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Nicola non ha dubbi: Niente paura, ma dovremo avere tanta fame

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Davide Nicola non vuole sentir parlare di paura di fallire o di partita dal peso specifico diverso dalle altre: <<Dobbiamo pensare che quella di domani col Sassuolo – dichiara il tecnico granata – sia una grande opportunità per conquistare i tre punti e per proseguire nel nostro processo di crescita. Il campionato non finisce domani e non accetto il concetto di ultima spiaggia. La classifica? Quando sono venuto qua, sapevo bene quale fosse la situazione e per questo penso sia più giusto che la squadra comprenda quanto sia importante fornire una grande prestazione di volta in volta. L’obiettivo finale è noto, ma dobbiamo concentrarci sull’importanza di ogni singola partita senza andare troppo oltre>>.

Il direttore sportivo granata, Walter Sabatini, all’inizio della settimana ha parlato di disperazione da mettere in campo contro la qualità del Sassuolo: <<Loro sono in un ottimo momento, rispetto al passato hanno una dimensione in più nel gioco che è quella di cercare anche la verticalità col palleggio, ma noi, più che lucida disperazione, dovremo dimostrare di avere fame, tanta fame. E’ questo il tipo di atteggiamento che mi piace pensare una squadra debba avere. Lucida disperazione è un concetto molto sottile, preferirei parlare di fame, di voglia di vincere i duelli in mezzo al campo e di capacità di saper leggere i momenti della partita: dobbiamo proporre gioco, ma dobbiamo anche essere più pratici in alcune situazioni. Mazzocchi? Non credo sia nulla di grave, ma domani non ci sarà. Ribery sta facendo un tipo di lavoro che lo porterà ad avere una certa condizione, ma per domani non è convocato>>.

Sulla formazione: <<Ranieri e Ruggeri stanno bene, ma abbiamo provato anche altre soluzioni a sinistra. Chi al posto di Mazzocchi? Devo fare ancora una valutazione, domani vedrete>>.

Sull’ambiente: <<Se i tifosi potessero vedere i nostri allenamenti, potrebbero vedere quanto entusiasmo ci mettiamo. Ci crediamo fortemente e vogliamo andare in campo sempre per rappresentare questo senso di appartenenza che ci trasmette la nostra gente. Erano seimila a Milano, non ci fanno mai sentire fuori casa. E’ chiaro che nel nostro stadio i tifosi possono essere ancor di più un fattore per noi. Ci possono dare una grande spinta, ma il resto tocca a noi metterlo>>.

Redazione

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