Editoriale

Nicola torna alla guida della Salernitana, ma come proseguirà la convivenza con De Sanctis?

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Nicola e de Sanctis

Nicola bis.

Il ritorno di Nicola sulla panchina della Salernitana ha sollevato non pochi punti di domanda. La tifoseria dell’Ippocampo vive emozioni contrastanti: è rasserenata, spiazzata e disorientata. Tuttavia, c’è chi difende la scelta della dirigenza, sottolineando che è necessario avere il coraggio di ammettere i propri errori e cercare di correggerli. Ciononostante, questo cambio repentino ha sollevato molte domande anche sulla stabilità e la coesione all’interno della squadra e della stessa società. Non si respira un clima sereno nello spogliatoio. Sembra si stia evidenziando, sempre più, una crepa interna tra i calciatori granata. Anno nuovo problemi vecchi: la flessione è iniziata a partire dalla gara col Sassuolo: la fascia da capitano a Mazzocchi, la roboante sconfitta, le parole forti utilizzate dal direttore sportivo nei riguardi di Nicola durante la conferenza stampa, poi, è proseguita.

Una settimana fa, inoltre, proprio il direttore sportivo De Sanctis, a pochi giorni dalla gara con il Torino, aveva cercato di smentire i contrasti, che apparivano evidenti con il mister, gettando acqua sul fuoco per chiudere polemiche sorte dopo la sfida col Milan, dichiarando, ancora una volta, che c’era comunione d’intenti e scelte condivise tra la società e l’allenatore, ma poi è arrivato il ribaltone dopo il match con l’Atalanta. Adesso, con il ritorno di Nicola alla guida della Salernitana, è inevitabile avere titubanza sulla serena convivenza tra il trainer piemontese e il direttore sportivo. La domanda che tutti si pongono è: quanto durerà questa situazione e come proseguirà?

Il ritorno di Nicola sulla panchina granata rappresenta una sfida importante per la squadra e per la società, che dovrà dimostrare di essere in grado di superare le difficoltà e di lottare con fermezza e convinzione per i propri obiettivi. Lo scopo della Salernitana, ora più che mai, è quello di dimostrare di essere una realtà competitiva, riconquistando la fiducia dei propri tifosi, che dopo la gara di Bergamo ha iniziato a vacillare.

Raffaella Palumbo

Sono Raffaella Palumbo, classe 1990, salernitana dalla nascita. Per varie vicissitudine, sono espatriata a Genova da quando avevo 21 anni, nel capoluogo ligure esercito la professione di insegnate. Amo la vita in tutte le sue sfaccettature, non trascuro i dettagli. L'ottimismo, la curiosità, la follia, l'intraprendenza ed il sorriso sono caratteristiche di cui non posso fare a meno. Tra le gioie più grandi della mia vita rientra mia figlia: Martina. La pallavolo, la scrittura, i viaggi e la Salernitana sono le mie principali passioni. La benzina delle mie giornate risiede in tre espressioni che non cesso mai di ripetere a me stessa e agli altri: " VOLERE è POTERE, CARPE DIEM e PER ASPERA AD ASTRA"!!!

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