
Il presidente della Salernitana, Danilo Iervolino, è intervenuto ai microfoni di radio CRC per disquisire sulla progettualità della società granata, sulle difficoltà che investono il calcio italiano, e, in conclusione, ha palesato la gioia che avrebbe se il Napoli vincesse lo scudetto.
Le parole Danilo Iervolino
«Il campionato? Mi sto godendo un bellissimo mondiale anche se sono dispiaciuto di non vedere la nostra Nazionale. Il livello del calcio è salito, abbiamo visto delle realtà calcistiche crescere, non ci sono squadre cuscinetto. Brasile, Argentina, Inghilterra e Francia si giocheranno il Mondiale, ma non sottovaluterei nessuno. Tutto sarà possibile».
Il mercato
«Quale calciatore porterei alla Salernitana di quelli visti al Mondiale? Nessuno in particolare, abbiamo già una squadra costruita secondo un modello di gioco ben preciso. Sono certo che il campionato della Salernitana sarà straordinario. Dobbiamo continuare così, siamo una squadra che sa segnare e dobbiamo essere concentrati per prendere punti anche con le big. Alla ripresa avremo il Milan, faremo la nostra partita. Non siamo una squadra cuscinetto. Inoltre, non nascondo che saremmo felicissimi se il Napoli vincesse lo scudetto!».
Il centro sportivo
«Siamo contenti di poter avviare a Salerno il progetto legato alla città dello sport. Vorremmo creare una vera e propria cittadella. Arrivare decimi o dodicesimi non muterebbe il nostro entusiasmo».
I cambiamenti necessari
«Le parole di Abodi? Il calcio vive di cose che si devono rispettare, ma poi se non si è ligi alle regole, comunque, succede poco o nulla. Ad esempio: gli indici di liquidità non pregiudicano l’iscrizione al campionato. È evidente che il calcio deve cambiare pelle, questo è sotto gli occhi di tutti. Anche il rapporto con gli agenti e i calciatori deve cambiare, è troppo sbilanciato. Occorre mettersi a tavolino all’interno della Lega – contesto principale dove si discutono le questioni della Serie A – e con la FIGC stabilire nuove regole d’ingaggio. Io sono molto ottimista, a volte quando c’è una grande crisi il calcio sa essere resiliente, creando riforme e meccanismi volti a riportarlo su».