Editoriale

Al capezzale di una Salernitana disperata, Liverani spera di eguagliare il fantastico biennio di Lecce

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Alla ricerca del secondo miracolo calcistico in tre anni di Serie A, la Salernitana doveva scegliere, per sostituire Inzaghi, un tecnico gestore oppure uno propositivo. Considerata l’assai precaria posizione di classifica, che impone un percorso finale all’insegna di una conquista pressoché costante di punti, la scelta è caduta sul secondo profilo.

Perché l’idea di calcio proposta da Fabio Liverani è caratterizzata da sempre dalla volontà di giocare il match con coraggio e protagonismo.

Senza operare alcuna distinzione di atteggiamento tattico in base alla caratura dell’avversario da affrontare. Piccoli accorgimenti in funzione dello spessore qualitativo dei rivali di turno, ma anche l’intenzione di giocarsela con intraprendenza contro tutti.

Non si tratta, ovviamente, di presunzione che sfocia nell’autolesionismo, ma di un approccio estetico e ambizioso all’evento clou della settimana standard lavorativa.

Il neo mister granata è lontano dalla panchina da poco più di un anno. Sono  trascorsi, infatti, circa quattordici mesi – dicembre 2022 – dall’ultima apparizione alla guida del Cagliari. Sconfitta a Palermo ed esonero, prima di lasciare spazio a Claudio Ranieri. I sardi, in quel momento, avevano ventidue punti in classifica totalizzati in diciotto gare ed erano fuori dalle prime otto posizioni. A fine stagione hanno ottenuto la promozione in massima serie vincendo la finale play off ai danni del Bari.

Il capolavoro professionale dell’ex centrocampista di Perugia, Lazio, Fiorentina Palermo e Nazionale, autentico pallino da giocatore di Walter Sabatini, resta la doppia promozione dalla C alla A, ottenuta alla guida del Lecce in soli due anni (2017-2019). 

Una squadra, quella salentina, che vinse e rubò l’occhio attraverso un gioco corale apprezzabile sul piano estetico ed estremamente efficace e redditizio. Collettivo corto, compatto centralmente, capace di partecipare alla manovra con tutti i calciatori di movimento e mai banale nell’espressione di un calcio ricco di soluzioni offensive. Il tutto racchiuso in un contesto tattico fondato sulla difesa a quattro e una mediana a tre, lasciando spazio alla fantasia nella terza e quarta linea (4-3-1-2; 4-3-2-1; 4-3-3; 4-1-4-1).

Sistemi di gioco, pertanto, che dovrebbero ben sposarsi con il nutrito numero di esterni, mezzali e trequartisti di cui dispone l’organico granata.

Nel suo percorso da allenatore non sono mancate le virate strategiche sulla difesa a tre, ma non così numerose da costituire un ulteriore marchio di fabbrica tecnico-tattico.

Poco fortunata, invece, la prima esperienza in A (2019-2020), sempre alla guida dei giallorossi pugliesi. Trentacinque punti non bastarono per difendere la categoria. In precedenza, aveva ben operato anche a Terni in B (2017), dove raccolse la squadra all’ultimo posto e la condusse alla salvezza. Negativo, infine, fu il secondo cimento in serie A sulla panca del Parma (2020-2021), l’esonero maturò dopo sedici giornate.

Dopo la sconfitta ‘drammatica’ in casa contro l’Empoli, che riduce sensibilmente le chance salvezza di Candreva e compagni, Liverani dovrà compiere un’autentica impresa. Per garantire alla Salernitana la quarta stagione consecutiva nel maggiore campionato italiano.

Se riuscisse nell’intento, oscurerebbe anche il fantastico biennio leccese.

Maurizio Iuliano

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