Home Editoriale Ad un soffio da Salernitana-Frosinone: proviamo a giocarla in anticipo

Ad un soffio da Salernitana-Frosinone: proviamo a giocarla in anticipo

Il quasi insperato play out, acciuffato per i capelli da Ferrari e compagni, non deve far dimenticare che il passo più lungo e difficile resta da compiere. Il Frosinone è squadra ricca di dinamismo e valori tecnici. Due gare di estrema difficoltà attendono i granata.

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Superato lo scoglio rappresentato dal rischio di retrocedere al termine della stagione regolare, la Salernitana è chiamata a superarne altri due ugualmente insidiosi.

Perché, dopo aver tratto comprensibilmente un lungo sospiro di sollievo, la doppia sfida con il Frosinone sarà tutt’altro che una passeggiata di salute.

La squadra allenata da mister Bianco, sotto la cui gestione ha totalizzato 20 punti in 12 partite, è una di quelle compagini che non vorresti mai affrontare. Soprattutto quando le energie mentali e fisiche sono ormai ridotte al lumicino. Perché i gialloblù sono aggressivi, intensi e variegati nella loro proposta offensiva.

I ciociari infatti, alla pari di Sampdoria e granata, avrebbero dovuto realizzare un campionato decisamente diverso da quello esibito nelle trentotto gare della regular season.

Il disorientamento causato dalla retrocessione dalla Serie A, unito alla difficoltà a reperire velocemente le giuste motivazioni, ha generato un torneo sofferto e al di sotto delle attese. Ma sulla qualità tecnica e la profondità dell’organico allestito da patron Stirpe pochi sono i dubbi.

Significativo è l’estro reperibile all’interno della rosa a disposizione dell’ex trainer del Modena. Profili ancora giovani, ma in possesso delle giocate in grado di spaccare la partita.

Caratteristiche palesate in più occasioni nel corso della stagione cadetta, seppur in maniera discontinua, sia a livello collettivo che dal punto di vista individuale.

Soprattutto a centrocampo e nel reparto avanzato, dove diversi sono gli elementi che hanno un rapporto confidenziale con la sfera di cuoio. Oltre ad essere supportati da un buon livello di autostima e carisma, doti necessarie per assumersi la responsabilità di effettuare giocate che esulino dall’ordinarietà.

L’ex Bohinen e Kone, nella zona nevralgica del campo, possiedono geometrie e spunto. Con uno dei due che in fase di possesso è sempre verticale rispetto all’altro e, quindi, un’ulteriore pedina da affiancare ai protagonisti delle iniziative offensive.

Calciatore molto interessante è Vural, classe 2006. Mezzala in costante movimento nella trequarti altrui, sempre pronta ad inserirsi e a trasformarsi in una sorta di punta o trequartista. Garantendo comunque dinamismo in fase passiva.

Sugli esterni – con l’esperto e solido Marchizza ancora in dubbio e a cui toccherebbe il versante mancino se risolvesse le sue noie fisiche – dovrebbero operare i gemelli Jeremy e Anthony Oyono. Il più temprato dei due è il secondo, che ha già mostrato doti fisiche e tecniche importanti nello scorso campionato di serie A. Giocando prevalentemente a destra e riuscendo a garantire un rendimento interessante sia nella fase difensiva che in quella di spinta. Se, come sembra, l’ex terzino del Sassuolo non sarà della gara, Anthony Oyono sarà dirottato sulla corsia sinistra, lasciando al gemello l’out destro.

Tanta fantasia e imprevedibilità a connotare l’attacco ciociaro. Bianco, pur disponendo di due punte centrali più strutturate sul piano fisico (Tsadjout e Pecorino), spesso affida le sue ambizioni offensive a calciatori che regalano pochi riferimenti alle difese avversarie. Interpreti abili nell’uno contro uno, rapidi di gamba e veloci nell’esecuzione delle giocate. Pertanto utilizzabili, con un corposo scambio di posizioni, sia nei panni di esterni che in quelli di ‘falso nueve’ o di trequartisti. Partipilo e Ghedjemis operano a piede invertito sul centrodestra, mentre sul centrosinistra agiscono Ambrosino e Kvernadze. Più defilati, ma ugualmente temibili, Begic, Di Stefano e Canotto.

Ad essi si aggiungono i due esterni a tutta fascia e, a turno, uno tra Kone e Bohinen che accompagnano l’azione dopo aver scaricato il pallone. Quando il Frosinone è aggressivo e coordinato nel pressing alto, veloce nella conquista e nella trasmissione verticale del pallone, riesce a portare anche sei/sette calciatori a ridosso dei sedici metri rivali.

La Salernitana dovrà mostrarsi compatta, densa ed aggressiva in fase difensiva. Per evitare di essere disarticolata dalle giocate degli avanti avversari, inclini a creare superiorità numerica. Ma anche ad infilarsi repentinamente negli spazi o ad affondare sulle corsie laterali in seguito ad un cambio di gioco preceduto da una sterzata al centro innescata sul versante opposto.

In questo senso, a differenza di quanto accadde nel primo tempo della gara pareggiata all’Arechi, sarà importante limitare le primarie fonti di gioco (Bohinen e Kone), che interpretano il ruolo in maniera propositiva, giocando la palla spesso in verticale al fine di attivare la qualità dei compagni della terza e quarta linea.

Il calcio del Frosinone però, essendo improntato sull’aggressività e l’immediata transizione offensiva dopo aver conquistato palla, è anche molto dispendioso sul piano atletico e necessita di una concentrazione assoluta. Quando questi due aspetti calano nella loro intensità, le distanze tra i reparti aumentano e le coperture preventive non sempre riescono. Ne consegue che per gli avversari diventa più concreta la possibilità di approfittare della vulnerabilità difensiva ciociara.

Pertanto sarà importante, dal punto di vista granata, lavorare bene sulla conquista delle seconde palle. Cerri o Simy dovranno contendere e gestire con qualità più palloni possibili. Per aiutare la squadra a distendersi in avanti e attaccare celermente gli spazi lasciati incustoditi dalla vena sostanzialmente offensiva dei calciatori di Bianco. Anche eludere la prima pressione gialloblù, adoperando il fraseggio, potrebbe essere un’opzione percorribile, ma sicuramente più rischiosa e non sempre nelle corde degli uomini di mister Marino. Pur sottolineando che a Cittadella, con gli innesti di Hrustic e Caligara, sensibili passi in avanti sono stati compiuti anche in questo senso.

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