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L’Angelo vendicativo

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Abbiamo tutti un Angelo custode. Quello che ti protegge nei momenti difficili. Quello che ti appoggia la mano sulla spalla nell’ora dello sconforto. Quello al quale un fedele si affida per superare le avversità.

E l’Angelo vendicativo? Quello che con la sua spada stabilisce cosa sia giusto e cosa sia sbagliato (secondo il suo metro) e quindi da punire?

Quello è un Angelo per pochi eletti. Non basta essere fedeli: bisogna essere sudditi, proni, eternamente genuflessi. Non bisogna invocarlo ma solo adorarlo. Non bisogna chiedergli grazie ma solo ringraziarlo. Non bisogna cercarlo perché è dappertutto, in ogni luogo dove la sua spada incuta timore.

Lo troverete, l’Angelo vendicativo, nei posti più impensabili: lui, l’Angelo, e i suoi puttini adoranti, pronti a cantare le sue opere miracolose e a vivere all’ombra della sua ala protettrice e della sua spada, con la quale fa sfoggio di autorità e non di autorevolezza. Ché la prima urla e mostra i muscoli per nascondere una pochezza di contenuti infinita, la seconda (all’Angelo vendicativo totalmente ignota) non ha bisogno di azioni becere perché è figlia di ciò che si è fatto nella vita, di ciò che si è seminato e poi raccolto.

Autorità e autorevolezza. La prima la ostentano i deboli, la seconda è il premio riservato alle persone davvero grandi.L’Angelo vendicativo crede di punirti ma delira. E con lui delirano i puttini, vigliaccamente nascosti all’ombra delle sue azioni. Li riconosci perché hanno tutti lo stesso marchio. Parlano tutti la sua lingua, venerano lo stesso idolo, partecipano ai suoi sacrifici provando un sottile piacere. Sono pochi, i suoi adepti, e qualcuno sta anche cercando di uscire dalla setta. Ma l’Angelo vendicativo fa breccia, illude, obnubila.

Agita la spada e crede di tagliare teste. Ma manca sempre il bersaglio vero. Perché il seme della rivolta, che re Ferdinando credeva di giustiziare impiccando chi impersonava Pulcinella, resterà vivo nello spirito di tutti quelli che non lo seguono.

Angelo vendicativo, sei solo. E non ci indurre in proscrizione (perché la prescrizione è già sopraggiunta) ma, semplicemente, liberaci da questo male.

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Giornalista da trent'anni, redattore sportivo de il Giornale di Napoli e il Mezzogiorno, responsabile delle pagine sportive del Corriere di Salerno e del Roma, edizione di Salerno, capo ufficio stampa della Salernitana nel 1996/97 e 1997/98, responsabile della redazione sportiva di TV Oggi Salerno. È stato per anni voce radiofonica del gruppo Kiss Kiss, radiocronista per centinaia di partite della Salernitana a cavallo tra il 1990 e il 2000. Responsabile delle province per il quotidiano il Denaro, ha fondato e diretto l'agenzia di stampa QuEsse Quotidiano Salernitano e il settimanale politico economico il Guiscardo. Seguimi anche su https://www.facebook.com/SostieneCaliulo/

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