CHRISTENSEN 5,5: in una serata che scorre tranquilla, quasi viene sorpreso fuori posizione dal tiro improvviso di Niang, ma è graziato dalla traversa. Si riscatta subito dopo con un doppio intervento di difficoltà significativa. Mentre è assolutamente da rivedere il presidio dell’area piccola sulla deviazione vincente dell’indisturbato Meulensteen. Nel secondo tempo, resta sostanzialmente inoperoso.
RUGGERI 5,5: è in partita sin da subito, risultando aggressivo e puntuale sugli attaccanti che gravitano nella sua zona. Lucido anche nel gestire il pallone in fase di possesso, con un paio di lanci che trovano i riferimenti offensivi nella trequarti doriana. Sulle palle inattive anche lui viene coinvolto nell’abituale fragilità strutturale che caratterizza la squadra. Nei secondi quarantacinque minuti, la Samp è impegnata in una gara conservativa e deve limitarsi all’ordinaria amministrazione.
FERRARI 4,5: per oltre due terzi della prima fazione non concede nulla agli attaccanti blucerchiati, poi alla pari di Christensen viene sorpreso dalla giocata di Niang, con il pallone calciato dall’ex empolese che termina la sua corsa sulla traversa. La Samp è troppo spesso pericolosa nel gioco aereo sulle situazioni di palla inattiva. Lui non c’è dove bisognerebbe svettare e la sua sagoma non s’intravede neppure nel cuore dell’area quando Meulensteen porta in vantaggio i suoi. Secondo tempo tranquillo a livello difensivo, cerca di fungere da attaccante aggiunto, ma anche sotto questo aspetto risulta sgraziato e inoffensivo.
LOCHOSHVILI 5,5: a lui spetta soprattutto il compito di dare un occhio di riguardo a Sibilli quando gravita nella sua zona. Ma l’ex mezzapunta del Bari non sempre regala riferimenti e lo costringe agli straordinari in altre zone del campo. Si fa apprezzare con un paio di sganciamenti sull’out sinistro, nel tentativo di ravvivare una fase offensiva di squadra inesistente. Provvidenziale il tackle disperato che devia in corner il pallone calciato con potenza da Oudin. Poi in ben due occasioni viene sovrastato di testa dagli avversari, che prima impegnano severamente Christensen, poi vanno avanti nel punteggio. Secondo tempo sereno nei panni di difensore, generosamente prova a portare palla nella metà campo doriana, a proporsi sugli esterni per arrivare al cross e mette anche un tiro a referto nei minuti di recupero. Buona partita, ma la scarsa opposizione agli avversari nel gioco aereo è stata un fattore negativo.
GHIGLIONE 5: inizio di gara decisamente complesso sulle piste di Beruatto, che affonda e arriva pericolosamente al cross in due occasioni. Si fa fatica a scorgerlo nella metà campo avversaria, anche se le sofferenze iniziali su Beruatto non sono più costanti come in avvio di gara. Cincischia con Zuccon a metà campo, perdono il pallone, la Samp riparte e sfiora il gol con Oudin. Rete che trova sugli sviluppi di uno dei due successivi calci d’angolo. Nella ripresa la Samp si abbassa, lui ha un po’ di campo in più da solcare a destra, ma tutte le scelte in fase di rifinitura sono caotiche e imprecise. 73′ STOJANOVIC 6: appena entrato nell’agone gli capita un pallone interessante sul piede destro, ma il tiro al volo, non semplice, risulta abbastanza scoordinato e termina abbondantemente alto sulla traversa. Spinge un po’ di più rispetto a Ghiglione, ma guadagna solo un paio di punizioni lontano dalla porta e un corner dopo aver saltato il suo dirimpettaio.
ZUCCON 5: è piazzato davanti alla difesa, troppo basso e passivo, ad attendere le avanzate di Meulensteen. In una sola occasione prova a sfondare per arrivare al tiro, ma porta troppo a lungo la palla e finisce per perderla. Nella zona di campo a lui destinata, complice l’errore di Ghiglione, la Samp riparte e crea le tre opportunità in serie al termine delle quali trova la rete del vantaggio. In una gara da recuperare, la sua quantità serve a poco e lascia spazio a 46′ HRUSTIC 5,5: prova ad assumersi maggiori responsabilità nella distribuzione del pallone, ma i suoi ritmi compassati e lo scarso movimento dei compagni non creano grandi apprensioni alla fase difensiva della Sampdoria. Nel finale, la squadra getta disperatamente palloni nell’area doriana ed anche la sua compassata regia bassa smette di esistere.
AMATUCCI 5,5: una gara di attesa e scarsamente propositiva anche per lui, che si limita a rafforzare la diga difensiva a protezione della retroguardia e a non perdere mai di vista le iniziative di Vieira. Produce qualcosa in più con la squadra in svantaggio, arrivando un paio di volte al tiro e cercando di regalare un briciolo di lucidità alla manovra, ma riesce solo parzialmente ad emergere dalla mediocrità generale.
CORAZZA 5: anche per lui più di qualche difficoltà iniziale sulle aggressive incursioni di De Paoli sul versante destro. Poi la gara non offre grandi sussulti per diversi minuti, prima dell’estemporaneo forcing dei padroni di casa che regala a Borini e compagni il vantaggio. Prima frazione amorfa, non riesce mai ad andare nell’uno contro uno, non scodella neppure un pallone in area doriana e non emerge anche quando si tratta di calciare le palle inattive. Inizio di ripresa più vivace, con un buon pallone offerto alla testa di Cerri, il quale però lo sfiora soltanto spedendolo sul fondo. Prova ad attaccare in un altro paio di circostanze la fascia sinistra, ma le rifiniture appaiono spesso frettolose e imprecise.
VERDE 4,5: un fantasma che si è aggirato per il campo per gli interi quarantacinque minuti del primo tempo. La sua presenza si nota solo quando è impegnato a calciare qualche punizione laterale. Davvero poco per un trequartista del suo passato, che dovrebbe supportare la prima punta ed invece è l’emblema della sterilità offensiva. Nel secondo tempo si muove un po’ di più senza palla, ma è sempre troppo lontano dai sedici metri avversari. Dalle sue inutili piroette a tutto campo, non fuoriesce neppure una giocata imprevedibile ed efficace. 80′ RAIMONDO 5,5: troppo pochi i minuti concessi per poter sperare di incidere, in una gara che, impostata sui lanci lunghi, lo ha reso quasi estraneo alla fase offensiva. Un buon pallone attraversa l’area di rigore doriana, lui riesce a colpirlo ma trova la deviazione in corner di un difensore avversario.
SORIANO 4: anche per lui quarantacinque minuti all’insegna di un compitino insulso che non riesce a fare neppure il solletico alla retroguardia di casa. In una gara di tale importanza spetta a calciatori con la sua esperienza trasmettere coraggio e carisma ai più giovani, ed invece partorisce un nascondino duraturo che impoverisce ancora di più una fase offensiva collettiva mai pervenuta. Nel secondo tempo si vede solo quando viene sostituito da 80′ TONGYA S.V. entra per provare a conferire maggiore vivacità alla fase offensiva, ma la sua presenza diventa inutile con la squadra che smette di impostare e scaraventa palloni facilmente leggibili nell’area ligure.
CERRI 4,5: a differenza dei due trequartisti ci mette un po’ di cattiveria in più nel corpo a corpo con i difensori di casa, ma sul piano della pulizia tecnica lascia a desiderare quanto loro. Nella ripresa, l’impegno resta immutato, la qualità delle giocate peggiora ed anche il pallone discreto che arriva sulla sua testa da sinistra dovrebbe essere sfruttato invece di essere soltanto sfiorato con la tempia. 60′ SIMY 5,5: poco da segnalare se non un buon controllo del pallone con il petto e il successivo tiro deviato faticosamente in corner dalla retroguardia blucerchiata.
ALL. MARINO 4: contro una Sampdoria psicologicamente a pezzi, pianifica una gara che sembra fatta apposta per infondere coraggio agli avversari. I suoi uomini sono piatti, timorosi, compassati, privi di idee e qualità nella metà campo rivale. E puntualmente fragili e distratti sulle palle inattive, come testimonia il gol realizzato da Maulensteen. I propositi reali sono in netta controtendenza rispetto all’avvertimento lanciato pochi giorni fa: ”Retrocede chi ha paura.” Nel secondo tempo, gli attacchi dei suoi uomini sono un po’ più convinti e generosi, ma non danno mai la sensazione di poter creare le necessarie condizioni per recuperare lo svantaggio. Tanta confusione sotto forma di palloni lanciati continuamente nei sedici metri dei padroni di casa, con Cragno che non interviene mai seriamente per gli interi novanta minuti. La gara che valeva una stagione è stata giocata nel peggior modo possibile, ed ora la Serie C sarà difficile da evitare; occorrerà un’impresa dai contorni quasi miracolosi.