Editoriale

Undici partite per chiudere un ciclo lungo dieci anni

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La Salernitana ci crede e non ha falsi pudori nell’affrontare l’argomento.

Da Di Tacchio a Castori, passando per il copatron Mezzaroma, in pochi giorni tutte le varie componenti hanno fissato l’obiettivo. Dopo il suo errore dal dischetto contro la Spal, Francesco Di Tacchio avrebbe, se avesse potuto, giocato la notte stessa la partita di Cremona.

L’attenzione e la grinta con cui lui e la squadra hanno giocato allo Zini, stadio mai violato fino ad ieri dalla Salernitana, sono state la conferma di quanto bruciasse il pari con gli estensi.

Uno zero a zero maturato in seguito ad un tiro dagli undici metri fallito e ad un altro non concesso. Undici, ora, sono anche le partite che mancano alla fine del campionato. Più delle parole, però, sono i segnali del campo a rafforzare le convinzioni del gruppo ed alzarne il tasso di fiducia ed autostima.

La squadra di Castori è ad un solo punto dal Monza, tornato al successo anche grazie ad un rigore non assegnato al Pordenone che era apparso netto, ed avrà sei partite in casa e cinque fuori da qui alla fine.

All’Arechi sono attesi Venezia, Monza ed Empoli, ossia le altre formazioni che occupano i primi posti della classifica. Prima, però, ci saranno partite insidiose e difficili contro squadre in lotta per la salvezza. Una di queste sarà proprio la prossima, contro il Cosenza. All’andata la Salernitana vinse, ma i silani presentarono ricorso per un presunto errore tecnico dell’arbitro al momento dei cambi.

Acqua passata, ma non troppo. Sabato, all’Arechi, sarà una prova del…dieci. Dopo tre vittorie e sei pareggi nelle ultime nove gare, la Salernitana cercherà il decimo risultato utile con annessa lode che sarebbe rappresentata dai tre punti.

La classifica corta lascia spazio a qualsiasi scenario, ma, con nove punti di margine sulla nona, ora più che mai la squadra di Castori deve provare a blindare una posizione di vantaggio nella griglia playoff, senza perdere di vista la seconda piazza.

Castori e la squadra credono nella possibilità di centrare un obiettivo che rappresenterebbe il degno coronamento di un ciclo societario cominciato nel 2011, dalla serie D e con un’altra denominazione, aprendo al tempo stesso nuovi capitoli.

La squadra ha lo spirito e la mentalità di chi senza fronzoli punta al bersaglio grosso. Il campo sta premiando dall’inizio della stagione il lavoro certosino di Castori. La proprietà assicura di voler vincere. Ci sarebbero, insomma, tutte le condizioni per un gran finale.

Undici partite per sognare e per capire.

Redazione

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