Si chiude bruscamente l’esperienza di Roberto Breda sulla panchina della Salernitana. Un esonero arrivato con tempistiche quantomeno discutibili: il tecnico trevigiano è stato sollevato dall’incarico questa mattina, proprio mentre si trovava al centro sportivo Mary Rosy, pronto a dirigere il primo allenamento settimanale dopo il ko nel derby con la Juve Stabia.
A far discutere sono soprattutto le modalità: una comunicazione tardiva, arrivata quando Breda era già pronto al lavoro, che lascia l’impressione di una gestione approssimativa, se non addirittura dilettantistica. Una modalità che molti tifosi hanno già bollato come indegna di una società professionistica. Una scena surreale: Breda, giunto puntualmente al campo, è stato informato della decisione della società quando era già pronto per iniziare a lavorare con la squadra. Prima di lasciare il centro sportivo, ha incassato l’abbraccio commosso dei suoi calciatori, a testimonianza di un rapporto umano saldo nonostante le difficoltà sportive.
A rendere il tutto ancora più nebuloso, le recenti dichiarazioni del direttore sportivo Valentini, che appena pochi giorni fa aveva ribadito piena fiducia in Breda, sottolineando come nessun altro tecnico avrebbe potuto fare miracoli e sovvertire totalmente una situazione non poco complessa. Eppure, qualcosa è cambiato. E oggi, a pagare, è stato l’uomo simbolo, la bandiera, il condottiero del passato.
Breda era stato chiamato a gennaio per sostituire Colantuono, in un momento già delicato per i granata. Ma il suo ritorno non ha prodotto i frutti sperati. La Salernitana è apparsa ancora fragile, discontinua e incapace di risalire la china. Ora è penultima in classifica con 30 punti, e le ultime sei giornate si preannunciano come una corsa disperata per evitare il baratro della retrocessione in Serie C. Serviranno almeno quattro vittorie nei confronti diretti per tenere viva la speranza.
La scelta del club, dopo diverse consultazioni tra il patron granata e la dirigenza, a conti fatti, è ricaduta su Pasquale Marino. Il tecnico è arrivato intorno alle 17 al centro sportivo, accompagnato dal direttore sportivo Valentini – quest’ultimo non rientra tra gli artefici della decisione – pronto a dirigere la sua prima seduta con una squadra in piena crisi di identità e risultati.
Toccherà al quarto tecnico della stagione granata l’ardua impresa di provare a rianimare una squadra allo sbando. Ma il problema, forse, è ben più profondo di chi siede in panchina.