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Una Salernitana molle e offensivamente sterile, sbaglia la partita e compromette la salvezza

I novanta minuti, al netto di un possesso palla sterile a favore dei granata, hanno visto all'opera due squadre giunte all'appuntamento con uno spirito e una mentalità diversi. Ha vinto la compagine che ha trasferito sul terreno di gioco maggiore attenzione, agonismo e una superiore voglia di imporsi. Per salvare la categoria, bisognerà realizzare un'impresa nella gara di venerdì all'Arechi.

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CHRISTENSEN 6: provvidenziale con la mano sinistra a stoppare la rasoiata ravvicinata di Sibilli. Potrebbe smanacciare meglio il pallone partito dal corner sui cui sviluppi è nato il vantaggio doriano. Poco può sulla frittata targata Ruggeri-Ferrari che spalanca la porta al raddoppio di Curto.

RUGGERI 4,5: morbido e ingenuo nel contrastare Sibilli, che lo aggira facilmente prima di fallire un gol da favorevolissima posizione. Sempre un po’ in difficoltà nell’uno contro uno con l’ex barese e nel presidio aereo dei propri sedici metri. Tante insicurezze anche nei secondi quarantacinque minuti, come testimoniano uno scontro evitabile con Ferrari e il pallone che lascia passare sulla punizione decentrata che regala il raddoppio alla Sampdoria.

FERRARI 4: il terzetto difensivo non sembra coordinato come nei giorni migliori, negli spazi concessi si inserisce la qualità di Sibilli che crea diversi grattacapi. E’ il colpitore di testa migliore della squadra ed è troppo distante dal cuore dell’area nell’azione che porta in vantaggio i liguri. Con un disimpegno orribile fornisce un assist involontario a Sibilli che sbaglia il due a zero da ottima posizione. Imballato, prosegue la sua gara con diversi tentativi di anticipo malriusciti, che regalano sempre qualche brivido al reparto. Scarsamente reattivo sulla mischia in area, fornisce un assist involontario a Curto che realizza la rete del raddoppio. Nel finale potrebbe riscattare la sua pessima prestazione con un tiro non impossibile, ma svirgola la conclusione e la sfera termina lontano dalla porta ligure.

LOCHOSHVILI 4,5: esordio di gara legnoso e incerto, regala una punizione sulla linea di fondo, non neutralizza l’avvio dell’azione che porta Sibilli pericolosamente al tiro. Ancora titubante sulla seconda sortita dell’ex barese che impegna severamente Christensen. Si riprende un po’ con il passare dei minuti, ma anche lui risulta lontano dalla zona calda dell’area in occasione della rete di Meulensteen. E la sua prestanza fisica latita anche in occasione del raddoppio doriano. Si avventura in un disimpegno insensato, perde il pallone e la Samp conquista la punizione da cui nasce il secondo gol.

GHIGLIONE 5: tremebondo inizio, sbaglia anche i palloni più semplici, con la Samp che conquista la sfera e riparte. Prova ad attaccare alle spalle Venuti, ma i filtranti dei compagni non riescono mai a raggiungerlo. Anche con il cambio di fascia non migliora la sua prestazione, che resta poco incisiva ed anche inutilmente fallosa in qualche circostanza. Nei minuti di recupero prova a pescare il jolly con un tiro al volo ma il pallone viene stoppato dalla schiena di un difensore blucerchiato.

HRUSTIC 6: l’aggressività dei dirimpettai non gli consente di gestire e distribuire con calma il pallone, portandolo a sbagliare inizialmente. Quando la Samp è meno intensa nel pressing, riesce a distribuire il gioco con maggiore autorevolezza, anche se di giocate illuminanti non si registrano nel primo tempo. Nella ripresa cerca di prendere per mano la squadra. Buono il pallone verticale a pescare Simy, che è lento nell’attaccare la profondità e si lascia anticipare da Cragno. Guadagna un’ottima punizione ai sedici metri ma l’esecuzione successiva vede terminare il pallone sulla barriera. Con alcuni cambi di gioco decongestiona la manovra farraginosa della squadra e, soprattutto, dal suo piede parte l’ottimo assist per la testa di Cerri che impegna Ghidotti.

AMATUCCI 5: l’unico vero interditore della squadra, gioca basso e a protezione della linea difensiva, ma anche lui soffre la fisicità dei tre centrocampisti liguri. In fase di possesso è il lontano parente del trottolino spigliato e aggressivo ammirato nel corso della stagione. Anche nella ripresa non si scorge mai il volitivo tuttocampista apprezzato spesso in campionato.

CORAZZA 4,5: primo tempo nel corso del quale deve subire costantemente le iniziative di De Paoli. Mai incisivo e in grado di supportare la fase offensiva. Il copione non cambia nella ripresa e viene sostituito al minuto 69′ STOJANOVIC 4,5: conferisce immediatamente gamba, qualità di spunto e personalità alla squadra, poi rovina tutto con lo sciocco fallo che impedisce alla Salernitana di giocare in superiorità numerica il lungo recupero assegnato dall’arbitro.

CALIGARA 5: i ritmi imposti dai tre mediani blucerchiati sono forsennati e lui fatica ad incidere sul piano tecnico ed agonistico. Il suo calcio scolastico produce solo un filtrante interessante nei primi quarantacinque minuti. Anche nella ripresa, pur con i ritmi sampdoriani calati, non riesce ad incidere e a porre il suo educato piede mancino al servizio della squadra. 80′ SORIANO S.V.

TONGYA 5: l’impegno non manca, anche in fase difensiva, in un paio di situazioni parte a sinistra ed esegue bene la prima giocata, poi pecca di lucidità nella finalizzazione e nella rifinitura. Nella ripresa, spariscono anche le intenzioni e mai un lampo riesce a produrre. 89′ RAIMONDO S.V.

SIMY 4,5: lavora qualche buon pallone di sponda, ma è troppo isolato e macchinoso per impedire che siano numericamente maggiori quelli conquistati dalla retroguardia sampdoriana. Avvio di ripresa negativo: gestisce male il lavoro di difesa del pallone e di sponda per i compagni, è troppo lento per sfruttare la buona verticalizzazione di Hrustic. 69′ CERRI 6: con un colpo di testa nel finale crea non poche difficoltà a Ghidotti che devia il pallone in corner. Rispetto a Simy è più preciso e tenace nelle spizzate che favoriscono gli inserimenti da dietro dei compagni.

ALL.MARINO 4,5: si sperava di vedere una Salernitana diversa da quella vista all’opera nel finale di stagione allo stadio Marassi. Invece la squadra gioca un primo tempo decisamente deficitario sotto tutti i punti di vista. In difficoltà sul piano della reattività e del temperamento, lenta e timorosa, priva di idee e brillantezza. Le diverse ingenuità difensive denunciano anche una preparazione mentale non adeguata all’importanza della gara. Come nel penultimo match contro i liguri, la squadra abbozza confusi e disperati tentativi di rendere il risultato meno severo solo nelle battute finali. Troppo tardi, Ferrari e compagni abbandonano Genova con due gol sul groppone e la prospettiva di dover scalare, nella gara di ritorno, una sorta di Everest per conservare la categoria.

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