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Chi siete, Cosa volete.

Non è detto che riavremo la Salernitana, non subito, ma di certo li avremo cacciati da Salerno. E si tornerà a respirare un'aria più pulita.

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Ciro Romano
Ciro Romano
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di Ciro Romano

…e mio padre una montagna troppo alta da scalare nel Paese una coscienza popolare…

The Pogues – Dirty old town

Ci siamo arrivati

Ci voleva un gol a porta vuota. Ci voleva N’Zola.

Solo un paio d’ore prima stavamo là fuori ad accompagnarli: per dove, poi? Si badi, non è critica ma autocritica: ché col cuore c’eravamo tutti. Pure quelli che mentono in chiesa. Pure quelli che stanno dalla nostra, di parte, ma giacciono senza sporcarsi le mani. Non è più tempo, nemmeno per loro.

Vivaddio ci siamo arrivati. Il passo della consapevolezza è compiuto. È il primo, serve il successivo: tocca muoversi.

Liberarsi dalla multiproprietà. Benissimo, ce lo siamo detti: come facciamo?

Ognuno quel che può. Le componenti.
La prima, la più importante. La Gente.
Ci avete mai fatto caso a quanto ci piace riempirci la bocca coi paroloni?
La Storia, la Maglia, il Vestuti, il Siberiano.
Cazzate.
Alle parole va dato un senso che le riempia: senza il quale quello rimangono. Cazzate.

Prima d’essere tifosi della Salernitana siamo Salernitani. Che valore volete che abbia quella maglia, se in cima a tutto non sta la Città che rappresenta? Perché mai il Siberiano è scolpito nel granito della Storia, se non in quanto figlio prediletto della Nostra Madre comune, la Città di Salerno, e pertanto Nostro Fratello?

Solo la coscienza di Popolo vede garantiti Rispetto e Considerazione.

Mangiano a bocca aperta sul ventre molle non già della Salernitana ma di Salerno. Voltiamo loro le spalle. Voltiamo le spalle a quella che Salernitana non è. Lasciamo che l’indifferenza li imputridisca.

Se perdere la Salernitana significa riacquistare Salernitanità, DioSanto: ben venga il sacrificio.

Una volta e per tutte: mettiamo al primo posto la nostra intelligenza, la nostra dignità, la nostra coscienza. Verrà fuori l’identità di un Popolo: quella non ce la sottrae nessuno!

La Stampa


Si tolga dalla centrifuga, conservi la nobile peculiarità. Informare, si capisce. Il tabellino, le ufficialità. Null’altro.

Diserti le sale stampa, reali o virtuali. Non degni di nessun’altra domanda proprietari e tesserati se non l’unica che abbia un senso: lasciate la Lazio o la Salernitana? Posta una volta, posta per sempre. Si nutrono dell’importanza che gli date, che gli diamo. È gente che non conta se non sulle dita della nostra mano. Stringiamo il pugno: varranno zero.

Infine, la Politica.


Ho letto di appelli InExcelsis, che sommessamente rifuggo. Giammai sceglierò un padrone in luogo di un altro, ché questa è battaglia di libertà.

Comprendo che il Trentennio abbia rappresentato non dirò una lobotomia, ma quantomeno un narcotico. Però vedete, gli elementari principi di democrazia vedono i politici al servizio del Popolo, della volontà del quale si fanno esecutori.

E torniamo al punto uno

Lo so che pare utopia, del resto chi ha vinto non ha rinunciato al sogno. Ma se questa Città assumesse un’identità tale da mettere spalle al muro finanche chi governa la ResPublica, daremmo scacco matto alla multiproprietà in una mossa soltanto che è la seguente.

Alla farsa va negato il teatro.
Bisogna negare l’Arechi a quella che Salernitana non è. Costringendo la compagnia ad altre platee.

Non è detto che riavremo la Salernitana, non subito, ma di certo li avremo cacciati da Salerno. E si tornerà a respirare un’aria più pulita.

Ciro Romano – editorialista per “Le bombe di Vlad”