condotta da Haråld lo Spietato– raggiunge l’Inghilterra, sventra York e dirige al bersaglio grosso. La Cavalleria Inglese, soverchiante in numero e bardata il doppio, schiaccia il nemico ai bordi di Stamford: il ponte, tuttavia, è ostruito dall’eroe prediletto dagli aedi scandinavi. Un Guerriero Vichingo, alto due metri, ferma da solo l’esercito di Sua Maestà: brandendo un’ascia danese, senza armatura, il gigante rintuzza l’assalto per un’ora. Poi, fatalmente, soccombe: con lui, l’impavido esercito delle Terre del Nord ed i sogni di conquista vichinghi.

L’Inghilterra è salva. Il Popolo di Norvegia avrebbe avuto la propria rivincita. 

Ullevål, 2 giugno 1993

Gli Inglesi vanno troppo fieri per il mondo. Quanto al Football, non ne parliamo.

Lo hanno inventato, quel Gioco lì: qualsiasi interferenza d’oltremare è imbarbarimento. Al di là della Manica qualcosa puoi pure ammettere, rivolgersi a Nord è eresia. Prima che la Premier League s’imbattesse nell’Assassino con la Faccia da Bambino, meglio noto come Ole Gunnar Solskjær, la Norvegia non era sul Mappamondo. 

Il tepore frizzante della primavera di Oslo accoglie i Tre Leoni ciondolanti spocchia e sicumera, quasi la qualificazione ad USA ‘94 spettasse loro per diritto di nascita. Il Tuono di Odino sceglierà altro destino. 

Lars Bohinen esulta dopo aver realizzato il 2-0 in Norvegia-Inghilterra, qualificazioni ai Mondiali USA ’94 – fonte: www.popoffquotidiano.it

Vaga per il campo un folletto la cui connessione tra mente e piedi profuma di mistico. Prende la scena Lars Bohinen, caprifoglio selvatico cresciuto tra i Fiordi: la illuminerà, irrimediabilmente. C’è una danza, in Norvegia, in cui tutto è improvvisazione: la chiamano halling, è abbraccio vorticoso di grazia e vigoria. Quel Bohinen deve proprio conoscerla: esibizione scolpita nell’epos. La Norvegia vince e si qualifica, Inghilterra a casa: Stamford Bridge è vendicata.

La Premier, incuriosita prim’ancora che indignata per l’affronto, apre le braccia al talento nordico: il Nottingham Forest tessera Bohinen e -più per scrupolo che altro- fissa una clausola di rescissione. Settecentomila sterline: uno sproposito, I suppose. Macchè. L’Uomo della Terra dei Sami conferma la connessione sovrannaturale tra piedi e mente: alla tecnica sopraffina abbina instancabile dinamismo. Di fatto centrocampista, è in naturale sintonia coi gol. 

Mai banali, peraltro. La storia può proseguire. 

Manchester, 25 agosto 1996

Smooky ha un’insana passione per le patatine al bacon: doti fisiche fuori dal comune, colpo di testa devastante, calcio da fermo ch’è una sentenza. Stempiatura poco cool ed esultanza old school, ha cambiato le regole d’ingaggio dell’area di rigore e trascinato una squadra di provincia al Titolo: ladies and gentlemen, Alan Shearer. Sir Alex Ferguson si prostra ma il Blackburn Rovers resiste: viepiù, paga la clausola e si regala Lars Bohinen. Il Manchester United, cui un attaccante serve proprio, ripiega lo sguardo a Nord. 

www.sportsmole.co.uk

Se la Premier League è fabbrica di sogni, ebbene essi vestono di gala nel Teatro che conoscete meglio quale Old Trafford.

RedDevils vs Rovers: ha segnato un Cruijff, qui non c’è nulla di banale. Secondo tempo, metà campo di destra per chi guarda da Charlton Stand. Una palla qualsiasi capita sui piedi di Bohinen ed è subito halling. La mente si connette al destro, che controllando sterza. McClair inebetisce e si pianta: quando arriva Irwin, Lars è già in trance. È una Longship che dribbla iceberg: il flipper tra i due piedi manda al bar la retroguardia intera. Botta sul palo di Schmeichel, che raccoglie nel sacco cotanta magnificenza.

Il Teatro ancora applaude quando Ferguson pensa al cambio. Per la prima volta, butta dentro l’attaccante sconosciuto dal Nord. Il bimbo, all’esordio, segna la prima d’una serie incalcolabile di reti col Diavolo in petto. Se vi chiedete chi fosse il bimbo, ignorate che gli Dei del Calcio tessano trame circolari: quel giorno Solskjær dà inizio alla Storia che in una notte, a Barcellona, sublimerà in Leggenda.

www.chiamarsibomber.com

Salerno, oggi

Delizioso in campo, Lars Bohinen raggiungerà la Patria Gloria per non esservi sceso in amichevole, contro la Francia d’uno Chirac che bombardava Mururoa per sfizio: ci sono intelligenze incapaci di voltarsi dall’altra parte, e vivvaddio…

Avrebbe poi giocato a Derby -ve l’ho detto, non c’è nulla di banale- dove nel ’99 diventa padre di Emil. Il quale crescendo, diverrà figlio d’arte.

Mi pare proprio d’averne sentito parlare, di recente.

A chi è malato di Calcio, dolce parrà il Valhalla.

CSKA signed 21-year-old midfielder Emil Bohinen | Top news today in Russia
www.chernayakobra.ru
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Tifoso della Salernitana e del calcio. Che ama raccontare con spensieratezza.