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Diario Mundial: Viva la vida

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“Seas would rise when i gave the word”

Coldplay- Viva la Vida

“I mari si sarebbero aperti se solo avessi proferito parola”, canta Chris Martin in uno dei suoi grandi successi e, probabilmente, frase più adeguata per descrivere quello che in Francia ed Argentina sono Kylian Mbappè e Leo Messi non c’è. Secondo molti, quello di Doha, è il giusto epilogo. Il dominatore del passato che sfida quello del futuro nel presente, un possibile passaggio di testimone sul trono del globo di cuoio ma anche la possibile riconferma del re attuale. Argentina-Francia ha più trame, storie nella storia

Gloria eterna

Si scrive Leo Messi e si legge storia. Che lo si guardi come migliore di sempre o che lo si guardi come secondo a qualcuno, una cosa è certa: Lionel ha lasciato un segno nella storia del calcio. Forse non avrà mai raggiunto i livelli di Maradona o forse li ha addirittura superati, poco conta quando dinanzi si ha un uomo di 35 anni che prende “sulle spalle” un’intera squadra e nazione per portarla (almeno) vicino al tetto del mondo. La fantasia, l’inventiva, il sinistro chirurgico, è questo e tanto altro Messi. E’anche leadership, proprio quella che gli è stata spesso imputata di non avere ma che a Qatar 2022 è emersa in prestazioni e comportamenti. Di finali ne ha giocate tante, di coppe ne ha sollevate altrettante ma c’è ancora una ferita da sanare ed uno spazio da occupare in bacheca. Il passato non si cancella ma è dal dolore per una sconfitta che si può ricominciare per riscrivere la storia, è quello che ha fatto il dieci albiceleste a partire dal luglio 2014 quando la sua Argentina venne sconfitta proprio nella finale mondiale dalla Germania. Al ragazzo di Rosario manca un ultimo passo, quello più difficile ma anche quello definitivo per completare un cerchio, coronare una carriera da dieci in pagella, realizzare un sogno, raggiungere la Gloria Eterna.

La successione

A 23 anni, solitamente, i calciatori cullano in sè il sogno di disputare una finale di Coppa del Mondo. Ecco, il solitamente per Kylian Mbappè non esiste. Il tetto del mondo lo conosce bene, è campione in carica ed è alla sua seconda finale consecutiva per vincere ancora una volta la coppa più ambita da qualsiasi persona che abbia mai calciato un pallone. In questo mese, l’asso transalpino, ha fatto un “mestiere” differente rispetto al resto dei colleghi proprio come Messi. Gol, assist, scatti e cinismo, queste le quattro caratteristiche del Mondiale di Mbappè che, in caso di vittoria finale, potrebbe diventare per evidenti ed ovvi meriti il candidato numero uno al Pallone d’Oro attualmente del connazionale Karim Benzema. Per restare in vetta, dunque, servirà la sua miglior versione con Deschamps e l’intera Francia che confidano (e non poco) nelle sue qualità, per prendersi il trono e la corona servirà invece la grande prestazione.

Viva i re

Vincere e convincere, in una serata qatariota (pomeriggio italiano) che potrebbe riscrivere le gerarchie del calcio mondiale. In ogni caso, bisognerà ringraziare la “vita calcistica” che ha permesso ad ognuno, in questi anni, di emozionarsi per un dribbling di Messi e permetterà di stupirsi, nei tempi che verranno, per uno scatto di Mbappè. Secondo alcuni il calcio è arte e se la tesi è quella giusta, i dieci di Argentina e Francia non possono non essere due tra le opere più belle di questo meraviglioso museo.

Redazione

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