Home News Salernitana-Pisa, la “doppia casacca” – Alessio Cerci

Salernitana-Pisa, la “doppia casacca” – Alessio Cerci

984
0
alessio cerci 768x384 1
alessio cerci 768x384 1
Tempo di lettura: 2 minuti

Cesare Lombroso è stato senz’ombra di dubbio uno dei padri della criminologia moderna. Un titolo assolutamente meritato, sebbene la sua teoria più nota, quella che prevede l’origine della natura criminale di un singolo individuo da ricercare nelle sue caratteristiche anatomiche, sia stata ampiamente confutata e superata dagli eventi.

Ma sussistono nel mondo del calcio diversi esempi nei quali si è in un certo qual modo presa in prestito la teoria lombrosiana, manipolandola in maniera opportuna. Ovvero, si è focalizzata l’attenzione sull’associazione tra sguardo dei calciatori e il loro rendimento in campo. Ebbene, uno di questi esempi ha il nome e cognome di Alessio Cerci.

La foto in evidenza nel pezzo è datata 8 agosto 2019 e rappresenta l’ingaggio di colui che, ai tempi del settore giovanile nella Roma, era chiamato il “Thierry Henry di Valmontone“. Un Cerci che in granata era chiamato a riscattare le non certo positive parentesi con Milan, Genoa, Verona e i turchi dell’Ankaragucu. Un Cerci che in quella foto, però, tutto sembrava essere tranne che essere soddisfatto di aver raggiunto con la Salernitana. La sensazione era quella di vedere uno schiattato ‘ncuorpo, per scriverlo con il nostro vernacolo.

Una sensazione suffragata dai fatti. Nell’interminabile stagione 2019/2020, Cerci con la Salernitana è sceso in campo solo 10 volte, con molte più ombre che luci. L’unica soddisfazione è stata l’assist per il gol di testa di Karo lo scorso 3 marzo, in occasione della vittoria casalinga sul Venezia per 2-0. Poi, per il resto, solo tanti social e diverse polemiche, come quella recentissima sul contratto che ancora non si è capito se fosse biennale o meno (ma del resto, la chiarezza comunicativa non rientra nelle prerogative della Salernitana di Lotito, Mezzaroma e Fabiani). Alla fine, poi lo svincolo c’è stato e Cerci si è accasato all’Arezzo, in Serie C.

Salerno ha quindi rappresentato per Cerci l’ennesimo passaggio a vuoto di una carriera da eterno incompiuto. Nonostante la contemporanea presenza in panchina di Gian Piero Ventura. Ed è stata la prima volta che il tecnico ligure non è riuscito a tirare fuori dal fantasista di Valmontone il meglio di sé come già capitatogli al Torino tra il 2012 e il 2014 e con il Pisa nel torneo di Serie B 2007/2008.

Già, Salernitana-Pisa è anche la partita di Alessio Cerci. L’esperienza nerazzurra del calciatore scuola Roma è stata assolutamente brillante. 26 presenze, 10 reti e 7 assist e toscani letteralmente trascinati ai playoff promozione, con avventura terminata in semifinale (eliminazione dovuta al Lecce). All’ombra della Torre Pendente, dunque, Cerci si è fatto conoscere al grande pubblico e ha spiccato il volo per la Serie A. Paradossalmente, anche Salerno ha simboleggiato una tappa di “salto di categoria” per Cerci. Sebbene all’indietro.

Articolo precedenteCentrocampo granata: esterni ok, mancano gli incursori
Articolo successivoDifesa: abbondanza al centro e più soluzioni tattiche