Editoriale

Con le porte chiuse cambia il concetto di “fattore campo”

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La sosta del campionato ci induce a fare altre riflessioni sul variegato mondo del calcio che non può prescindere anche dal momento attuale di emergenza sanitaria. Il Covid ha modificato radicalmente le nostre abitudini, ma non solo quelle quotidiane ma anche quelle relative allo svago. Le porte degli stadi sono chiuse o (nel migliore dei casi) aperte per poche centinaia di persone e ciò ha determinato anche qualche scompenso su quello che rappresenta la forza del pubblico in una gara di calcio.

Insomma: quanto ha pesato l’assenza degli spettatori sui risultati delle partite? O meglio: come è cambiato il fattore campo negli stadi senza pubblico? A questi ed altri interrogativi ha provato a rispondere uno studio promosso dall’Università di Trieste denominato “The Sound of Silence” pubblicato anche dall’European Journal of Sport Sciences.

Lo studio ha focalizzato due elementi: il vantaggio casalingo e la distorsione delle decisioni arbitrali. Il primo consiste nel fatto che le squadre ottengono più punti in casa che in trasferta; il secondo consiste nel fatto che gli arbitri sono mediamente meno “fiscali” nei confronti della squadra in casa rispetto a quella in trasferta.

Un ruolo importante è stato affidato alla pressione sociale del pubblico che incita la squadra di casa. Qualcuno potrebbe affermare di aver scoperto l’acqua calda ma in condizioni normali è difficile  isolare l’effetto del pubblico da quello di altri fattori rilevanti quali la fatica di un viaggio o, ancora, l’ansia di sapere come un arbitro potrà condurre una partita. Di conseguenza risulta complicato determinare quanto questo contribuisca al manifestarsi dei due fenomeni.

La possibilità di valutare il peso del pubblico in modo isolato ci viene data dall’assenza di supporters in tempi di Covid. Lo studio ha raccolto statistiche relative a 841 gare disputate nel 2019/2020 in Spagna, Inghilterra, Germania ed Italia.

Per quanto riguarda il vantaggio casalingo, confrontando i dati delle tre stagioni precedenti alla chiusura degli stadi, è emersa una sensibile riduzione della percentuale di punti ottenuti in casa. Normalmente le squadre di casa ottengono il 60% dei punti mentre il 40% è per le squadre ospiti. Ebbene, quest’ultima percentuale si dimezza in condizioni di porte chiuse.

Il ruolo del pubblico è ancora più determinante quando si tratta di decisioni arbitrali. Lo studio ha dimostrato che, in presenza di pubblico, le squadre ospiti vengono sanzionate maggiormente in termini di falli, cartellini gialli e rossi nonché rigori a sfavore. In assenza di pubblico queste “criticità” non sono state evidenziate in nessuno dei parametri esaminati.

 Gli autori hanno concluso lo studio dimostrando come il pubblico contribuisca in maniera significativa a determinare le dinamiche e l’esito delle partite di calcio professionistico. Tenendo conto che, probabilmente, si continuerà a giocare a porte chiuse per diverso tempo ancora sta ai “match analyst” prendere le dovute contromisure.

Un altro elemento da non trascurare è quello relativo ai pareggi specialmente nel campionato di serie B. La Gazzetta dello Sport, infatti, riporta il grande aumento dei segni X. In regime di porte chiuse i pareggi sono aumentati dal 27% al 39%. Un anno fa nelle prime sette partite i pareggi furono 19 mentre oggi sono 25. Un segno evidente dell’equilibrio dettato anche dalla mancanza di incitamento da parte del pubblico.

Ernesto Curcione

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