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Dopo un primo tempo scandaloso, la tardiva reazione e un punto che fa rabbia

L'ostinazione autolesionistica di Roberto Breda dissipa superficialmente quarantacinque minuti, letteralmente dominati dal Frosinone di Bianco. Stessi interpreti, medesima assenza di gioco e assoluta carenza di idee ed aggressività. La metamorfosi della ripresa è un'aggravante. Perché atteggiamento tattico diverso e altri interpreti da impiegare non avevano bisogno dell'ennesima e grave incompiuta stagionale per essere sguinzagliati.

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CHRISTENSEN 5,5 : decisamente fuori posizione sul tiro vincente e tutt’altro che irresistibile di Partipilo. Si riscatta parzialmente poco dopo, parando con il piede il pallone calciato da Begic. Ripresa da spettatore non pagante.

BRONN 6,5: errori palesi non ne commette, ma contro una squadra che offre pochi riferimenti offensivi, giocare di presidio e di posizione serve solo a lasciare campo libero al dominio altrui. L’atteggiamento della linea difensiva cambia nella ripresa, lui non rischia nulla, appoggia la fase offensiva e può far gol in due circostanze. Nella prima deve far meglio sull’assist di Cerri, nella seconda trova un’ottima parata di Cerefolini. Mette lo zampino anche nell’azione del pari granata.

FERRARI 6: anche da un elemento esperto come lui, ci si attende una scossa emotiva e tattica, ed invece resta basso a pregare l’ Ave Maria. Non commette errori vistosi, ma gli uomini di Bianco fanno quello che vogliono nei primi quarantacinque minuti. Ripresa tranquilla, perché la squadra costringe l’avversario sulla linea difensiva e a lui tocca solo l’ordinaria amministrazione.

LOCHOSHVILI 6: si limita, come gli altri due compagni del tridente offensivo, a presidiare il centrosinistra. In tal modo vengono meno anche quelle uscite che qualche volta hanno creato superiorità numerica sulla corsia mancina. Compitino pure per lui, ma è un copione che non può essere recitato in una gara di tale importanza. Tutt’altra prova tira fuori nella ripresa, nel corso della quale appoggia con continuità le azioni offensive della squadra. Dal suo piede parte il cross che pesca Cerri in area di rigore nell’azione che esalta la giornata felina di Cerefolini.

GHIGLIONE 7: dopo venticinque minuti di possesso palla ciociaro con percentuali bulgare, una sua fuga sulla fascia destra, con ammonizione procurata a Di Chiara, prova a svegliare la squadra. Solo un guizzo, perché il Frosinone continua a dominare e la squadra non è in grado di attivarlo sull’out destro. Però si vede che, rispetto alla media, ha gamba e voglia di incidere e dettare il passaggio sull’out destro. Questa sua volontà viene premiata dalla determinazione con la quale attacca l’area del Frosinone e, complice un po’ di fortuna, supera Cerefolini con un preciso diagonale. La sua gara resta positiva fino al momento dell’uscita dal campo, perché si fa valere in fase difensiva, ruba un paio di palloni e riparte ed offre un riferimento costante a destra. 81′ STOJANOVIC S.V.

CALIGARA 4: inaugura la sua gara con un inutile fallo a metà campo che vale un giallo condizionante per il resto del match. Non fa meglio quando ha il compito di distribuire il gioco, cedendo il pallone agli avversari in due circostanze. Il giallo gli impedisce di fare fallo tattico sullo sgusciante Partipilo nell’azione del vantaggio gialloblù. Neppure lo schiaffone subito dalla squadra lo sveglia, perché resta elefantiaco nelle movenze, impreciso e inesistente nel regalare geometrie alla squadra. Non rientra nella ripresa. 46′ ZUCCON 6,5: uno dei misteri gloriosi della gestione tecnica. Corre, recupera palloni e li distribuisce in maniera ordinata, ma fatica a trovare spazio in un centrocampo che costruisce poco ed è carente in dinamismo e aggressività. Nel finale, per troppa generosità, sbaglia qualche pallone anche lui, ma il volume e l’utilità della sua prestazione sono evidenti.

AMATUCCI 6: nel grigiore di una squadra priva di idee, dinamismo e cattiveria, si smarrisce anche lui, sia nella costruzione, sia in interdizione. In ritardo su Partipilo in occasione della rete del vantaggio siglata dall’ex fantasista della Ternana. Sbaglia tanto, ma almeno dimostra di possedere ancora un cuore che batte, nonostante serva poco a migliorare le sorti della squadra, come testimonia la chiusura nei propri sedici metri su un’insidiosa ripartenza degli ospiti. Ripresa di tutt’altro livello. Combatte su tutti i palloni, si assume la responsabilità di dare ordine alla manovra, si porta in zona tiro in più circostanze, continua a recuperare palloni.

REINE ADELAIDE 4: prime battute spese ad intralciare le geometrie di Bohinen, provando con scarse fortune a creare superiorità numerica in fase di possesso. Il lavoro sull’ex granata è troppo dispendioso ed allora si abbassa a giocare di posizione con il resto della squadra. Ma la sua gara resta un concentrato di indolenza in fase di ripiego e velleitaria quando con lentezza esasperante prova a saltare i dinamici rivali. La sua partita termina al minuto 40′ con l’ingresso in campo di TONGYA 6: gara con luci ed ombre. Quasi trova il gol con un tiro al volo, ma il pallone è deviato in corner dal corpo di un avversario. In un altro paio di circostanze e bravo a dettare il passaggio tra le linee e ad allargarsi sulla fascia sinistra, ma palesa poco coraggio al tiro e un po’ di imprecisione in fase di rifinitura.

NJOH 5,5: attento questa volta nel presidio dell’area sul taglio di Partipilo da destra. Scomposto e rischioso un rinvio in piena area per contrastare lo stesso attaccante ciociaro. Poi, come il resto della squadra, sparisce dalla contesa: non parte mai a sinistra, è sempre attendista e privo di aggressività sugli avversari che gravitano nella sua zona. Come tutta la squadra, affronta con un piglio diverso la ripresa, ma gli manca la qualità per incidere con continuità a sinistra. 71′ CORAZZA 6,5: gioca a sinistra a piede invertito e mostra di possedere spunto e qualità tecnica. Impegna severamente Cerefolini con un colpo di testa ben orientato, freddo nei disimpegni difensivi, partecipa all’arrembaggio finale.

VERDE 5,5: dovrebbe regalare alla squadra lo spunto estroso tra le linee avversarie, supportare Cerri, svariare sul fronte offensivo, ma nel primo tempo sembra un turista a passeggio tra le macerie tecniche dell’Arechi. Un po’ più mobile ad inizio ripresa, prova a puntare l’uomo e a svariare sulle corsie laterali, partorisce qualche passaggio interessante, ma di giocate determinanti il taccuino resta vuoto. 81′ RAIMONDO 5: gioca poco e non dovrebbe andare a voto, ma il diagonale a volo di destro, calciato da ottima posizione, non può terminare la sua corsa lontano dalla porta ospite.

CERRI 6,5: nel primo tempo, abbandonato a se stesso, lotta invano contro due e anche tre difensori del Frosinone, rispetto ai quali soccombe frequentemente. Nei secondi quarantacinque minuti, la squadra ci mette cuore, porta più uomini nella metà campo laziale ed anche per lui diventa più facile mostrare le sue qualità di attaccante. Cerefolini gli nega la gioia del gol in due circostanze, Bronn non capitalizza il suo ottimo assist, anche se avrebbe potuto forse tentare la conclusione personale verso la porta laziale.

ALL. BREDA 5: errare è umano, perseverare nell’errore è diabolico. Ripresenta in campo una squadra piatta, timorosa, senza idee e schemi, scarsamente dinamica e con interpreti in difficoltà a fare un calcio diverso. Il Frosinone domina i primi quarantacinque minuti, al cospetto della Salernitana più brutta della stagione. Nella ripresa, la squadra, anche grazie ad interpreti diversi, finalmente subentrati, è ben altro. I suoi uomini pareggiano la gara e sfiorano in più circostanze una vittoria che, tutto sommato, sarebbe stata anche meritata. Ma regalare un tempo all’avversario, mostrando le solite deficienze complessive e compiendo le stesse incomprensibili scelte, è la causa alla base dell’ennesima incompiuta stagionale.

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