Storie

Il Sassuolo: Voce del verbo investire

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Giochiamo contro questi.

Al Workshop Ambrosetti non vado, non sono mai andato. È una fiera delle vanità, sono abituato a stare in fabbrica

(Giorgio Squinzi)

Una corazzata dal punto di vista economico, che ha sede sociale in una città grossa più o meno quanto Pastena. Giochiamo contro un’idea. Quella che venne in una stanzetta, a Milano, ad uno studente.

Che, lavorando in quel piccolo laboratorio, inventò un collante che ha cambiato il lavoro nell’edilizia.

Mi viene da ridere quando accusano la Mapei di non venire da una tradizione sportiva consolidata. Niente di più sbagliato, la Mapei ha spiccato il volo grazie alle piste di atletica.

L’occasione venne durante le olimpiadi di Montreal. Bisognava attaccare il tartan. E l’organizzazione non trovava il modo di incollare la pista al suolo.

Perché non avevano conosciuto ancora quell’ingegnere chimico. Propose il suo prodotto e da allora niente fu più lo stesso. Da Montreal ad oggi la Mapei fornisce i propri collanti a tutte le piste di Atletica delle Olimpiadi.

E poi il ciclismo e la fuga dalle chiacchiere su una tripletta della Mapei alla Roubaix. Ma soprattutto dalle farmacie che erano entrate nella squadra.

Per farsi perdonare Squinzi decise di creare un centro che serve come allenamento per i giovani ciclisti ed educarli ad uno sport pulito.

Una cosa così:

O il Mapei Football Center:

Un’altra cosa così:

Perché se per anni hai avuto un proprietario che aveva una determinata visione, anche se questo parte per l’ultimo viaggio, sei educato a pensare e concretizzare idee.

L’idea del Sassuolo è molto semplice. Andare in giro, prendere dei ragazzini, farli giocare.

Esempi: Muldur (nato nel 1999), Raspadori ( nato nel 2000), Junior Traorè (nato nel 2000).
Ah, sì. C’è pure Davide Frattesi.

E uno che abbiamo visto quest’estate a Wembley.

Tutto merito di questo signore qua:

Insomma, andremo da quelli ricchi. Quelli che investono per creare centri sportivi, comprano stadi e investono sui ragazzi.

Di contro salirà a Reggio Emilia un popolo che si indentifica con la maglia e con chi la indossa.

Fa niente che l’idea di investimento della dirigenza avversaria sia quella di creare una linea di sneakers e presentarla in un ristorante.

Ecco la differenza tra noi e loro: la vedete nella citazione iniziale.

Noi abbiamo persone che adorano la vanità, si crogiolano alla facilità delle interviste fiume condotte in ginocchio. I nostri prossimi avversari, invece, vanno in fabbrica a miscelare collanti.

Buona partita, ovunque voi siate.

Antonello Perna

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