Le condizioni fisiche precarie di Milan Djuric, frenato da una fastidiosa distorsione che riduce notevolmente le sue possibilità di scendere in campo dal primo minuto contro la Roma, costringono Fabrizio Castori ad industriarsi tatticamente per scovare una soluzione che regali alla squadra peso offensivo ed anche fisicità in fase di non possesso.
Defezione dell’attaccante bosniaco affiancata dal lavoro atletico non ancora completato a cui è stato sottoposto, sin dal suo arrivo a Salerno, il centravanti Simy, il quale probabilmente sarà impiegato solo a match inoltrato.
L’assenza di una quarta punta, non ancora acquisita e da reperire in fretta sul mercato, imporrà al trainer marchigiano di far di necessità virtù, rovistando all’interno dell’organico a sua disposizione. Una rosa, quella della Salernitana, che abbonda dal punto di vista del podismo e del temperamento, ma presenta più di una lacuna alla voce ‘qualità ed estro’.
Pertanto, non sarà semplice per il mister granata scegliere un calciatore che sia in grado di far sentire meno solo Bonazzoli all’interno del progetto tattico teso a creare grattacapi alla fase difensiva dei giallorossi di Mourinho. In tal senso, potrà affidarsi ad opzioni più scontate, oppure lavorare di fantasia e tirar fuori dal cilindro una strategia ugualmente efficace e, se vogliamo, anche più intrigante ai fini di un mescolamento delle carte che potrebbe creare maggiori apprensioni alla pianificazione tattica del tecnico portoghese.
Le soluzioni ‘pragmatiche’ concedono maggiori chance alla collocazione di Obi alle spalle di Bonazzoli, con l’ex clivense impegnato in una doppia funzione: inserirsi nel cuore dell’area giallorossa grazie al lavoro mai banale di suggeritore assicurato dall’ex attaccante sampdoriano, ma anche garantire il primo pressing da contrapporre alla costruzione dal basso della compagine capitolina.
Analoga capacità è rintracciabile nel repertorio calcistico di Mamadou Coulibaly, però difficilmente Castori si priverà del suo inesauribile podismo, in entrambe le fasi di gioco, da esercitare nella zona nevralgica del campo.
Come accennato in precedenza, infine, non sono assolutamente da ritenere peregrine un paio di opzioni tecniche più creative ed imprevedibili, magari accompagnate da una modifica dello spartito tattico.
La prima, sempre incastonata all’interno del ‘3-5-1-1’, sarebbe rappresentata dall’impiego del qualitativo Kastanos alle spalle di Bonazzoli, con il mancino scuola Juventus che possiede la tecnica necessaria per fungere da collante tra centrocampo ed attacco, per indossare i panni di rifinitore al servizio dei compagni, ma anche lo spunto nell’uno contro uno e il tiro dalla media e breve distanza per diventare un fattore negli ultimi trenta metri rivali.
La seconda, declinabile attraverso una variante del sistema di gioco standard castoriano (3-4-3/3-4-2-1), potrebbe trarre nutrimento dall’inserimento sulla fascia destra di Zortea, con avanzamento in terza linea di Kechrida, calciatore che possiede spunti offensivi interessanti e risulterebbe comunque utile in fase di non possesso. Questa sorta di tridente, sia che si giochi con due esterni sia che si regga sul doppio trequartista, sarebbe completato dall’altrettanto estroso Kastanos e da Bonazzoli. I vantaggi di questa soluzione sarebbero essenzialmente due: far sentire meno isolata l’ex punta del Torino; avere nove calciatori impegnati in fase passiva quando a condurre le danze sarà la Roma.