Editoriale

Non è ancora tempo di recitare il ‘de profundis’. Cinque motivi per crederci più di prima

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La Salernitana perde nettamente a Roma contro la Lazio, archivia un turno terribile di campionato caratterizzato dagli inattesi exploit di Venezia e Spezia, legge la classifica e spalanca le porte ad un inevitabile sconforto, con il quale dovrà convivere nelle prossime due settimane.

Altrettanto certo, però, è il convincimento che sarebbe un grave errore ritenere il torneo ormai irrimediabilmente compromesso. Ventisei giornate ancora da giocare, settantotto punti a disposizione, appena due le lunghezze che separano Ribery e compagni dalla salvezza. Quattro e cinque i punti da recuperare su Spezia e Venezia. Il percorso resta tortuoso e proibitivo, ma in questa fase è assolutamente necessario evitare disfattismi e prematuri ‘de profundis’.

E non si tratta di infondate speranze legate esclusivamente alla passione per i colori granata, ma ad alimentare una visione fiduciosa sono i positivi indizi tecnici e tattici emersi negli ultimi duecentosettanta minuti.
La Salernitana di Colantuono prova a giocare a calcio, con Ribery e Bonazzoli che dettano il passaggio, giocano senza palla, si assumono la responsabilità della giocata e con il loro carisma si pongono al servizio del gruppo.

Nonostante i limiti strutturali emersi in fase di costruzione bassa, che a volte sfociano in pericolose azioni di rimessa degli avversari, la squadra ha smesso di lanciare il pallone in avanti per cercare la fisicità di Djuric, la conquista delle seconde palle, prima di accorciare e verticalizzare nei pressi delle difese rivali.

Il rammarico, in questo momento, è rappresentato dall’impossibilità di contare sul contributo di calciatori importanti come i due Coulibaly e Capezzi. Intanto, aspetto per nulla trascurabile, Lassana Coulibaly e Kastanos saranno nuovamente disponibili contro la Sampdoria, partita cruciale per il morale e l’autostima, stando però bene attenti a non etichettarla come gara da ultima spiaggia, perché non lo è.

Il temperamento e il dinamismo di Lassana Coulibaly, gli inserimenti offensivi di Mamadou Coulibaly, la disciplina tattica e l’esperienza di Capezzi, ma anche gli spunti qualitativi di Kastanos, uniti ai valori aggiunti rappresentati da Ribery e Bonazzoli e alla ritrovata (si spera in fretta) vena prolifica di Simy, che non può essere il calciatore legnoso e caotico visto in azione all’Olimpico, lasciano ipotizzare un incremento significativo del tasso tecnico, della solidità del gruppo e, soprattutto, delle percentuali di sopravvivenza.

Questo per quel che concerne l’aspetto meramente calcistico, nel breve e medio termine.
Infine, altri due sono i motivi che, seppur ancora radicati nel campo delle ipotesi, giungono in soccorso dell’incerottato stato d’animo della tifoseria granata. Innanzitutto, l’agognata e auspicata svolta societaria, necessaria ad arrestare la fine di un’insostenibile incertezza, la quale, volente o nolente, continua ad ostacolare l’attenzione che dovrebbe essere interamente focalizzata su quanto accade all’interno del rettangolo di gioco. Passaggio di consegne che rappresenterebbe un’autentica doccia di entusiasmo per i seguaci del cavalluccio e degli stessi atleti, oltre che premessa di un indispensabile potenziamento tecnico (un terzino destro, un centrale difensivo, un centrocampista di quantità e qualità ed una punta che veda la porta) da realizzare nella sessione invernale del calciomercato.

Quinto ed ultimo motivo di conforto è rappresentato dalla consapevolezza di poter contare su una tifoseria innamorata ed indomita, difficilmente riscontrabile su altre latitudini. Quando viaggi in trasferta accompagnato da oltre cinquemila tifosi, oppure giochi tra le mura amiche sospinto da un tifo incessante e trascinante, non riduci le distanze tecniche che ti separano dagli squadroni ma sicuramente hai una possibilità in più di conquistare punti fondamentali contro avversari alla tua portata.

Insomma, è giusto avvertire preoccupazione e delusione per i risultati conseguiti nel primo terzo stagionale, ma guai ad abbandonarsi prematuramente a vittimismi e rassegnazioni. Lo spettacolo continua e potrebbe riservare piacevolissime sorprese.

Maurizio Iuliano

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