Che ci sia un problema legato alla Var, ormai, è cosa risaputa; stolto é chi pensa che tale problematica riguardi solo l’Italia e il suo massimo campionato. Basti guardare l’ultimo – ma sicuramente non ultimo – episodio “dubbio” che ha consentito proprio agli azzurri del C.T. Spalletti di ottenere il pass per Euro 2024.
Ciò che più fa discutere, sia alla federazione ucraina che agli stessi mass media italiani, nel suddetto contatto tra Cristante e Mudryk é proprio il non intervento degli addetti al Var designati per l’occasione. Sembra, infatti, difficile ipotizzare che l’arbitro spagnolo Gil Manzano abbia valutato correttamente un episodio che, per dinamica e velocità dell’azione stessa, fa propendere molto più ad un intervento falloso e negligente piuttosto che regolare.
La domanda che si pongono in tanti é sempre la stessa: “perché il Var non è intervenuto?”. Potrebbero aprirsi discorsi infiniti in merito ma l’ipotesi più concreta – seppur discutibile – è che dalla regia abbiano avallato la decisione del campo per il posizionamento corretto dell’arbitro, in pieno controllo dell’azione. Aspetto che, in più di un’occasione, é passato in cavalleria con la revisione di episodi con arbitri posizionati a pochi metri dall’accaduto. Quando si è in presenza di un chiaro ed evidente errore, il Var non può esimersi dall’intervenire.
Al netto dell’episodio in questione, è evidente che ci sia una difformità di utilizzo dello strumento, oltre ad un protocollo che palesa evidenti lacune, in più di un aspetto. La patata bollente, dunque, passerà nelle mani dell’IFAB che dovrà essere abile nel modificare il protocollo Var, adattandolo quanto più possibile all’esigenze di arbitri, squadre e tifosi. Ci sono ancora tante, troppe polemiche su uno strumento che, nel calcio moderno, risulta ormai indispensabile.