CHRISTENSEN 10: poco impegnato nel primo tempo, si disimpegna bene su un insidioso tiro cross, deviando il pallone in corner, e palesando buon tempismo in un paio di uscite alte. Eccezionale la parata su Collocolo poco prima del vantaggio realizzato da Raimondo. Poi inizia una gara leggendaria, che supera i principi della fisica, rendendosi protagonista di quattro parate innaturali sulle stoccate di Vasquez e Nasti. Partita perfetta.
BRONN 5,5: si lascia superare troppo facilmente da Azzi, che si accentra e calcia ma non trova la porta. Scarsamente supportato dagli altri componenti della catena di destra, soffre sul suo versante ma è provvidenziale con una diagonale che toglie la sfera dalla testa di De Luca. Gara di pura sofferenza anche nella ripresa, con i lombardi che continuano a spingere soprattutto sul suo versante. Soffre, qualcosa concede palla a terra ma non smette mai di lottare. Presidio dei sedici metri assolutamente da rivedere, troppe volte gli avanti grigiorossi arrivano a concludere agevolmente. Solo i prodigi di Christensen evitano il peggio.
FERRARI 6: il palleggio della Cremonese costringe la linea difensiva granata a muoversi continuamente e in maniera dispendiosa. Lui è concentrato, tignoso nel corpo a corpo, decisivo nell’opporre la sagoma sul tiro a colpo sicuro degli avversari. Ancor di più nel guadagnare il rigore non sfruttato da Cerri. Gioca una gara quasi perfetta per oltre un’ora, ma nel finale anche lui denuncia tante disattenzioni e fragilità nel cuore dell’area granata.
LOCHOSHVILI 5,5: l’inizio è aggressivo come sempre, si sgancia dalla linea difensiva e partecipa alla fase attiva, anche se è impreciso nella rifinitura ed esagera inutilmente. Vuole strafare in uscita, perde palla, commette fallo a ridosso della propria area e guadagna un giallo evitabile. Poi la sua gara diventa più pulita, senza perdere mai il coraggio di osare in fase attiva. Per evitare rischi di inferiorità numerica, Breda lo sostituisce con 59′ RUGGERI 5,5: quando si tratta di essere aggressivo giocando di anticipo, il suo riesce sempre a portarlo a casa. Ma nel forcing finale anche lui, come gli altri compagni di reparto, concede troppo nei propri sedici metri.
GHIGLIONE 5: primo tempo insulso, nel corso del quale mai attacca la corsia destra, spesso permette ad Azzi di sfondare. Prende anche un giallo e resta negli spogliatoi. 46′ SORIANO 6,5: abbraccia la sofferenza insieme alla squadra, facendosi rispettare grazie ad uno scaltro temperamento da riversare sul terreno di gioco. Non si scompone nella battaglia e non smarrisce neppure la qualità, come testimonia il delizioso assist non sfruttato da Cerri ed un altro paio di suggerimenti offerti ai compagni.
STOJANOVIC 6: corre tanto, è aggressivo, ma gli manca la qualità della giocata. Potrebbe calciare dai diciotto metri, gigioneggia con il pallone, lo smarrisce e regala un contropiede agli avversari. L’energia continua ad animarlo, è deciso nei contrasti, conserva palla, anche quando potrebbe evitare un tocco in più e lanciarsi nello spazio. Nel secondo tempo ritorna ad agire come esterno di destra. Come il resto della squadra, soffre le iniziative dei lombardi sull’out destro e qualcosa concede, ma non smette mai di ringhiare e ripartire una volta riconquistata palla. 84′ GENTILE S.V.
AMATUCCI 6,5: inizio in chiaroscuro: prima semina Maier e si invola verso l’area grigiorossa, poi cincischia, perde palla e i lombardi rischiano di approfittarne di rimessa. In un centrocampo che fa fatica a supportare le punte, lui cerca con il suo dinamismo e gli inserimenti di fornire una soluzione in più al reparto avanzato. Ma si tratta di mera generosità, che raramente destabilizza la fase difensiva rivale. Dopo il gol del vantaggio, si abbassa con il resto della squadra e si limita a fare soprattutto densità davanti alla difesa. La sua disciplinata gara di sacrificio continua fino al minuto novantacinque.
TONGYA 6: inizio di gara deciso, conquista palla e costringe Maier a commettere fallo d’ammonizione. Sulla fascia sinistra supera Collocolo, che lo atterra e prende anche lui il cartellino giallo. Sembra la premessa di una gara vivida dal punto di vista offensivo, invece resta una prestazione senza grilli per la testa, che cerca di badare al sodo e all’essenzialità. 84′ HRUSTIC S.V.
NJOH 7: solita gamba volitiva, consueta velocità, ancora imperfetti i cross e le rifiniture nei primi trentacinque minuti di gioco. E’ in ritardo in ripiegamento su Collocolo, che colpisce il pallone di testa ma non trova la porta. Al minuto trentasette riesce a crossare un buon pallone per le punte, che lo gestiscono male e vengono bloccate dai difensori di Stroppa. Parte a spron battuto in avvio di ripresa, servendo due discreti palloni, ma le punte fraseggiano male e le opportunità sfumano. Una disattenzione difensiva – si lascia prendere alle spalle ingenuamente da Collocolo sul quale rimedia uno strepitoso Christensen – viene riscattata con il tiro cross che timbra il palo e diventa assist per Raimondo. Concede ancora qualcosa a Vasquez con una diagonale non eseguita, ma ci pensa Christensen ad evitare il peggio. Nel finale, però, sale in cattedra in entrambe le fasi. Impedisce a Bonazzoli di calciare in porta da favorevolissima posizione, sradica diversi palloni agli avversari nella fase più calda del match ed è sempre lucido e pulito nell’avviare le azioni di rimessa granata.
RAIMONDO 7: leggermente più mobile del partner d’attacco, ma sostanzialmente inoffensivo anche lui. Si vede solo su un colpo di testa che impegna poco Fulignati. Nella ripresa è molto più vivo, giocando senza palla e cercando spazi sulla fascia destra per evitare l’imbuto centrale della retroguardia grigiorossa. Volontà di incidere che viene premiata con il gol siglato dopo aver raccolto l’assist del palo timbrato da Njoh. Mezzo voto in più, perché alla fine il suo gol risulta decisivo. 72′ VERDE 5,5: ha sul piede la palla per mettere a dormire il match, ma la spreca malamente con uno scavetto malriuscito che termina la sua corsa sul petto di Fulignati. Anche la gestione di altre situazioni offensive ha lasciato un po’ a desiderare.
CERRI 5,5: primo tempo da dimenticare per l’ariete granata, che quasi mai riesce ad avere la meglio sugli avversari sul piano fisico. Ha la possibilità di riscattarsi dal dischetto, ma ciabatta male ed è anche sfortunato, con la sfera che centra il palo interno e poi esce. Parte male anche nel secondo tempo, gestendo approssimativamente il pallone e, soprattutto, non agganciando un cioccolatino già scartato offerto da Soriano. La sua gara comincia ad essere proficua dopo il vantaggio granata. Inizia a difendere in maniera decisa tanti palloni e a guadagnare punizioni che fanno respirare la squadra. Un vero leone, ma non si può cancellare del tutto un primo tempo decisamente negativo.
ALL.BREDA 6: c’era da soffrire, indossando la tuta operaia e l’elmetto da battaglia. Confidando anche in una buona dose di fortuna che non guasta mai. I suoi uomini hanno cercato di opporre compattezza e densità al palleggio qualitativo dei più quotati avversari. Hanno concesso poco nel primo tempo, provando a pungere di rimessa. Il rigore fallito non ha demoralizzato la squadra, che è rimasta sul pezzo pur continuando a subire i rivali. Il gol di Raimondo ha fatto subentrare l’ansia della difesa del risultato, la squadra si è abbassata troppo ed è riuscita a portare i tre punti a casa solo grazie alla giornata prodigiosa del suo portierone danese. Da salvare l’impegno e l’abnegazione dei suoi ragazzi. Sul fronte tecnico-tattico, invece, la squadra ancora fatica a mostrare un’identità. Troppo prevedibile e slegata quando attacca, spesso fragile difensivamente nel fronteggiare gli attacchi avversari. Il morale acquisito con l’agognata vittoria e le ultime battute del mercato potrebbero aiutare il gruppo a risolvere i problemi ancora presenti.