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Mancini (DAZN): “Castori allenatore ‘psicologo’. Prima la nuova proprietà, poi almeno 5 rinforzi”

La nostra intervista alla voce di DAZN, che ha raccontato la promozione della Salernitana in massima serie: “L’impatto del tecnico sulla testa dei giocatori ha fatto la differenza. Credo che Lotito e Mezzaroma alla fine dovranno vendere”

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Intervistato dalla nostra redazione, il telecronista di DAZN Riccardo Mancini ha raccontato la sua opinione sul campionato della Salernitana, concluso con la terza promozione in Serie A nella storia del cavalluccio marino.

Riccardo, com’è stato raccontare la partita di Pescara che ha permesso alla Salernitana di centrare la promozione?

“Devo dire che in me c’era tanta emozione: è vero che avevo già commentato la partita in cui l’Empoli ha vinto il campionato con il Cosenza, ma, nonostante non fossi a Salerno né ci abitassi, percepivo anche da lontano, tra social e altro, la voglia dei tifosi della Salernitana di tornare in Serie A. È una promozione assolutamente meritata, per una piazza che secondo me resta tra le più calde di tutta Italia: erano anni che si aspettava un momento così, e adesso è giusto che la gente festeggi”.

Tra i tanti protagonisti della cavalcata, ce n’è uno che è stato decisivo più di tutti?

“Secondo me il capolavoro è innanzitutto di Castori: sono i giocatori a scendere in campo, ma lui ha plasmato e messo insieme una squadra magari non bellissima da vedere, ma molto pratica, efficace, incisiva e pungente. Si tratta di caratteristiche non propriamente spettacolari, ma in Serie B serve essere concreti: questa squadra, grazie al suo allenatore, nel corso dei mesi lo è diventata. Molti dei giocatori erano a Salerno anche l’anno scorso, e forse da questo si capisce l’importanza del grande lavoro fatto dal tecnico”.

Casasola a Pisa, Gondo contro il Venezia, Tutino a Lignano: sono tanti i momenti fondamentali di un grande girone di ritorno. Quale di questi ha fatto la differenza?

“Penso la partita con il Venezia: credo che lì i giocatori abbiano preso ancor più consapevolezza di potercela fare. Sono partite che lo scorso anno magari la Salernitana avrebbe perso, e invece è bastato un cambio che ha ribaltato tutto: sul 2-1 si è rafforzato ancora di più il pensiero, e quei due gol di Gondo in uscita dalla panchina sono stati decisivi, specie perché segnati contro un’ottima squadra che non a caso sta ancora lottando per andare in Serie A”.

Domanda secca: se a inizio anno ti avessero detto che la Salernitana avrebbe ottenuto la promozione diretta in A, ci avresti creduto?

“No, non me lo sarei mai aspettato, soprattutto perché almeno sulla carta c’erano formazioni più attrezzate come Lecce, Monza e Venezia. A volte non serve avere una squadra che gioca in maniera spettacolare: la Salernitana ha carattere, cuore, personalità, e tante volte sono questi fattori a fare la differenza. A dire il vero, trattandosi dell’ennesimo anno in cui i tifosi attendevano un chiaro segnale dopo le ultime stagioni, mi aspettavo che la Salernitana fosse in lotta per un posto nei playoff”.

A proposito di aspettative, un discorso sulla Serie B: sorprese in positivo e in negativo?

“La vera sorpresa è il Venezia, che ha dimostrato di avere un tecnico con dei concetti e un’idea di calcio ben definita: Zanetti ha nel DNA la possibilità di diventare un grande allenatore, e credo che lo vedremo ben presto in Serie A; questo Venezia mi ricorda molto lo Spezia di Italiano della scorso anno, e potrebbe essere ancor di più la vera sorpresa della stagione. La delusione chiaramente va divisa tra Lecce e Monza: sulla carta hanno due squadroni, ma entrambe non sono state continue; il Lecce ha vissuto picchi altissimi e momenti molto bassi, mentre il Monza aveva ben altre aspettative, e si è complicato la vita da solo. Pronostico playoff? È sempre difficile, però credo che il Cittadella sia in netto vantaggio sul Monza: servirebbe un miracolo, ma i brianzoli hanno grandi giocatori; al Lecce servirebbe solo un gol con il Venezia. Se devo azzardare, penso che da quest’ultima semifinale possa uscire la terza squadra che andrà in Serie A”.

Parlando di Lecce e Monza, la componente mentale ha inciso: entrambe avevano dato per morta la Salernitana troppo presto, e invece…

“La testa ha assolutamente fatto la differenza: Castori è stato bravo a lavorare sui singoli, e a fargli credere di potercela fare contro ogni pronostico; lui è molto bravo a far questo, a prenderti da parte e darti le motivazioni: è così che la Salernitana è andata forse anche oltre ciò che ci si aspettava. In primis grazie al suo allenatore, che è un uomo esperto, aveva già vinto un campionato a Carpi, e ha sempre lavorato in questa direzione con i suoi giocatori: io ho ancora in mente il miracolo sfiorato con il Trapani lo scorso anno; evidentemente, lui dev’essere una sorta di allenatore ‘psicologo’, e questo impatto sulla sua squadra fa la differenza”.

Capitolo multiproprietà: è il tema del momento, nonché quello che divide le opinioni a Salerno da diversi anni a questa parte. La tua sugli scenari a breve termine e in generale?

“Credo che Lotito e Mezzaroma alla fine saranno costretti a vendere, non penso si possa andare oltre questa norma: è giusto che subentri un conflitto d’interessi nel momento in cui due squadre dello stesso proprietario militano nella stessa categoria, penso sia normale che vada venduta. In generale, penso che la multiproprietà possa servire, anche per avere un futuro con delle prospettive migliori: quest’anno Lotito e Mezzaroma lo hanno dimostrato, smentendo un po’tutti gli scettici, e hanno dato prospettive diverse rispetto a quelle che magari ci sarebbero state con un altro proprietario; nonostante Lotito sia impegnato da un’altra parte, comunque la testa sulla Salernitana ce l’ha messa con giudizio e ambizione particolare: l’obiettivo era quello, non era dichiarato al 100% e questo forse un po’preoccupava i tifosi, ma i risultati adesso parlano chiaramente. In certi frangenti, la multiproprietà può aiutare: molti giocatori transitati per la Lazio hanno fatto le fortune della Salernitana; basti pensare ad André Anderson, che ha segnato di fatto il gol promozione a Pescara, o a tanti altri, che alla fine sono stati tra i migliori in quest’annata.

Infine, cosa ti aspetti dalla Salernitana nel prossimo campionato di Serie A?

“Innanzitutto mi aspetto che si rinforzi, ma credo che servirà un nuovo proprietario per capire meglio il futuro: tutto dipenderà da questo, dovremo aspettare almeno un mesetto per capire quali saranno gli obiettivi sul mercato. Penso serva almeno un giocatore per reparto che sia già pronto e abituato alla Serie A: molti dei giocatori in rosa l’hanno solo sfiorata, ed è giusto che vengano affiancati da gente un po’più esperta; servono giocatori magari anche giovani e in rampa di lancio, che però abbiano già familiarità con il campionato. La A e la B sono categorie molto differenti: i ritmi e le qualità sono diversi, e non bisogna sottovalutare il fatto di passare a giocare tutt’altro campionato rispetto a quello di quest’anno. Se l’obiettivo è quello che immagino, la Salernitana deve affidarsi almeno a cinque rinforzi in grado di trascinarla verso una salvezza tranquilla”.