«La prima cosa che farò rientrando a Salerno dopo uno stop di due giorni a Roma, sarà chiedere scusa a Federico Fazio, per non aver spiegato bene a quei signori che oggi lo bastonano con giudizi e voti al limite del dileggio, cosa ha fatto e a che cosa ha rinunciato per venire a Salerno. Gli errori, quando ci sono, li vedo anch’io, ma ci sono modi meno oltraggiosi per raccontarli, magari dicendo che prima di farlo il fallo presunto su Belotti lo ha subito lui stesso, e che è sempre stato in campo senza accampare dubbi o scuse fin dal primo giorno.
La prima cosa che farò sarà guardare l’allenamento e salutare il mister e i ragazzi che per me non saranno mai l’istant flop, come qualche cialtrone, di cui non conosco l’identità, li ha definiti, bollando loro e me senza esitazione con un epitaffio che mi pare renda inutile dire che questi ragazzi hanno giocato alla pari con tutti, e spesso molto meglio.»
Parole e musica del direttore Walter Sabatini che, attraverso l’account Instagram gestito dal figlio Santiago, ha voluto porre l’accento sulle critiche feroci ricevute da Federico Fazio. Critiche, se vogliamo, anche legittime, ma che spesso e volentieri sono sfociate in veri e propri attacchi frontali non solo all’indirizzo dell’ex difensore della Roma, ma anche allo stesso Sabatini, reo, a detta di qualcuno, di aver allestito un “istant flop” in sede di mercato di riparazione.
Ciò che stona non è lo spirito critico degli autori di tale “epitaffio”, finalmente ritrovato dopo anni di latitanza, bensì i modi e soprattutto le tempistiche. Con nove gare ancora da giocare, di fatto, la Salernitana è ancora matematicamente in corsa per l’obiettivo salvezza. Un obiettivo che, ove mai dovesse essere raggiunto, rappresenterebbe un vero e proprio miracolo sotto tutti i punti di vista perché, al netto di alcuni errori di valutazione ammessi dallo stesso Sabatini, lo scempio tecnico lasciato in eredità dagli ex dirigenti era cosa piuttosto difficile, se non impossibile, da sistemare. Nessuno, compresi Fazio e Sabatini, è esente da critiche. Purché siano costruttive e in alcun modo strumentali.
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