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Prova fallita e risposte rimandate: dove sono i giovani?

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La sconfitta con la Spal non può far gridare allo scandalo. La squadra estense aveva dato segnali di crescita nelle precedenti partite ed ieri li ha confermati al cospetto della peggior Salernitana della stagione.

A Ferrara sono stati confermati i limiti più volte denunciati della rosa granata, ma, soprattutto, si è vista la differenza nell’impostazione di fondo tra una società che non ha remore nell’indicare un obiettivo ed una che si trincera dietro giochi di parole.

La Spal ha in rosa giovani di valore come Salvatore Esposito, che è di proprietà, il fratello, Sebastiano, stella nascente del vivaio dell’Inter, e quel Luca Ranieri che a Salerno è solo transitato prima di scegliere un progetto dai contorni più definiti e che le uniche “minacce” ricevute potrà dire di averle incassate in occasione del non certo amichevole faccia a faccia con Djuric nei minuti di recupero del match del Mazza. Under di qualità, non c’è che dire, quelli della Spal. E quelli della Salernitana? Al di là di Anderson, che non è di proprietà, Castori dispone di talenti granata pronti per fare la differenza in B? Da Iannoni a Barone, finora, abbiamo visto poco, anzi nulla. Attendiamo con fiducia.

La Salernitana aveva delle assenze, ma anche la Spal non era al completo. La partita ha detto che tra le due rose esiste una differenza netta, ma che il vero divario è nella testa prima che in campo. La Salernitana deve compiere un salto di qualità prima di tutto nella stanza dei bottoni. E’ il sesto campionato di B consecutivo a cui la Salernitana partecipa ed ancora dai patron non è arrivato un input inequivocabile che possa sancire una rottura con il copione ben noto.

Novembre è cominciato con una sconfitta che poteva essere messa in preventivo. Niente drammi, ci mancherebbe. Il dato sconfortante è la totale mancanza di visione complessiva che registriamo nella Salernitana ed intorno ad essa. Non c’è la giusta obiettività, manca la predisposizione della società a ricevere le critiche e a farne tesoro, ma c’è sempre più la percezione che la cosa granata sia considerata “nostra” all’interno di un ristretto circolo di persone. Niente di più sbagliato. La Salernitana è di tutti, è amata da tutti e le critiche sono mosse a fin di bene. Il mercato condotto tra settembre ed ottobre ha lasciato in eredità dubbi, lacune, mancanze che la buona partenza aveva in parte celato. Castori dovrà fare il massimo possibile con quello che ha, che non è poco, intendiamoci, ma nemmeno tantissimo, specie in presenza di qualche assenza. La sosta giunge propizia, poi bisognerà ripartire di slancio e prepararsi ad un mercato di gennaio incisivo.

Redazione

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