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Finalmente una squadra coesa e determinata. Dia stratosferico, difesa solida. Nicolussi Caviglia è un muro invalicabile

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OCHOA 6: poteva fare meglio sul tiro ravvicinato e vincente di Strefezza; tocca il pallone che gli scivola però sotto il braccio e finisce in porta. Ben piazzato, respinge la conclusione potente e centrale dello stesso attaccante sudamericano. Secondo tempo privo di particolari patemi, gestisce con freddezza l’ordinaria amministrazione.

SAMBIA 6,5: calcia una punizione da provetto trequartista ed impegna severamente Falcone. Perde leziosamente un pallone che innesca un contropiede salentino. La fase difensiva non è il suo forte e si vede, ma lui cerca di non farsi sovrastare dagli avversari che attaccano continuamente la sua zona di competenza. Eccezionale il salvataggio sulla linea di porta sul tiro a colpo sicuro di Colombo. Tende ad andare sempre, anche quando ci sarebbe bisogno di temporeggiare, ma i primi quarantacinque minuti restano significativi. Continua a concedere qualcosa in fase difensiva, ma è sempre reattivo nelle ripartenze e pericoloso quando calcia da fermo, con Falcone in difficoltà a respingere la sua conclusione. Nel finale, non si schioda dalla sua posizione ed il Lecce fa più fatica a sfondare. 81 LOVATO S.V.

TROOST-EKONG 6,5: rimedia con una chiusura reattiva all’errore in disimpegno di Bradaric, ripetendosi poco dopo sulla ripartenza giallorossa innescata dal malinteso tra Bronn e Bohinen. Non è perfetto, un po’ in controtempo nella chiusura sul cross da cui si sviluppa il gol di Strefezza, sul quale poco dopo è preciso nell’anticipo che nega al brasiliano l’ingresso in area granata. Secondo tempo meno sofferto, nel corso del quale fa valere fisicità ed esperienza, con un’unica titubanza che consente a Di Francesco di calciare pericolosamente dai diciotto metri.

BRONN 6,5: duro e preciso inizialmente nel controllare Colombo, poi perde incomprensibilmente un pallone che attiva il contropiede leccese stoppato da Troost Ekong. Si riprende e palesa fisicità nel presidio dei propri sedici metri, ma non è reattivo nella lettura dell’insidioso cross raccolto da Strefezza che accorcia le distanze. Decisiva due diagonali che neutralizzano due cross da sinistra di Pezzella e Di Francesco. Nel finale, passa a destra e si occupa di Banda, concedendogli nulla.

BRADARIC 6: perde in avvio un pallone sanguinoso che fa ripartire pericolosamente il Lecce, attento subito dopo nel presidiare la sua area con una precisa diagonale. Il ragazzo non è tranquillo, desidera dimostrare il proprio valore, ed allora l’ansia da prestazione lo rende irruento nell’intervento evitabile che gli procura l’ammonizione. Però combatte e dalle sue parti il Lecce raramente riesce a sfondare. Finale intriso di carisma e freddezza, attenzione e qualità.

COULIBULY 6: superficiale in una giocata di gestione palla che regala un tiro insidioso a Strafezza, stenta a farsi sentire in fase offensiva ma appare anche indolente in occasione del gol leccese, quando dovrebbe riempire l’area granata con la sua struttura fisica. Letteralmente trasformato nel primo terzo della ripresa, quando risulta a tratti dominante, nonostante il leggero infortunio che lo costringe alla resa. 62 CRNIGOJ 6: c’è bisogno di gamba, cuore e chiarezza d’idee, lui obbedisce ed esegue il compito senza fronzoli.

BOHINEN 6: nella fase iniziale del match, la sua tranquillità nel palleggio consente alla squadra di distendersi razionalmente nella metà campo avversaria. Nella seconda parte della prima frazione, complice il gol che rianima i padroni di casa, la squadra si abbassa troppo e lui fa più fatica a dettare i tempi. Accusa un piccolo problema fisico e resta negli spogliatoi al termine del primo tempo. 46 NICOLUSSI CAVIGLIA 7: la sua importanza tattica si nota immediatamente, quando aiuta Ekong in un raddoppio di marcatura in piena area e quando ruba un pallone tra le linee e fa ripartire la squadra in contropiede. Sempre ben piazzato davanti alla difesa, intercetta palloni e li distribuisce con calma olimpica. Un muro invalicabile, con le buone e le cattive smorza gli ultimi bollori salentini.

VILHENA 7: sembra in avvio il meno presente dei suoi, ma alla prima occasione libera il suo talento tanto delizioso quanto discontinuo e sigla il due a zero granata. Poi si limita a presidiare disciplinatamente il centrosinistra. Secondo tempo di sostanza, senza mai disdegnare di inserire il suo educato piede mancino nelle azioni di rimessa granata. 85 KASTANOS S.V.

CANDREVA 6: partita difficile perché a sinistra il Lecce spinge tanto, costringendolo a fare una gara soprattutto difensiva. Ha, però, il merito di affiancare Vilhena, disorientando gli avversari, in occasione del raddoppio dell’olandese. Attivo in avvio di ripresa, costruisce e rifinisce un’ottima iniziativa che termina con un pericoloso colpo di testa di Piatek. Pochi minuti più tardi, sfiora il bersaglio con un tiro che sorvola la traversa. Continua a penare in fase difensiva ma ci mette il cuore della prima parte della stagione.

PIATEK 6,5: primo tempo encomiabile, lotta su tutti i palloni che transitano dalle sue parti, spizzandoli con precisione e facendo salire la squadra. Le qualità di Dia sono anche merito suo, che richiama su di sé l’attenzione dei difensori di Baroni. Prova a colpire dalla distanza, ma Falcone controlla la sua conclusione senza problemi. Secondo tempo sulla stessa falsariga: lottatore indomito su tutti i palloni, si calma solo alla fine, quando non ne ha più ed è vittima della stanchezza.

DIA 8: che sia calciatore di fascia alta lo si sa da tempo, il gol realizzato a Lecce, condensato di tecnica, potenza e coordinazione, lo conferma una volta di più. Ma l’intero primo tempo è ricco di contenuti, perché è sempre abile nella qualità con cui controlla i palloni e riparte e, soprattutto, quando svolge con grande dedizione ed efficacia anche la fase difensiva. Secondo tempo seguendo le stesse coordinate: qualità nella gestione delle ripartenze, disciplina e applicazione totale in fase passiva. Un campione che ha ancora furore e corsa da mettere al servizio della squadra nei minuti di recupero.

ALL.NICOLA 7: finalmente abbiamo visto una squadra compatta, feroce, desiderosa di abbandonare la crisi in cui era piombata. Solida in fase difensiva, accesa per cento minuti, sempre pronta a ripartire per punire l’avversario. Quando difendi bene ed hai la qualità in attacco, non hai bisogno di formule magiche per vincere le partite. Ottima anche la gestione dei cambi.