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I superbi Coulibaly ed Ederson non riescono ad evitare il ritorno della Roma

Bene anche Bohinen e Ranieri. Nicola prepara bene la partita, ma le sostituzioni del secondo tempo non lo premiano al novantesimo.

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SEPE 6,5: pronto sulla bordata di Mkhitaryan, poi la pressione della Roma non va oltre un’ordinaria amministrazione gestita con discreta disinvoltura. Determinante nella deviazione in angolo sul diagonale di Zaniolo. Nulla può sui due gol giallorossi, ma trova ancora il tempo per superarsi sul tiro a colpo sicuro di Shomurodov.

MAZZOCCHI 6: la lettura difensiva iniziale non sempre è perfetta sui movimenti di El Sharaawy, però il suo dinamismo gli permette spesso di rimediare in seconda battuta. Spesso funge anche da centrale aggiunto e se la cava discretamente, poi viene sostituito nel finale 75 JAROSZYNSKI 4,5: ritorna in campo dopo tanto tempo, non accorcia e non sale sul giropalla della Roma, Perez prende la mira e trafigge Sepe. Inconsistente.

GYOMBER 6: ottima la diagonale ad arrestare il taglio verticale di Felix, reattivo in piena area nello spazzare un pallone destinato ad Abraham e sveglio nel fallo tattico su Oliveira che impedisce alla Roma di ripartire. Dal suo piede parte anche il tracciante centrale per Ederson che impegna Patricio. Felix lo brucia di rimessa, lui commette fallo prima dell’ingresso in area del giovane attaccante e se la cava con un’ammonizione. Nel secondo tempo continua a reggere con grinta quando è chiamato ad aggredire l’avversario, un po’ meno autoritario nel presidio dei sedici metri sulle palle inattive.

RADOVANOVIC 6: incertezza iniziale con Felix che gli scappa via e guadagna un corner. Poi si riscatta con gli interessi calciando la punizione imparabile che porta avanti la Salernitana. Gasato dalla prodezza, guida con autorevolezza la linea difensiva per la parte restante della prima frazione. Ripresa più titubante, nel corso della quale fa scivolare due sanguinosi palloni: sul primo è graziato dal cattivo controllo di Abraham, sul secondo Smalling non perdona. Poi continua a ballare sulle verticalizzazioni repentine dei padroni di casa.

RANIERI 6,5: molto meglio da centrale di sinistra che da terzino, nella sua fetta di campo si fa trovare sempre pronto nella protezione del palo e nel presidio dei sedici metri. Esce per infortunio.59 DRAGUMIR 5,5: a freddo si perde subitaneamente Felix che salta indisturbato in area e grazia Sepe. Bravo in tackle a stoppare il cross da sinistra di Shomurodov. Un po’ appesantito, soffre con il resto dei compagni l’orgoglioso finale giallorosso.

OBI 6: la gamba e la grinta sono quelle di sempre, ha il compito di stringere al centro per fare densità e qualche volta lo fa troppo lasciando sguarnita la fascia che Karsdorp percorre spesso arrivando al cross. Sulla sua corsia, nella ripresa, si muove un volitivo Zaniolo, lui soffre ma tiene botta. 65 ZORTEA 5: leggero nella copertura del palo sul gol del raddoppio romanista, velleitario nelle sue sgroppate offensive.

L.COULIBALY 8: fa tanta legna, pressa sul centrale difensivo romanista in impostazione, recupera tanti palloni quando è impegnato in transizione difensiva, senza mai disdegnare gli strappi centrali o l’aggressione esterna senza palla. Ad inizio ripresa è devastante nel recupero palla e nello sprintare subito dopo, guadagnando punizioni che spezzano il forcing romanista; prosegue in crescendo, un vero tormento in entrambe le fasi, ma da solo non può fare miracoli.

BOHINEN 6,5: lo si attende nella posizione di mezzala, Nicola lo fa agire centrale davanti alla difesa con un occhio da rivolgere soprattutto a Mkhitaryan. Prende un giallo, ma la sua gara è ricca di contenuti: freddezza e personalità nella gestione della palla, giocate in disimpegno mai banali ad eludere il pressing romanista. Un po’ in debito di ossigeno nella ripresa sul forcing incrementato giallorosso, lascia il posto a (65′) KASTANOS 4: ha sul piede il pallone del Ko, può e deve segnare ma tira addosso a Patricio. Poi sparisce.

EDERSON 7,5: incontenibile con i suoi strappi per via centrale, quando parte palla al piede assume le sembianze di un sisma per la trequarti giallorossa; impegna severamente Patricio e guadagna la punizione che consente a Radovanovic di portare in vantaggio i granata. Non teme mai di effettuare la giocata in grado di spiazzare gli avversari, ma si fa sentire anche in fase passiva recuperando diversi palloni. Nel secondo tempo, la Roma mette più intensità, le sue gambe girano con più difficoltà in fase passiva, ma trova comunque il tempo di servire un delizioso pallone a Kastanos e per fiondarsi in area e arrivare al tiro ad una manciata di secondi dal termine.

RIBERY 6,5: ha la funzione di collante tra centrocampo e attacco, detta bene il passaggio, attira gli avversari e libera spazi per gli inserimenti delle mezzali. Si sacrifica anche in fase difensiva; troppo pretendere che esibisca anche gli spunti spacca partita di qualche stagione fa. Più in sofferenza nella ripresa, quando prova a ripartire ma avverte la stanchezza, però non molla mai e prende anche un giallo con un utile fallo tattico. 75 VERDI 4,5: venti minuti ad assistere da spettatore agli attacchi della Roma.

DJURIC 5,5: partita difficile tra i tre centrali giallorossi, gioca pochi palloni però funge da specchietto per le allodole e guadagna qualche punizione che fa respirare la squadra, perché la Salernitana ha studiato di sorprendere i padroni di casa con la densità a centrocampo e gli inserimenti delle mezzali. Ripresa più sofferta ed un errore in disimpegno che porta pericolosamente al tiro Zaniolo, oltre a far fatica nel consentire alla squadra di salire. Si vede solo in pieno recupero con la spizzata che porta al tiro Ederson.

ALL.NICOLA 6: sa che la Roma non eccelle in dinamismo a centrocampo, allora prepara la gara fondando la fase attiva sulla superiorità numerica nella zona nevralgica e il movimento tra le linee di Ribery e delle mezzali. Obiettivo raggiunto, la squadra termina il primo tempo meritatamente in vantaggio e soffrendo poco in difesa. Discutibili le sostituzioni operate nella fase più importante del match: la disciplina tattica e la grinta di Mazzocchi, Bohinen ed Obi, tolte dalla contesa, rendono la squadra più fragile e in difficoltà al cospetto dell’azione tambureggiante dei padroni di casa.