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L’anno che ci ha cambiati per sempre, il bello da venire

Un anno unico, meraviglioso, ci saluta. Ad un nuovo arrivato guardiamo con speranza.

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La data evocativa c’entra solo in parte.

Ci sono eventi che restano così indelebilmente impressi da non poter dimenticare dove ci si trovava in quel preciso momento.

E siamo certi che ogni tifoso granata ricordi con precisione dove si trovasse il 31 dicembre 2021. E ricorda pure con quale spirito si sedette a tavola per il cenone di San Silvestro, che alle nostre latitudini non è un pasto, ma una kermesse gastronomica. E quello sguardo distratto alle notifiche che illuminavano compulsivamente lo smartphone. E che attribuimmo ai soliti messaggi augurali di Whatsapp.

Voglia di festeggiare zero, chè la Salernitana stava per sparire. Ancora. Ma erano troppi i messaggi, oltre il già alto livello di guardia. Tanti, che alla fine l’occhio ci finì sopra. Girava un audio, un signore diceva di aver preso la Salernitana. Per tanti l’ennesima fake new, magari proveniente da tifoserie nemiche. Avvoltoi che ballavano sul cadavere.

Era tutto vero.

E da quell’audio vero il mondo di un tifoso si è capovolto, il countdown tradizionale della mezzanotte si è invertito, il tempo si è proiettato in avanti, la clessidra finita nel pattume.

Ma tutto questo, mentre alzavamo il calice per il brindisi migliore della nostra vita, non lo sapevamo ancora.

E neanche potevamo immaginare di entrare nel più incredibile film che il Calcio, di per sè fantasioso, abbia mai partorito.

Dalla mesta certezza di ripartire dalla cadetteria, pur se padroni del proprio destino e con una società forte, con un presidente finalmente orgoglioso di essere tale, al vento di passione portato da un mago di nome Walter, come in una canzone di Ligabue, che evidentemente era una profezia.

E allora abra cadabra-cadabra abra, l’instant team, il 7%. Rimasti slogan fino a Pasqua. Ma bisogna stare attenti a confezionare slogan per un popolo di veri fedeli. Va a finire che quelli ci credono, e li ripetono sussurrando. E il sussurro diventa vento caldo, soffia. All’Arechi, in tutti gli stadi d’Italia. A cominciare da Marassi, a cominciare da Ederson.

Poi Udine, servito Verdi, per vincerla. Verdiiiii! E quel giorno abbiamo cambiato colore.

Empoli, tra il nascere e morire nel piede di Perotti. Morire mai più. Ad Empoli è cominciata l’ennesima esistenza dei gatti che siamo. E niente può più sorprendere, niente farci male. Neanche quella notte di maggio. Neanche salvarsi con la più incredibile e terribile delle combinazioni.

Mai più uguali a quello che eravamo, definitivamente diversi ed unici dai tifosi delle altre. Questo siamo diventati, e chissà cosa deve accadere ancora.

La piacevole abitudine dell’amato nome rimbalzare in Italia, nel Mondo, nei giornali e le tv che abbiamo sempre visto da lontano.

Il ritiro in Austria, il passaggio da imbucati alla festa a nuova frontiera del calcio italiano. Questo è stato il 2022. Finito con un’imbarazzante classifica tranquilla che bisognerà difendere e consolidare.

Con tre calciatori granata a disputare il Mondiale, ed un quarto appena arrivato. Dal nome che in Messico è religiosamente pronunciato.

Ma stat’ verenn che sta succerenn’? Uno degli audio più gettonati nelle chat dei tifosi recitava così.

Abbiamo visto, era tutto vero. E noi di solosalerno siamo stati felici di vivere questo tempo con voi.

Un anno unico, meraviglioso, ci saluta. Ad un nuovo arrivato guardiamo con speranza, chè mai si sazia l’anima tifosa, mai si pone limite ai sogni.

Al cenone di stasera siederemo con animo diverso. Di chi è qui, per rimanere.

Buon 2023 a tutti.