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Bilal El Khannouss, il giovane talento del calcio marocchino

Tempo di lettura: 4 minuti

Si narra che abbiano già bussato in tanti alle porte del suo procuratore e del Genk, la società in cui milita da qualche anno.

Stiamo parlando di Bilal El Khannouss, diciannove anni da compiere a maggio, centrocampista marocchino in possesso di notevoli qualità tecniche e un estro superiore alla media.

Una serrata corte esercitata dai colossi del calcio europeo, su tutti il Manchester City, il Borussia Dortmund ed il PSG.

Una fascinazione che avrebbe solleticato anche l’interesse dell’onnipresente Cristiano Giuntoli, direttore sportivo del Napoli che di talenti se ne intende, come testimonia l’eccezionale operazione Kvaratskhelia.

Una corsa all’affare che, un po’ a sorpresa, avrebbe registrato anche la bramosia dell’Ajax, capace di mettere subito 20 milioni di euro sul tavolo della trattativa, pur di sbaragliare la folta e qualificata concorrenza.

Una fretta che, però, non sembra assillare la dirigenza belga e lo stesso ragazzo, il quale è consapevole di dover affrontare ancora alcuni fondamentali step nel suo processo di crescita.

Più probabile, pertanto, che l’operazione di mercato vada in porto al termine della stagione 2023-2024, nonostante il contratto recentemente prolungato fino a giugno 2027.

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Un anno e mezzo per consolidare il suo variegato patrimonio tecnico e irrobustire un fisico che ancora necessita di essere potenziato a livello muscolare.

El Khannouss è virgulto umilmente conscio dei suoi mezzi, dotato di grande personalità e di una testa che supporta il talento. Al contrario di tanti coetanei che, sentendosi arrivati al primo cimento da professionisti, tendono a ridurre in macerie la loro genialità calcistica.

Diciotto anni fortificati da una capacità, rara per un’anagrafe così verde, di ponderare esperienze e propositi personali.

A certificarla i racconti sul padre impegnato a lavorare sui tetti e a fronteggiare la calura estiva e il gelo invernale. Immagini rimaste impresse nella mente quando, in compagnia della madre, gli portava i panini per la pausa pranzo; vere e proprie lezioni di vita da cui trarre insegnamento.

Una incipiente maturità, intrisa di idee chiare, manifestata anche nella decisione di indossare la maglia della nazionale marocchina, respingendo le attenzioni della federazione e dello staff tecnico belga.

Ma anche la lungimiranza del suo carattere orgoglioso, che gli ha suggerito di lasciare l’Anderlecht, non del tutto convinto sul suo valore, e accettare le lusinghe del Genk.

L’estroso calciatore magrebino ama raccontare aneddoti di vita quotidiana, che rendono mirabilmente l’idea sulla sua capacità di restare con i piedi ben saldi sulla terra e fortemente concentrato sul suo lavoro.

Tutto ciò che riguarda la gestione delle trattative che definiranno il suo futuro è stato affidato a chi cura i suoi interessi. Fuori dal terreno di gioco, El Khannouss ama fare gruppo, cucinare e trascorrere in famiglia i meritati riposi concessi dalla professione.

Il suo principio guida è riassunto in tre parole: sicurezza, qualità e mentalità. La sicurezza nelle proprie abilità che non sfoci nella presunzione. La volontà di esprimere sempre un calcio offensivamente qualitativo. La mentalità necessaria per condurre una vita da professionista e gestire con saggezza e sobrietà i momenti esaltanti della carriera e quelli difficili che richiedano forza morale e attitudine a reagire positivamente.

Il promettente Bilal ha già dimostrato di saper cogliere al balzo le opportunità offerte dalla sorte pallonara. Facendosi trovare pronto all’appuntamento con l’esordio in Nazionale (finale di consolazione contro la Croazia nel recente mondiale in Quatar), e sostituendo, senza farlo rimpiangere, l’infortunato Lucas Oyen nella squadra di club.

Eletto talento calcistico dell’anno in Belgio nel 2022, El Khannouss è essenzialmente un trequartista che ha nei piedi lo spunto e le potenzialità per spaccare la partita.

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Nonostante la giovanissima età, egli scende in campo sapendo di possedere i mezzi tecnici, il coraggio e il carisma per riempire le sue prestazioni di scelte tese a far danni nelle fasi difensive rivali.

Un modo di fare calcio lontano dal compitino, sempre proteso a produrre un vantaggio per la squadra, senza scadere nella giocata esteticamente apprezzabile ma fine a se stessa e nociva ai fini degli equilibri complessivi.

Efficacia ed estetica si mescolano armoniosamente nell’espressione del suo talento. Bravo nell’uno contro uno e nel creare superiorità numerica nella trequarti avversaria, egli tende a servire assist illuminanti per i compagni, evitando di portare palla troppo a lungo.

Chiarezza di idee che si estrinseca attraverso cambi di gioco, palloni filtranti alle punte che dettano la verticalizzazione, ma anche con giocate corte e spiazzanti nello spazio breve.

Tatticamente parlando, è soprattutto un trequartista di costruzione, impegnato a rendere fluida la manovra offensiva. I notevoli margini di crescita sono legati al salto di qualità che dovrà compiere avanzando il suo raggio d’azione, agendo più a ridosso dell’area avversaria, tentando la giocata personale e il dribbling che gli procurino la possibilità di calciare in porta e fare gol.

Step che lo avvicinerebbe sensibilmente ad Hakim Ziyech, altro talento del calcio marocchino e del Chelsea al quale è stato, forse, erroneamente accostato. Lo spunto è lo stesso, ma la ventinovenne ala magrebina porta in dote più gol ed essendo mancina ama partire da destra a piede invertito.  

Al momento, come si evince dai numeri di questa stagione (3 assist e nessun goal), il giovane Bilal è ancora una via di mezzo tra una mezzala offensiva ed un trequartista di regia. I volumi delle sue prestazioni, però, sono notevoli anche dal punto di vista atletico, come testimoniano gli undici chilometri mediamente percorsi in partita.

La definizione della collocazione tattica procederà a braccetto con la crescita dei suoi diciotto anni. Nel panorama calcistico internazionale, però, sono in pochi a nutrire dubbi sulla consacrazione di El Khannouss nel football delle grandi firme. Staremo a vedere. 

Maurizio Iuliano

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