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Yari Montella, da Salerno al Mondiale Moto2: “Il titolo europeo mi gratifica, ora arriva il difficile”

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In una Salerno tradizionalmente pallonara e tristemente poco ferrata sul resto del mondo sportivo, c’è una storia straordinaria che merita di essere raccontata. È quella di Yari Montella, pilota motociclistico ventenne originario di Oliveto Citra: cresciuto con la moto nel sangue, il rider picentino si è appena laureato Campione Europeo Moto2 (corso nel contesto del Campionato Spagnolo di Velocità), ed è stato ufficializzato come partecipante al Campionato del Mondo Moto2 2021, che correrà in sella alla SpeedUp. Il talento classe 2000 – che vive a Montecorvino Pugliano – si è raccontato ai microfoni di SoloSalerno.it, discutendo su passato, presente e, soprattutto, sul futuro.

Yari, partiamo con una domanda scontata: in 72 ore hai vinto il titolo europeo Moto2 e sei stato annunciato al Mondiale. Come la stai vivendo personalmente?

“Innanzitutto il passaggio al Mondiale l’abbiamo reso pubblico solo dopo l’ultima gara, ma la firma c’era già stata prima e ovviamente abbiamo dovuto aspettare tempi burocratici: io lo sapevo già, così come chi mi è vicino. Comunque sì, sentir parlare sempre di te è una cosa piacevole, ti gratifica dell’impegno che stai mettendo e dei risultati che stai ottenendo.”

2020: dopo la scorsa stagione chiusa con un 7° posto al debutto, quest’anno hai fatto un grande salto di qualità. Quanto te l’aspettavi?

“L’anno scorso abbiamo chiuso settimi, ma ho anche fatto diversi ‘zeri’ quando avrei potuto giocarmi la vittoria o almeno il podio. La velocità l’avevamo già vista, ma ciò che ci è mancato è stato il metodo e la costanza. Diciamo che è un po’il mio modo di essere: il secondo anno sono sempre più performante, quindi da un lato mi aspettavo di essere veloce abbastanza da giocarmi il titolo; è stata una sorpresa solo fino ad un certo punto.”

Otto vittorie e due secondi posti in undici gare: un dominio oltre ogni più rosea aspettativa…

“Sì, anche perché siamo stati competitivi su tutte le piste: i secondi posti sono dovuti rispettivamente a una gomma fallata e a alla scelta sbagliata di un pneumatico, mentre l’unico ‘zero’ è stato un disguido con un altro pilota nel giro di warm-up prima della gara. È stato proprio l’aver fatto così tanta differenza ad averci aperto le porte per il passaggio al Mondiale.”

Un passo indietro: dopo il titolo italiano 250 SP nel 2014, sei passato in Moto3 dove in quattro anni – prima in Italia e poi in Spagna – non hai trovato fortuna, tanto da pensare di smettere… Cosa non ha funzionato?

“Il primo anno in Italia fu abbastanza buono, anche se con qualche caduta di troppo, poi una volta andato in Spagna con il passare del tempo non riuscivo ad adattarmi bene alla moto: io crescevo e aumentavo di peso, e addirittura nel 2018 avevo 10-12 kg in più, che su una moto del genere sono tantissimi. Il 2018 è stato un po’l’anno X: a giugno pensai di far basta, dopo tre anni e mezzo senza risultati; ero rassegnato, ma poi fortunatamente andai in Australia per sostituire un pilota al Mondiale e lì mi sono riadattato ritrovando uno stimolo: la gara la chiusi sedicesimo, ma per me fu fondamentale perché feci una decina di giri con il gruppo dei primi. Quella gara mi permise sia di crescere che di trovare una buona sella per il 2019.”

Veniamo al 2021. La trattativa con SpeedUp era già vociferata da settimane. Qualche dettaglio?

“Con Luca Boscoscuro (team manager, ndr) ci sentivamo da tempo, ma abbiamo iniziato a parlare della possibilità del Mondiale a settembre. La firma è arrivata in quel periodo, poi c’è stato ovviamente un tempo legato a faccende burocratiche. Aver firmato un triennale con loro è molto importante, perché mi permetterà di lavorare con più tranquillità.”

A questo proposito, entri al Mondiale con una struttura ufficiale, che negli anni ha vinto Gran Premi e appoggiato molti piloti arrivati in MotoGP…

“Sicuramente SpeedUp è un top team. Dopo le mie prime vittorie di quest’anno, andare al Mondiale era l’obiettivo, ma farlo con loro era il sogno: oltre ad essere un top team, è una squadra in cui conosco i tecnici con cui lavorerò, oltre al telemetrista e al capotecnico. Quando vai in un Mondiale in cui prima di partire sei inevitabilmente già in ritardo, è importantissimo avere un team che conosce i tuoi punti forti e quelli da migliorare.”

Affiancherai lo spagnolo Jorge Navarro, pilota velocissimo che sulla carta è tra i top per la categoria.

“Navarro si giocherà il Mondiale, e io da debuttante non posso pretendere di essere già lì con lui; ad ogni modo, potrà essere un incoraggiamento e un qualcosa che possa aiutarmi a crescere. Sarebbe obiettivamente bello arrivare davanti a lui in qualche gara: ogni pilota vuole battere il suo compagno di squadra, ma ad oggi è prematuro parlarne.”

Il tuo è un caso eccezionale: da sempre il Sud è molto meno produttivo rispetto al Nord quanto a piloti. Te la senti di dare un messaggio ai più giovani e senti la responsabilità di rappresentare Salerno in una vetrina prestigiosa come il Motomondiale?

“Personalmente sono stato molto fortunato ad avere la possibilità di potermi spostare e salire al Nord: è una cosa che non tutti possono permettersi, in primis dal punto di vista economico. La responsabilità personalmente non la sento: sono concentrato su me stesso, su ciò che devo fare e che devo migliorare. È chiaro che se dovessi riuscire a fare buoni risultati, il resto verrebbe abbastanza da sé. Il messaggio credo di poterlo lanciare proprio attraverso i risultati: ciò permetterebbe di farmi conoscere e soprattutto di far conoscere il nostro sport. È proprio questo il problema: al Sud si parla di solo di calcio, l’ho vissuto anche personalmente nel cercare sponsor. Parlare di motociclismo è come parlare di caramelle…”

In chiusura: dodici mesi fa dicevi di voler approdare al Mondiale nel 2021, traguardo centrato con innegabile merito. Qual è l’obiettivo per il prossimo anno?

“Sicuramente restare al Mondiale il più possibile. Posso dire che ho superato il facile e ora arriva il difficile: al Mondiale hai poche possibilità di arrivarci, ma sono ancora meno quelle di rimanerci. Quindi adesso bisogna stare tranquilli, concentrati e lavorare a testa bassa per portare risultati e restare lì il più possibile.”

Manuel Palumbo

Facendo sport, guardando sport, raccontando sport, vivendo sport

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