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Diario Mundial: Lion King

I tatuaggi, l'infanzia e la personalità, alla scoperta del 10 che vuole riportare l'Olanda sul tetto del mondo a suon di gol

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«Io sono Memphis, o mi accettano così come sono oppure sono problemi loro», non lascia mai spazio a repliche Memphis Depay. E’tra gli uomini di punta dell’Olanda, il centravanti del Barcellona che con gli Orange insegue il sogno di una vittoria mondiale per dare lustro ad una carriera fino ad ora caratterizzata da alti e bassi.

“Chiamatemi Memphis”

Il cognome è Depay ma sulle sue spalle c’è semplicemente scritto Memphis, il perchè di questa scelta si trova nel suo passato. Nato nella piccola Moordrecht, il talento olandese è cresciuto insieme a mamma Cora dopo l’abbandono del padre quando di anni ne aveva solamente sei. Da quel 1998, infatti, l’attaccante azulgrana non ha avuto più notizie della figura paterna fino al 2015 (in totale 17 primavere), anno nel quale i due si ricongiunsero. L’infanzia, dunque, non è stata delle migliori anche per essere diventato bersaglio delle vessazioni del patrigno e della famiglia di quest’ultimo (ben dieci figli)- a detta di Memphis- a causa dell’invidia verso il suo talento calcistico.

Il leone e la vita sulla pelle

Oltre al talento cristallino, l’altra grande caratteristica di Depay sono i tantissimi tatuaggi che ricoprono il suo corpo. Tra quest’ultimi, il più noto è senza dubbio il leone tatuato sulla schiena, animale nel quale l’attaccante del Barcellona si identifica. “Io sono cresciuto in una giungla”, commentò l’attaccante del Barcellona proprio per riferirsi all’infanzia non tranquilla che ha vissuto e che lo ha reso l’uomo forte che è oggi. Il rapporto con i leoni, per Memphis, non si ferma al solo tatuaggio come dimostra anche la foto di qualche anno fa con in braccio un cucciolo di ligre, incrocio tra un leone maschio ed una tigre femmina. Altri tatuaggi di rilievo sono un perentorio “Dream Cheaser” (cacciatore di sogni) sul petto ed il Cristo Redentore sul costato.

I sogni

Sacrificio ed impegno, queste le regole nel percorso per Depay che di diventare il più forte ne ha tanta voglia. Se al PSV si affermò come un diamante grezzo, le cose al Manchester United (dove indosso aveva la numero 7 di Best e Ronaldo per dimostrare ancora una volta la personalità) non andarono per il verso giusto. Nel 2017 il trasferimento al Lione dove ritrovò sé stesso ed incantò fino alla chiamata del Barcellona nel 2021. In Catalunya, ancora adesso, continua a trovare difficoltà con il suo futuro che quindi potrebbe essere lontano dal Camp Nou e Qatar 2022, in tal senso, potrebbe essere per Memphis la vetrina nella quale mettersi in mostra. Prima, però, c’è l’Olanda che il Re Leone vuole portare sul tetto del mondo a suon di gol, per poi guardare tutti dall’alto del globo.

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