Home Editoriale Pasticci, dispetti, inadeguatezza: se il calcio diventa un gioco per “giocherelloni”

Pasticci, dispetti, inadeguatezza: se il calcio diventa un gioco per “giocherelloni”

Dal caso Cosenza al cambio del format del campionato cadetto in corso d'opera, la credibilità del calcio perde sempre più punti

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E’ attesa per domani la sentenza del giudice sportivo sul pasticcio sostituzioni durante Cosenza- Salernitana. Non è nostra intenzione discutere i tempi della giustizia sportiva, però, un’osservazione è doverosa: comunicare una decisione che ha un peso sulla classifica di due squadre nel giorno in cui una di esse è impegnata in una sfida diretta per le posizioni di avanguardia della classifica non è il massimo.

Siamo certi che il verdetto non offrirà sorprese e che la Salernitana otterrà quanto meritato sul campo. Tuttavia, ammesso e non concesso che il giudice sportivo decida per la ripetizione della gara, le ripercussioni sul morale e sulla serenità dei granata sarebbero di non poco conto, specie a poche ore dalla già di per sé difficile partita col Cittadella.

Se non si era potuto decidere nei giorni scorsi, tanto valeva aspettare la settimana prossima per dirimere la questione. Il Cosenza ci spera più che crederci, in fondo, ma è di tutta evidenza che l’eventuale ripetizione della partita aprirebbe scenari molto preoccupanti, legittimando, di fatto, ciascuno a gestire i cambi a proprio uso e consumo.

Il calcio ha una sua liturgia, una sua sacralità laica e non può essere ridotto a luogo di espedienti, dispetti e pasticci. Non può finire, di certo, nelle mani di dirigenti giocherelloni né per la questione Cosenza né per altre. La scorsa settimana, ad esempio, i presidenti cadetti hanno votato (unica contraria la Salernitana) la riduzione da quattro a tre retrocessioni in C già per questa stagione.

Cambiare format in corso d’opera, sebbene la decisione dovrà essere approvata dal Consiglio Federale, è un fatto più unico che raro, peraltro non giustificato da ragioni di necessità o emergenza.

Ridare credibilità al pallone prima che si sgonfi una volta per tutte dovrebbe essere il primo compito di tutti coloro che vivono in questo mondo. In primo luogo i presidenti delle Leghe e delle società e, dopo il 22 febbraio, anche e soprattutto del prossimo numero uno della Figc.

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