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Di Tacchio, Djuric, Mantovani e Schiavone , dall’Inferno al Paradiso

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Foto festa  01
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Sarà che questo 2021 è ricordato, tra le tante cose, per essere l’anno del 700°anniversario della morte di Dante Alighieri, ma per alcuni componenti della rosa che hanno consentito alla Salernitana di ritornare in Serie A dopo 23 anni di attesa non potrebbe esistere accostamento migliore. Sì, perché per Francesco Di Tacchio, Milan Djuric, Valerio Mantovani l’aver contribuito alla risalita della Bersagliera in A alla loro terza stagione in granata significa il completamento di un vero e proprio percorso dantesco.

La prima loro stagione, infatti, la 2018-2019 fu quella dell’Inferno. Un girone di ritorno da incubo, cambi di allenatore da Colantuono a Menichini passando per Gregucci, la condanna ai playout col Venezia (che solo poi sarebbero risultati inutili, vista l’esclusione del Palermo dal campionato), vinti ai rigori con penalty decisivo segnato proprio da Di Tacchio.

La seconda stagione, la 2019-2020, è stata quella del Purgatorio. Un po’ per tutti, considerata la forzosa interruzione causa pandemia di Covid-19, ma particolarmente per la Salernitana. La Bersagliera allenata da Ventura e con Di Tacchio e Djuric protagonisti (decisamente meno Mantovani, fermo ai box a causa di un infortunio) alla ripresa del torneo a giugno è in piena lotta playoff, ma gli spareggi post-campionato sfuggono all’ultima di campionato a causa della sconfitta interna con lo Spezia, scatenando inevitabile delusione tra i tifosi granata.

La terza stagione, la 2020-2021, è e rimarrà in eterno quella del Paradiso, con il ritorno della Salernitana nell’empireo della Serie A. Un ritorno al quale Di Tacchio, Djuric e Mantovani hanno contribuito in maniera decisamente importante.

Francesco Di Tacchio, il capitano. 34 partite stagionali, 3 assist e, stranamente per uno come lui, nessuna rete all’attivo. Un rendimento costante e puntuale nel suo ruolo di centrocampista interditore con licenza, quando possibile, di costruire. Con Capezzi ha costituito un’autentica diga in mediana. Resta la piccola macchia del calcio di rigore sbagliato in pieno recupero con la SPAL, ma si tratta di un errore che non offusca il grande campionato disputato dal mediano della Salernitana.

Milan Djuric, la punta centrale. In questa stagione, il gigante di Tuzla ha messo decisamente il bene della squadra davanti alle ambizioni personali con le sue 35 presenze, delle quali 10 da subentrante. Nella scorsa stagione, fece il record di reti (12), quest’anno ha timbrato il cartellino con meno frequenza, arrivando a 5 centri stagionali ma facendo tantissimo lavoro oscuro a supporto della squadra. In ogni caso, vittorie pesanti come quella dello “Zini” contro la Cremonese portano la sua preziosa firma.

Valerio Mantovani, difensore centrale. Il romano, dopo aver risolto i problemi fisici che lo hanno attanagliato lo scorso anno con residui non trascurabili nella stagione appena trascorsa, ha convinto Castori a dargli fiducia nel suo pacchetto arretrato a tre sull’out di sinistra. Sono state 14 le presenze del centrale capitolino, 4 da subentrante. E tutte prestazioni di assoluto livello.

Di Tacchio, Djuric e Mantovani erano tutti in campo il 9 giugno 2019 nel già citato playout del “Penzo” contro il Venezia. Nelle fila arancioneroverdi, quel giorno, figurava Andrea Schiavone. Il gregario perfetto, se si volesse fare un paragone ciclistico. Voluto fortemente da Castori e prelevato dal Bari, Schiavone ha saputo pazientemente aspettare il proprio turno a centrocampo dietro Di Tacchio, Capezzi e Coulibaly. 28 presenze, la maggior parte partendo dalla panchina, un assist a Tutino per il gol del 3-0 al Pisa e tanta sostanza quando è stato chiamato in campo a dare il proprio contributo.

Di Tacchio, Djuric, Mantovani e Schiavone. Tutti in campo, quel caldo giorno di giugno di 2 anni fa. Faceva caldo, quasi come nell’Inferno Dantesco. Ma, dopo quasi 730 giorni, sono tutti usciti a riveder le stelle.