Non sono positive le notizie che pervengono dai paesaggi cari a Friedrich e al sublime kantiano.
Uggia la domenica di Reggio, si scontrano il Baciccia e il Cavalluccio mentre il Cagliari scolla il settimo sigillo ai colletti bianchi dei sigillanti industriali.
#SALSAM è l’hashtag istituzionale, accusativo al femminile: “salata”, suggerisce il Castiglioni-Mariotti.
#IOLEGGOPERCHÉ, altro hashtag: un monito per i presenti in Tribuna, non puoi accostarti al mestiere di scrivere se non leggi.
Salata, comunque, non tanto per il prezzo — o almeno non oggi, se ne riparlerà fra nove giorni — quanto per il destino che unisce, spuma e Maestrale: è il derby del Trust.
Un unicum, invero, perde la sua originalità quanto si guarda allo specchio: doriani e salernitani si danno la mano; sontuosa è la Storia, incerto il futuro.
Il fascino posato del Direttorissimo che — come da copione — perlustra il campo e poi si eclissa, l’esuberanza da hangover di Ferrero: impossibile anelare mezze misure.
Gondo e Djuric a doposcuola dal Professor Ribéry (col cuore di De Amicis e la scolaresca di Sperelli), Caputo e Quagliarella occupano la cattedra blucerchiata. Solo panchina, almeno inizialmente, per un Chicco Bonazzoli tanto affamato quanto contrariato.
Paura di vincere o perdere, paura di tutto insomma: normale che il primo tempo si incanali sul binario morto.
Qualità poca — finanche il cognome di Milan si sfrangia in brandelli — timore in surplus.
Dal momento che i punti pesano e l’inverno borbotta alla porta, occorre allungare il passo.
Arma bianca, polveri bagnate, tanto correre: guanti immacolati per Audero (almeno nella prima frazione), macchiati freddi in tazza calda per Belec.
Cinque contro uno.
No, non si tratta di onanismo.
Un contropiede del genere sarebbe lecito al 94esimo, al 43esimo è da suicidio assistito: Zortea maledice la solitudine, Quagliarella rifinisce, Candreva schianta. Zero a due.
Fuori Kastanos, dentro Obi: una Curva da smoking bianco merita interpreti da Commedia Sexy all’italiana? Così pare.
Tanta pressione, tanto coraggio, poca precisione: questa è la sintesi dei secondi quarantacinque.
Alcune lune di miele terminano quando si paga il conto all’agenzia di viaggi, qualcuno — tempo mezza giornata — chiederà la graticola per Colantuono.
Intanto il DG, motore immobile del disastro, si prepara a festeggiare le sue nozze d’argento.
Godetevela e fate i tifosi: pagate, ringraziate, perdete la voce, buttate il sangue e guardate a chi sta peggio.
Ché col parabrezza sfondato e il serbatoio a secco, resta solo lo specchietto retrovisore.
Volgersi al tramonto degli altri rende dolci anche le discariche.
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