Editoriale

Atalanta – Salernitana: in bilico fra tramonto tecnico e tempeste

Tempo di lettura: 2 minuti

Ma il veliero sempre più lento
si ferma senza coraggio e senza vento
e il mare diventa di sasso.
Mentre il cane abbaia, il piatto si fredda.
La donna sul porto nervosa, su e giù,
va a spasso.

Aspro e tormentato il tragitto, da veliero a guscio di noce sfidando le burrasche della Serie A. La Salernitana circumnaviga la prima crisi stagionale, col rischio concreto di schiantarsi sulle scogliere del Gasp.

Giunge l’Atalanta, frattanto Castori – bendato e con le mani dietro la schiena – attraversa il ponte spinto dalle sciabole dei suoi più grandi estimatori. È la vita del timoniere, in fondo, sempre in bilico. Navigando, a suo rischio e pericolo, fra i sentieri di spuma della testardaggine.

Cambio di rotta o esonero, inversione a U o dimenticatoio: tanto ha chiesto il Generale dalla riva sicura. Mesi di silenzio, poi la svolta. Sulla scia di “Bocca di Rosa”, il Dottor Marchetti Ugo si prese la briga e di certo il gusto di dare a tutti il consiglio giusto.

Salerno – pensiero già espresso che, in chi scrive, causa copiose folate di nausea – è porto di mare per gli allenatori, roccaforte inespugnabile per il Direttore Sportivo. Ché altrove, quando il progetto tecnico procede a stento, cadono due teste. Qui, invece, sempre una. L’altra, pertanto, si solleva e si crogiola al dolce richiamo delle sirene, al sole di una democristiana immunità.

Cosicché, Fabrizio Castori potrebbe conoscere presto gli abissi. Angelo Mariano Fabiani, al contrario, resterebbe dritto sul cassero a fumare una Marlboro rossa e fulminare con lo sguardo chiunque voglia prendere il comando.

Tempi bui, neanche a dirlo. Cosa servirebbe per sopravvivere? Un centrocampista, diranno i più.
Bene, non verranno accontentati.

Ché Gondo, fra Scilla e Cariddi, ha atteso il beneplacito per diciassette giorni precisi prima di accasarsi, nuovamente, laddove sarebbe potuto rimanere senza ricorrere a panegirici legali.

Cosa servirà per andare avanti? Un’imbarcazione sicura e un equipaggio qualificato, un’elica di prima mano o, al limite, dei remi.
Non le scarpe.

Di quelle, per queste tempeste, non sappiamo che farcene.

Alfredo Mercurio

Nato nel '90. Due passioni governano i moti del cuore e, molto spesso, confluiscono l'una nell'altra: Salernitana e poesia.

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