Home Editoriale Una brutta Salernitana si consegna ad uno Spezia fisico e concreto.

Una brutta Salernitana si consegna ad uno Spezia fisico e concreto.

L'assenza di Amatucci toglie geometrie e chiarezza di idee agli uomini di Martusciello, palesemente a disagio su un campo pesante e contro un avversario organizzato e fisicamente strutturato. Vietato fare drammi: passaggi a vuoto fisiologici, in un'annata partita per ricostruire pazientemente un valido progetto tecnico.

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SEPE: 5,5 lo Spezia si rende spesso pericoloso nel primo tempo, ma i tentativi degli ospiti lo chiamano in causa solo su qualche uscita, dove alterna titubanze e coraggio. Sull’azione del gol di Soleri non è irreprensibile in uscita e potrebbe fare meglio anche sul tiro non eccessivamente angolato dell’ex palermitano. Mantiene a galla i suoi sul potente tiro di Bandinelli, ma è ancora incerto in occasione del gol del raddoppio di Bertola.

STOJANOVIC 5: non getta mai il pallone, rischiando a volte più del lecito. Prova a spingere e a supportare la fase offensiva, ma lo Spezia è compatto e difficile da superare. Le difficoltà maggiori sono nei tentativi di arginare l’arrembante Reca. Il terzino polacco lo costringe a commettere un fallo di ammonizione e sfiora il gol con un potente tiro di destro.Troppo distante da Soleri che si coordina indisturbato e supera Sepe. Rischia il secondo giallo e l’espulsione e la sua gara termina per lasciar spazio a 72’SFAIT 6: può fare ben poco all’interno di un match ormai segnato, però la sua intraprendenza è stata sicuramente apprezzata.

BRONN 5,5: si libera bene su palla inattiva ma impatta male la sfera di testa. Pesca con un ottimo tracciante Braaf che non ne approfitta per filare verso la porta rivale. Ottima chiusura su Di Serio che tenta di involarsi verso la porta granata. Ancora tempestivo in anticipo su Soleri prossimo ad entrare in area. E’ bravo anche nel frenare il virgulto atalantino sfuggito a Ferrari, poi temporeggia nel rinvio, perde palla ed è costretto a commettere fallo. Tenta di sorprendere Gori con un tiro dalla distanza ma la palla non centra lo specchio della porta. Anche per lui, con Ferrari e Sepe, troppa leggerezza sul raddoppio di Bertola.

FERRARI 5: iniziale incertezza su un pallone rimbalzante, sottratto da Di Serio che guadagna un corner. Decisivo nel neutralizzare con il piattone la conclusione ravvicinata di Soleri. Soffre la fisicità degli avanti liguri, che in diverse situazioni hanno la meglio sulle palle contese. Giornata difficile, pure sulla palle inattive, con il mestiere limita i danni ma non riesce mai ad essere dominante. Come testimonia lo stacco aereo a vuoto che permette a Bertola di chiudere la contesa.

NJOH 6: i pericoli dello Spezia arrivavo soprattutto sul movimento e la fisicità di Soleri e Di Serio, sul suo versante non deve fronteggiare particolari problemi ed è essenziale con una prestazione priva di fronzoli. Prova due tiri dalla distanza, uno termina a lato di poco, l’altro impegna Gori. Nessuna responsabilità sui due gol.

TELLO 5: si nuove tanto, spetta a lui una sorta di regia intrisa di dinamismo, ma il campo richiede anche una fisicità che non appartiene al suo dna calcistico e atletico, ed anche le sue giocate sono spesso imprecise. 72′ GHIGLIONE S.V.

MAGGIORE 5,5: ha l’ingrato compito di fare le veci di Amatucci, ma la sua gara è tesa soprattutto a fare filtro davanti alla difesa e ad accompagnare la manovra offensiva sulle azioni di rimessa. In una di queste prova a sorprendere Gori con un tiro di piatto a giro ma la palla sorvola la traversa. Una degli ultimi a mollare, anche nei velleitari tentativi di attaccare la porta avversaria, ma la lucidità latita.

SORIANO 5: sa che le condizioni climatiche e del campo lo costringono ad una gestione oculata delle sue risorse atletiche. Cerca di stare nel vivo del gioco, battaglia pure, ma i suoi piedi continuano a procrastinare le antiche giocate da trequartista efficace. La gara non decolla nel primo terzo della ripresa e viene sostituito da 60′ KALLON 5: non entra mai in partita.

VERDE 5,5: parte a destra, ma spesso agisce sul centrosinistra, zona dalla quale fa partire un tiro respinto a fatica da Gori. E’ il più vivace dei suoi, detta il passaggio, prova e vince un paio di uno contro uno, il più lucido del tridente offensivo nella prima parte del match. Cala in maniera sensibile nella seconda parte del primo tempo. Si riaccende solo al minuto sessantacinque, ma il tiro da favorevole posizione termina lontano dal palo di Gori. 75′ TORREGROSSA 5 entra a match virtualmente concluso, con una squadra spenta nel carattere e fiaccata nello spirito, lui fa poco più di nulla per rianimare la partita.

SIMY 5: l’impegno non manca, ma è troppo macchinoso per creare grattacapi alla nutrita e fisica fase difensiva ospite. Nulla di significativo nei suoi 95′ minuti, ad eccezione di un discreto assist a Maggiore il cui tiro non trova lo specchio della porta.

BRAAF 4,5: pescato da un preciso lancio di Bonn, controlla male il pallone e smarrisce la possibilità di andare uno contro uno con il dirimpettaio spezzino. Poco dopo sbaglia una sponda di petto e ciabatta in curva un cross con il piede sinistro. Poi risulta incomprensibile la scelta, in campo aperto, di tentare il dribbling in uno spazio angusto invece di accentrarsi e calciare in porta. La giornata no continua quando riceve palla ai diciotto metri e la sparacchia alta sulla traversa. Resta inevitabilmente negli spogliatoi al termine del primo tempo. 46′ TONGYA 6,5: l’unica nota positiva della giornata. Entra immediatamente in partita, sulla sinistra è sempre incisivo, e tale risulta anche quando si accentra per calciare e impegnare Gori. Sforna anche un paio di passaggi nei tempi giusti ai compagni che non riescono ad assecondarlo. Nel finale, alza bandiera bianca pure lui.

ALL. MARTUSCIELLO 5: sa che la sua squadra non è molto attrezzata fisicamente per fronteggiare il vigore atletico degli avversari ed avverte più del previsto l’assenza delle geometrie di Amatucci. L’inizio è volitivo, ma l’evidente fragilità offensiva e il gap strutturale rispetto ai rivali non lasciano presagire nulla di buono. Gli uomini che dovrebbero fare la differenza cincischiano troppo e producono giocate incomprensibili, mentre la difesa fa fatica ad arginare la fisicità delle due punte liguri. Il cambio di Tongya vivacizza la manovra ma non nasconde, insieme alle altre sostituzioni, la fragilità di fondo della squadra. Forse questa era la classica partita da lasciar condurre agli avversari, ma tale principio non fa parte della sua filosofia di gioco.

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