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Maria Pia Beltran: «La Salernitana è destinata a grandi cose»

Tempo di lettura: 3 minuti

La Salernitana, prima dell’ultima trasferta con la già retrocessa Cremonese, ha sfatato l’ennesimo tabù stagionale tra le mura amiche: ha battuto l’Udinese con una clamorosa rimonta per 3 a 2. Da bordo campo, Maria Pia Beltran – giornalista Dazn – ha raccolto e raccontato le emozioni vissute all’Arechi dalla panchina al rettangolo di gioco, oltre il novantesimo.

L’intervista

Il primo tempo di Salernitana – Udinese ha fatto rivivere alla squadra di casa l’incubo della partita della scorsa stagione con i friulani, ma Dopo il black out iniziale, i secondi 45’ hanno visto i granata protagonisti di una storica rimonta. Quali le sensazioni da bordocampo?

«Mi aspettavo un primo tempo diverso da parte della Salernitana, che è sempre stata in partita, ma avrà accusato nella prima frazione di gioco la partenza sprint dell’Udinese, che invece mi ha molto sorpreso, perché è riuscita a fare bene, nonostante si trovasse in un Arechi rovente. Non era semplice gestire l’emotività con quel muro di pubblico. Lo stadio ha spinto i granata dall’inizio alla fine. C’era proprio voglia di fare festa e, sicuramente, l’atmosfera ha contribuito a galvanizzare i giocatori di Sousa, che nei secondi 45′ hanno ottenuto quella rimonta incredibile da 0 2 a 3 a 2».

Che peso specifico hanno avuto le strategie tecnico tattiche del mister lusitano sulla permanenza in A della squadra?

«Le qualità di Sosa, al di là dei risultati, hanno ribaltato la tabella di marcia dal punto di vista dei risultati. Ci sono stati tanti pareggi, sono mancate delle vittorie, però ha dato uno stimolo importantissimo a tutti i giocatori. Ho percepito da parte dei giocatori, anche da coloro che sono stati utilizzati meno, coesione ed entusiasmo. Tutti si sono sentiti parte integrante del progetto. Il tecnico lusitano ha saputo trasmettere nuovamente stima, determinazione e grinta ad un gruppo che, sicuramente, le aveva già, però, aveva bisogno di qualcosa in più per tirar fuori il meglio. Ha inculcato le sue visioni calcistiche all’interno della squadra. A breve, il mercato svelerà tutte le incognite che attualmente creano un’inevitabile suspance. Le basi legate alla mentalità sono già state gettate da parte di Sousa, sarà fondamentale costruire assieme al presidente e al direttore sportivo una squadra competitiva e volta a fare ancora meglio durante la prossima stagione. Sousa è stato indispensabile per raggiungere la salvezza».

In campo Candreva detta i tempi, la sua intelligenza tattica dona alla squadra spunti preziosi ed occasioni determinanti, al di là dell’età, Mastro Antonio ha ancora tanto da dare sul rettangolo verde…

«La Salernitana ha approcciato alla gara con l’intento di portare a casa l’intera posta in palio. Quando ha subito i due gol dai friulani, non si è mai demoralizzata, ha cercato di reagire subito, infatti, con la grande qualità dei propri interpreti, rimescolati sul rettangolo di gioco, è riuscita ad agguantare il risultato desiderato. Tra tutti hanno fatto la differenza Candreva e Kastanos. Hanno un rapporto idilliaco, e ne sono consapevoli. Si intendono benissimo. Bellissimi i gol dalla distanza, soprattutto, quello che la Salernitana ha messo a segno su punizione con Candreva. Il numero 87 sta dimostrando di vivere una sorta di seconda giovinezza con la maglia della Salernitana, sono certa che il clima che lo ha accolto, che sta respirando a Salerno, sia stato fondamentale. Candreva non è un giocatore che scopriamo adesso, nell’ultimo periodo con la Samp le situazioni extra calcistiche lo avevano un po’ condizionato nel rendimento generale, mentre adesso ha ritrovato una splendida forma dal punto di vista tecnico e mentale. Potrà continuare a fare la differenza ancora a lungo».

Tutti hanno contribuito alla vittoria finale, anche l’esordiente Antonio Iervolino, giovane promessa granata…

«Iervolino ha avuto un impatto davvero inaspettato, perché al debutto ed in una partita dove il risultato era ancora apertissimo, ha dimostrato di voler ottenere la vittoria fino alla fine. Il suo ingresso è da considerarsi più che positivo. Risulta un prospetto molto interessante».

Quale episodio ti ha colpito particolarmente all’Arechi?

«Durante il riscaldamento ho notato una scenetta molto carina, Sousa ha coinvolto un bambino, il protagonista del video che lo stesso allenatore aveva postato sul proprio profilo Instagram, e gli ha fatto seguire il riscaldamento insieme a lui. Lo ha preso in braccio, ha atteso l’arrivo delle squadre in campo e poi l’ha portato in panchina con lui per fargli vivere il warmup dei calciatori, e gli spiegava nei dettagli ciò che i suoi ragazzi facevano».

Su Mazzocchi…

«Mazzocchi è veramente fulminante con le discese, continua a fare la differenza nel suo ruolo. Mi è piaciuto moltissimo vederlo dal vivo, ha una gamba impressionante. E, al di là della qualità fisica, l’attaccamento che dimostra per la casacca granata, la fame, la dedizione che ha, credo lo rendano l’uomo simbolo della Salernitana assieme a Candreva».

Raffaella Palumbo

Sono Raffaella Palumbo, classe 1990, salernitana dalla nascita. Per varie vicissitudine, sono espatriata a Genova da quando avevo 21 anni, nel capoluogo ligure esercito la professione di insegnate. Amo la vita in tutte le sue sfaccettature, non trascuro i dettagli. L'ottimismo, la curiosità, la follia, l'intraprendenza ed il sorriso sono caratteristiche di cui non posso fare a meno. Tra le gioie più grandi della mia vita rientra mia figlia: Martina. La pallavolo, la scrittura, i viaggi e la Salernitana sono le mie principali passioni. La benzina delle mie giornate risiede in tre espressioni che non cesso mai di ripetere a me stessa e agli altri: " VOLERE è POTERE, CARPE DIEM e PER ASPERA AD ASTRA"!!!

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